Quando quel mattino Kirigan vide con la coda dell’occhio qualcuno entrare in cucina, tirò giù una tazza dall’armadio che aveva sopra.
Rimase sorpreso quando una voce, non di Ivan, chiese: «Posso una tazza anche io?»
Kirigan girò la testa e vide che il suo udito non l’aveva ingannato: Fedyor era lì in cucina, accanto a un Ivan che lo guardava un po’ corrucciato.
«Guarda che è presto, puoi ancora tornare nel letto a dormire per qualche ora. Nessuno attenta alle nostre vite alle quattro del mattino.» mormorò Ivan.
«Ormai sono sveglio, e comunque non succede niente se mi sveglio prima ogni tanto.» ribatté Fedyor con il tipico sorriso usato per comprare qualcuno.
Ivan sospirò, già alla sua mercé. Prima che il sorriso di Fedyor piegasse anche lui, Kirigan si girò e prese un’altra tazza, poi preparò il caffè.
Pochi minuti dopo i tre si ritrovarono con le loro tazze fumanti in mano, appoggiati ai piani di lavoro.
Kirigan esaminò la coppia che aveva davanti. Non aveva dimenticato il quesito che aveva posto a Ivan una volta che era mezzo addormentato e senza i filtri della buona educazione: cercava sempre di capire quei due cosa facessero prima che Ivan si presentasse lì con lui.
L’ipotesi che gli pareva più probabile è che “facessero a turni”, ma nessuno dei due mostrava mai nulla di eventuali nottate di fuoco, quindi non era semplice capire che combinassero: magari si limitavano a dormire insieme.
Di certo non avrebbe chiesto conferma delle sue teorie, o Kirigan era certo Ivan gli avrebbe fermato il cuore fino a farlo morire.
Non si rese conto di averli fissati con insistenza, perso nei suoi pensieri, finché Fedyor non gli scosse una mano davanti e chiese: «Ravka chiama generale, è presente?»
«Scusate, ero immerso nei miei pensieri.» disse Kirigan dopo aver sbattuto le palpebre almeno una decina di volte.
«Da come ci stava guardando sembrava volesse chiedere qualche round in un letto.» commentò ridendo lo spaccacuore.
«No, grazie, ho già dato. Mai più.»
Si rese conto della risposta che aveva dato solo quando seguì un silenzio decisamente imbarazzante. Ivan aveva gli occhi sbarrati, Fedyor un’espressione a metà tra la sorpresa e la voglia di ridere.
«Che c’è? In cento e passa anni finisci per fare esperienza per forza...» fece Kirigan prima di concentrare il suo sguardo sulla tazza e sul caffè. Tra l’altro aveva avuto anche più tempo di “soli” cento anni, ma loro quello non dovevano saperlo.
«Questa sì che è una sorpresa. Non l’avrei mai pensato.» disse infine Fedyor, riprendendo a bere caffè come se niente fosse.
«Non la credevo il tipo che… prende.» fece Ivan.
«L’altra volta mi hai detto di farmi i cazzi miei, Ivan, quindi non indagare.» lo rimbeccò Kirigan. «E poi è successo parecchio tempo fa, non è un gossip da Piccolo Palazzo.»
Finì la sua tazza di caffè e la mise nel lavandino, poi disse: «Oggi si parte per dirigerci verso il campo davanti alla Faglia. Già che siete in piedi entrambi, spartitevi i preparativi: dopo mezzogiorno partiamo.»
I due annuirono all’unisono e finirono i loro caffè, poi i tre si separarono, dirigendosi a iniziare i preparativi.
***
Che dire, credo qua di aver superato me stessa.
Ci tengo a precisare che no, non ci vedo Kirigan a farlo con un uomo. Nom credo di vedercelo nemmeno come sottomesso di una donna anche se nella serie era un po' sottone.
L'ho fatto per il drama. Tanto so che vi piace :D
Bye~
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I Caffè delle Quattro del Mattino || Shadow and Bone Show
FanfictionCi sono delle voci che girano al Piccolo Palazzo, voci mai confermate perché la gente di mattina dorme. Voci che dicono che la mattina è possibile trovare in cucina il generale Kirigan, in un pigiama di seta nero e mezzo addormentato, che beve caffè...