Il generale Kirigan era per tutti un modello. Sempre serio, sempre impegnato, quasi perfetto.
Pochi sapevano che spesso dormiva poche ore a notte per via dei suoi impegni.
Quel mattino Kirigan si trascinò nelle cucine con due occhiaie da far spavento, occhiaie che per sparire avrebbero minimo richiesto l’intervento di Genya.
Ivan parve svegliarsi solo a vederlo. Lo guardò e chiese: «Va tutto bene?»
«Ho dormito poco.» rispose Kirigan. Aveva dormito un’ora a dir tanto, sia per gli impegni sul fronte di guerra che lo avevano tenuto su fino a sera tarda, sia perché aveva gli incubi. Incubi che generalmente includevano oscurità, volcra e una vecchiaccia dotata di bastone.
Al suo tentativo sconnesso di preparare il caffè, Ivan intervenne e gli prese di mano la moka. «Faccio io, non mi sembra in forma.»
Ivan non era bravo quanto lui a preparare il caffè mattutino, ma viste le condizioni e la stanchezza dell’altro non si poteva chiedere di meglio. Era comunque un caffè bello forte e bevibile.
Kirigan sorseggiò dalla sua tazza il silenzio per qualche minuto, poi si girò a guardare Ivan.
Fu la stanchezza a togliergli quel poco di indifferenza che di solito lo caratterizzava e a fargli porre la prima domanda. «Come vanno le cose con Fedyor?»
Ivan lo guardò, gli occhi parecchio più aperti del solito, poi diede un’occhiata al suo petto scoperto e ai pantaloni di nuovo non suoi, poi lanciò un’occhiata alla porta da cui era entrato, infine rispose: «Direi tutto bene.»
«Diresti?»
«A me sembra vada tutto a meraviglia.»
Kirigan annuì, bevendo ancora del caffè. Appoggiò la tazza poi vicino ai fornelli per sfregarsi gli occhi, nel tentativo di svegliarsi, poi la riprese in mano. Sembrava ancora addormentato.
Ivan attribuì a quello il motivo per cui fece l’altra domanda: «Devo dire di essermelo chiesto spesso… Chi fa cosa tra voi due?»
Lo Spaccacuore lo fissò intensamente. Rimase in silenzio per un momento mentre Kirigan beveva il suo caffè, poi fece: «Mi permetta l’indelicatezza, ma non sono proprio cazzi suoi.»
L’Evocatenebre lo guardò un momento e Ivan strinse la tazza, i sensi all’erta nel caso avesse dovuto scontrarsi con lui.
Poi il generale scoppiò a ridere. Per poco non mollò la tazza, addirittura.
Quando riuscì a smettere, disse asciugandosi gli occhi: «Scusami, Ivan, sono pessimo. Sono davvero troppo stanco oggi, dico cose senza senso. Scusami.»
Era sincero, a Ivan bastò sentire il suo battito per accertarsene. Annuì, poi finì il contenuto della sua tazza e chiese: «Possiamo sempre rimandare la sveglia a tra qualche ora.»
«No, no, ce la faccio. Cancelliamo però la riunione di stasera a meno che non ci sia qualcosa di molto urgente.»
Ivan annuì, poi mise via la tazza e uscì di lì, diretto alla camera che condivideva con Fedyor alla ricerca dei suoi vestiti e della sua kefka. Era ora di tornare al lavoro.
***
Se credere questo sia già messo male, aspettati di vedere tra due capitoli. Questo trash è fasullo, fidatevi, il meglio deve ancora venire
Vi rovinerò Kirigan. E Ivan.
Preparatevi.
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I Caffè delle Quattro del Mattino || Shadow and Bone Show
FanfictionCi sono delle voci che girano al Piccolo Palazzo, voci mai confermate perché la gente di mattina dorme. Voci che dicono che la mattina è possibile trovare in cucina il generale Kirigan, in un pigiama di seta nero e mezzo addormentato, che beve caffè...