5.1 Il nuovo ospite

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La prima settimana a Mineville trascorse velocemente, e Michael attribuì quel rapido fluire del tempo all'enorme quantità di lavoro che aveva dovuto svolgere. Il Red Leaves era vecchio e cadeva a pezzi, e il lavoro di manutentore si era rivelato più arduo di quello che credeva. Aveva dovuto riparare porte, rimpiazzare materassi, aggiustare tubi che perdevano qua e là, preparare i tavoli al ristorante tutti i giorni e svolgere occasionali pulizie della struttura. Il tecnico della caldaia, come Ben aveva predetto, aveva trovato la strada bloccata da una frana, ancora prima di imboccare la vallata di Mineville. L'uomo era riuscito ad arrivare solo due giorni dopo la bufera, e nel frattempo i clienti dell'hotel erano stati costretti a brevissime docce, visto che l'acqua scaldata dalla vecchia caldaia a legna era poca e incostante. I due clienti canadesi resistettero appena un giorno in quelle condizioni, prima di saldare il conto e andarsene infuriati con quasi una settimana di anticipo. Rimase solo la vecchia signora Faerch, di Bradford, alla quale sembrava non importare nulla delle numerose mancanze del servizio del Red Leaves.

"Quando ero giovane io, l'acqua calda nemmeno esisteva", disse, quando Michael andò per la terza volta a porgerle le scuse da parte del personale. Contenta lei, aveva pensato il ragazzo. Purtroppo, la partenza dei canadesi aveva ridotto ancor più le già limitatissime finanze dell'albergo, e Ben era stato costretto a non chiamare Roy ad aiutarli per qualche tempo. Michael, che avrebbe voluto conoscere il ragazzo, rimase così solo nell'albergo, ad eccezione dei momenti della giornata in cui venivano Harry e Francesca.

Fortunatamente, la copiosa nevicata che li sorprese all'inizio della settimana di Natale ebbe la clemenza di arrivare quando la caldaia era già stata riparata. In poche ore, i candidi fiocchi coprirono tutte le abitazioni della città e tinsero di bianco le rosse montagne circostanti. Il manto di neve e qualche decorazione natalizia qua e là scaldarono un po' l'atmosfera di Mineville, donandole un gradevole aspetto festivo. Nonostante questo la città conservava ancora un'ombra infelice dalla quale non riusciva a separarsi.

Un paio di giorni dopo, la neve che aveva resistito intatta grazie al clima rigido fu messa a dura prova da una giornata assolata e stranamente calda. Michael inziò a lavorare alle otto, come di consueto. Uscì sul portico, armato di secchio e moccio, e iniziò a lavare le assi del pavimento. Non aveva mai capito il motivo di quell'incarico, visto che si sarebbero comunque sporcate di lì a poco di neve e fango, ma Ben voleva che lo facesse quotidianamente. Era la vigilia di Natale. Il cielo era incredibilmente limpido, e per la prima volta Michael poteva scorgere il paesaggio che circondava Mineville. Quando era bambino, gli avevano insegnato che le montagne più vecchie avevano le cime smussate e consumate dalle intemperie di millenni, mentre quelle giovani terminavano in creste aguzze e taglienti. Intorno a Mineville le cime delle montagne erano decisamente consumate, tanto da farle sembrare enormi dune del deserto. Il manto dei boschi che le copriva era di uno strabiliante rosso rubino, e brillava sotto la luce del sole di Dicembre con i suoi riflessi di sangue. Era uno spettacolo unico. Michael si domandò come mai così poche persone visitassero un luogo dalla bellezza così particolare. La promozione turistica non era certo il punto forte dell'amministrazione di Mineville, e solo pochi curiosi sapevano della sua esistenza. Uscì in strada e si allontanò dall'albergo per poter vedere meglio il panorama. La vallata si chiudeva in una gola stretta che saliva ripida fino al punto dove le montagne di entrambi i lati si congiungevano. In quel punto, Michael scorse in lontananza delle gru e delle grandi strutture grigiastre. La miniera. Si disse che avrebbe dovuto andare a visitarla, un giorno. Quando rientrò, incontrò la signora Faerch che scendeva faticosamente le scale verso la sala colazioni. Si affrettò ad aiutarla tendendole una mano, ma la signora rifiutò gentilmente il suo aiuto.

"Sono vecchia ma non ancora handicappata, ragazzo" bofonchiò. Poi entrò nella sala colazioni e prese posto al suo solito tavolo, sistemato in modo che fosse seduta proprio di fronte alla finestra.

"Quand'è che tuo padre si deciderà a mettere dei fiori su queste finestre? Secondo voi sono venuta fin qui per vedere lo stesso ammasso di cemento che vedevo a Bradford?" disse.

"Sono d'accordo con lei, signora Fearch. Quest'albergo ha un aspetto tristissimo" dovette convenire Michael.

Ben spuntò dalla porta della cucina con in mano un vassoio. Diede il buongiorno alla signora Fearch e iniziò a riempire il suo tavolo con bacon, uova sbattute e una caraffa di caffè.

"Mio figlio Cameron mi ha chiesto se torno giù in città per Natale, così vedo i miei nipoti" spiegò la signora, sbuffando.

"E non ci va?" chiese Ben.

"A fare che? Le sembro una che va d'accordo con nuore e ragazzini?"

Michael e suo padre scossero il capo quasi in contemporanea.

"Appunto" disse la signora, scoppiando in una risata catarrosa.

Michael uscì a buttare i sacchi dell'immondizia della cucina e del bagno della hall. Quando tornò, suo padre era in cucina che mangiava un muffin, e sembrava toccare il cielo con un dito. Quando lo guardò con sguardo interrogativo, Ben esplose in un sorriso.

"Clienti" disse.

"Che cosa? Stai scherzando?"

"No! Ha chiamato un uomo dicendo che avrebbe bisogno di una camera tranquilla per un po'." Disse Ben.

"Per un po', quanto?"

"Non lo so, ma che importa? Sono soldi! Quest'anno nemmeno i parenti dei concittadini sono arrivati a trovarli per Natale."

"E quando arriverà?" chiese Michael. Era talmente strano che arrivassero clienti che sembrava quasi surreale.

"Stasera. E' in viaggio dall'Iowa."

"Come ha fatto a trovarci? Non abbiamo nemmeno un sito internet." disse Michael, parlando più con sé stesso che con Ben.

"Non lo so, ma aveva il numero di telefono." Rispose Ben, senza smettere di sorridere. "Domani io e te ci faremo un pranzo di Natale con i fiocchi, inviterò anche Hannah e Roy e un po' di gente del villaggio."

"Vacci piano, Ben. Vedi, prima di tutto, di farti pagare in anticipo. Quando vedremo quanto sborsa, potremo festeggiare."

"Hai ragione, non devo farmi prendere dall'entusiasmo." Ben sembrò mettercela tutta per ritornare serio. "Oggi ho un compito per te. Devi preparare al meglio la sua camera. Ripulire il bagno per bene, cambiare le lampadine e le lenzuola e spolverare dappertutto. Deve essere al meglio per il loro arrivo."

NA

Ciao, ragazzi! Mi sono un po' perso nei giorni scorsi tra matrimoni e eventi familiari vari, ma alla fine eccoci qua! Il capitolo 5 inizia con questo misterioso cliente che è in viaggio dall'Iowa. Non so perché, ma sento che sarà un personaggio rilevante, in questa storia :') Stay tuned!

PS. Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, per me ogni lettura è importante, e i vostri pareri sono oro. Perciò non siate timidi e commentate pure :)

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