CAPITOLO 6

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La gelosia è figlia dell'orgoglio ma si spaccia per sorella dell'amore.
- Anonimo

< Tanto ti prenderai gioco di me > 

somigliava ad una riflessione detta ad alta voce.

< Che intendi dire? > chiese calmo. Lei scosse la testa.
< Forza! > la intimò Niccolò con ancora i palmi delle mani aperti verso di lei.

< D'accordo > sorrise di rimando nella speranza che lui dimenticasse quello che aveva detto. Afferrò finalmente le mani del ragazzo. Lui camminava all'indietro sul bagnasciuga guidandola sempre più vicino alla schiuma rilasciata dal mare.

< Se hai intenzione di buttarmi in acqua... sei una brutta persona > rise cercando di guardare i suoi occhi sotto gli occhiali da sole. Cosa che risultava alquanto difficile.

< Quindi non sono una brutta persona? > chiese fingendosi sconvolto.

< Non ho mai detto che tu lo fossi, ma se mi butterai in acqua... > fece la sua premessa prendendo un sospiro < Lo diventerai! >

Si sentì quasi onorato da quel complimento e allo stesso tempo, il fatto che fosse inaspettato gli piacque moltissimo. Lo faceva sentire un bambino.

Entrambi si squadravano mentre i passi diventavano sempre più lenti, fino a fermarsi. Le onde riuscivano a raggiungere i piedi dei due ragazzi, ma solo per sfiorarli dolcemente. 
Anna sapeva a cosa stava andando incontro, non era stupida. In qualche modo quel lato di Niccolò la faceva impazzire. Si sentiva anche lei come una bambina pronta a buttarsi nel vuoto, purché a tenerle la mano ci fosse lui. 

< Quindi?! > prese parola lei con fermezza < Quale sarebbe questa citazione? >

< Non è proprio una citazione > iniziò a gesticolare imbarazzato < E' più che altro una mia citazione, un mio pensiero interno ecco >

Ad Anna piacevano i discorsi di Niccolò. Le piaceva quando si perdeva fra le parole, fino a dimenticarsi di cosa stesse parlando, con il suo sguardo confuso e alla ricerca di quello di cui stava discutendo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma adorava abbandonarsi a quel suo linguaggio profondo e caotico.

D'altro canto Niccolò non ci teneva a fare la figura dello stupido, si stava per esporre, stava cercando di continuare ad ampliare quella sua capacità di ascolto. Quella che Valerio gli aveva tanto criticato tanto il giorno prima.

< La vedi la sabbia? >

< Sì, Niccolò, la vedo > rispose quasi ironica. Lui ne prese un pugno fra le mani e poi lo lasciò andare verso terra < Che vorrebbe dire? Cioè che significa? > 

< Il mondo è pieno di persone e tutti ci ripetono che siamo uguali > abbassò lo sguardo sui sui piedi < Noi valiamo tutti allo stesso modo, giusto! Ma non siamo perfettamente uguali ed è questa la bellezza di quello che siamo o almeno dovrebbe esserlo >

< E' ammirevole > constatò la ragazza.

< Cosa? >

< I tuoi pensieri. Tu sai sempre quali sono le parole giuste > parlò con sincerità.

< Be' in realtà, ho detto questo perché io paragono tutti noi ai granelli di sabbia, e se osservi bene, qui nessuno è escluso > finalmente ebbe il coraggio di posare gli occhi, se pur coperti dagli occhiali da sole, su quelli della ragazza davvero incuriosita del suo discorso e con più sicurezza continuò.
< Nella vita invece gli esclusi ci sono davvero, magari se smettessimo di assomigliarci, ma iniziassimo ad amarci per quello che siamo, non esisterebbero esclusi, così come le persone dimenticate >

Le farfalle sbocciano come i fiori | ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora