Capitolo 2- Scelte.

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Capitolo 2- Scelte.

Roma, aeroporto di Fiumicino, 03 Agosto 2018 23.30

Claudio's POV.

La vita è fatta di attimi. Non ricordo ora dove ho letto questa frase, ma non potrebbe essere più giusta in questo momento. Se non ci trovassimo in un aeroporto pieno di gente che tento invano di scavalcare per raggiungere l'uscita, mentre nei miei occhi si formano delle maledette lacrime (da quando non piangevo? Boh non lo ricordo proprio), avrei detto che la vita è fatta di scelte. Alcune sono più o meno consce, mentre altre decisamente impulsive e devastanti. Avrei detto che noi siamo le nostre scelte, anche se ciò non è propriamente vero, visto che spesso siamo coinvolti e coinvolgiamo nelle nostre scelte persone che forse vorrebbero tutt'altro. Avrei detto che non esiste il destino, il karma, o qualsiasi entità superiore capace di guidare e fermare le nostre scelte e le nostre azioni. Ma ora, a conti fatti, è davvero così? Io non lo so più. In realtà al momento non ricordo neanche il mio nome, ma sono sicuro di una cosa. Qualsiasi cosa succeda da qui alle prossime ore ne varrà della mia vita, perché vivere senza di LEI è un pensiero che non mi ha mai attraversato, neanche mentre prendevo il taxi per questo stramaledettissimo aeroporto PIENO DI GENTE (che sono nel panico l'ho detto già? Io Claudio Conforti, il più grande medico legale della Capitale noto per la mia compostezza, sto avendo un attacco di panico) per allontanarmi da lei. Perché una cosa è saperla felice con il suo reporter a quella maledetta festa, ma viva, e una cosa è non sapere se riuscirò ancora a vedere i suoi bellissimi occhi verdi. Ti prego Alice, mia amata Alice, non lo fare, non te ne andare, non posso sopravvivere al pensiero di averti sulla mio tavolo settorio, non posso. Ti prego.

Mezz'ora prima.

E così me ne sono andato. Si lo so potete pensare che io sia un codardo, un vile, ma credetemi la visione della mia Alice insieme a quel reporter da strapazzo non la potevo più sopportare. Mi stava uccidendo. A poco a poco, come il veleno uccide i topi, stordendoli prima e tramortendoli poi. Eppure questa volta ci avevo creduto. Avevo creduto fino all'ultimo che questa sarebbe stata la volta buona per me e Alice, ma infondo cosa mai posso offrirle io? Io che solo alla parola futuro mi viene l'orticaria. E poi Alice merita il meglio, merita qualcuno che la ami incondizionatamente, che la renda una moglie ed una mamma meravigliosa, che la accompagni a fare la spesa il sabato e alle partite di calcetto la domenica mattina. E questa persona non posso essere io. Certo sapere che ancora una volta lei è caduta nella rete del mio acerrimo nemico mi fa imbestialire ma almeno so che lui la ama davvero.

Ciò non vuol dire, però, che mi mancherà di meno. Anzi, Alice mi mancherà come l'aria e lo so che sarà dura andare avanti in una nuova città, addirittura in un nuovo Stato, ma non posso rimanere qui a Roma, tutto mi parlerebbe di lei, di noi, di quel noi che siamo stati e di quel noi che avremmo potuto essere se entrambi non avessimo dato peso a tutte le nostre insicurezze e ai nostri dubbi. Non ce l'avrei fatta a rimanere a Roma, vedendola ogni minuto della giornata e non potendola toccare, stringere a me e aspettare quando cadeva la notte e puntuale veniva da me, nel mio letto caldo. Anche la casa mi parla inesorabilmente di lei e di noi. Proprio ieri mentre inscatolavo tutto ho trovato una sua maglia nella biancheria sporca. Il Claudio di un paio di mesi fa avrebbe dato di matto e l'avrebbe accusata di volerlo mettere al guinzaglio come era già successo con lo spazzolino. Ma ieri, ieri guardando quella maglia ho provato solo tanta amarezza. Ah Sacrofano che cosa mi hai combinato? Perché non riesco ad essere più razionale e distaccato quando si parla di te? Come mi sono ridotto così?

Forse infondo una risposta a tutte queste domande non c'è. Forse infondo doveva andare così. Forse infondo Alice è capitata sulla mia strada e dentro la mia vita solo per farmi capire che esiste altro oltre alla soddisfazione e all'appagamento lavorativo. Che alla fine tutti, ma proprio tutti, avevano ragione, la vita è fatta di scelte e io quelle chiavi, quelle veramente importanti, non ho saputo farle.

Che poi, diciamocelo, neanche lei ha saputo scegliere bene determinate volte. Guarda dove si trova ora! Io avrò anche sbagliato ma ricacciarsi nelle braccia di quello che l'ha sempre illusa con le belle parole per poi sparire per mesi interi e non esserci quando ne aveva più bisogno, non è propriamente una scelta saggia. Ah caro reporter da strapazzo, se tu non fossi il figlio del mio mentore, di colui che considero come un secondo padre, un bel cazzotto in faccia non te l'avrebbe tolto nessuno. Per non parlare di Sergio. Lui però questo famoso cazzotto l'ha avuto. Eccome se l'ha avuto. È vero io ho fatto un macello nella sua vita, in quella di Daniela e in quella di Martina, ma a mia discolpa posso dire che io veramente non sapevo che Daniela era la moglie. Tu, caro Sergio, cosa puoi dire a tua discolpa? Menomale che Alice l'ha capito (quasi) subito che la stavi usando. Altrimenti altro che cazzotto!

Ed ora eccomi qua, in aeroporto, pronto a volare in un nuovo continente, chissà forse anche in un nuovo capitolo della mia vita. Avrai trovato il mio ultimo regalo e letto la mia lettera, cara Alice? Vorrei proprio essere lì per vedere la tua faccia, ma forse è meglio così. Sicuramente ti starai facendo mille domande, domande a cui non so dare una risposta. Mi sembra quasi di sentirti... E no non lo so perché ti ho comprato un anello come regalo d'addio. Forse in ricordo di quello che saremmo potuti essere? Forse per farti ricordare in un futuro che c'è stata una persona che ti ha amata, contro tutti, persino contro se stesso. Perché si Alice, ti ho amata, e forse ti amo ancora, ed è per questo che devo allontanarmi, perché solo migliaia di migliaia di chilometri di distanza forse aiuteranno a far voltare pagina ad entrambi.

Mentre sono perso nei miei pensieri il mio volo per Washington viene annunciato e sto per andare verso il gate quando il mio cellulare inizia a suonare. Un rapido sguardo mi dice che non sei tu (che cos'è delusione questa?) ma Proietti. Proietti? Ma perché mi chiama a quest'ora con la festa in istituto a pieno regime? Sono quasi tentato di non rispondere ma poi qualcosa mi blocca e in un secondo mi porto il telefono all'orecchio.

''Proietti, guarda che non mi interessa né se si tratta di un sopralluogo, né se sei ubriaca'' ''Claudio..'' ''Lara che succede?'' il mio tono cambia completamente, insomma se Proietti mi chiama per nome qualcosa di brutto deve essere successo. ''Ali.. ce.. mac.. ina..'' non riesce neanche a parlare tanto singhiozza. ''Lara, Lara, fermati respira. Che è successo, dov'è Alice? Sta bene?'' ''Claudio'' la voce ora non è più quella di Lara, ma quella di un Giorgio ugualmente disperato ed in un attimo è come se la mia mente riuscisse a mettere insieme tutti i pezzi di un complicatissimo puzzle. E l'immagine che esce non mi piace affatto. Sento tutto di me tremare e sono sicuro che se non fossi appoggiato ad una sedia sarei già caduto. ''Giorgio, ti prego non dirmelo'' ''E' viva Claudio, respira, è viva. Ma stiamo andando in ospedale. Non sappiamo che cosa è successo. So solo che hanno chiamato Marco dicendo che Alice è rimasta vittima di un agguato. La stanno operando mentre parliamo.'' Un agguato? Ma cosa? Oddio Alice in che guaio ti sei cacciata sta volta? ''Che ospedale Giorgio?'' ''Al Santo Spirito. Ma dove sei? Ce la fai a guidare? Vuoi che ti venga a prendere?'' Giorgio forse è uno dei pochi che si è accorto dei miei sentimenti, forse anche prima di me, ed è stato sempre lui a farmi aprire gli occhi. E sapere che si preoccupa per me è una sensazione strana. ''No grazie Giorgio, non sto con la macchina. Ci vediamo in ospedale. Cinque minuti e sono lì.''

Ed eccomi qui, di corsa verso l'uscita di questo aeroporto, di corsa verso di te, amore mio.

Come dicevo la vita è fatta di scelte. E spero davvero con tutto me stesso che stavolta la scelta che stiamo subendo tutti noi non si tramuti nel mio peggiore incubo.

Fede's point!

Eccomi qui. Per prima cosa mi scuso enormemente per l'abissale ritardo di questo capitolo ma tra lavoro e impegni vari non ho trovato un minuto libero e rilassante per mettermi a scrivere. In ogni caso eccoci tornati qui. Come anticipato abbiamo un altro punto di vista oggi e precisamente quello del nostro CC, più affascinante e in preda al panico che mai. Secondo voi in che guaio si è cacciata la nostra Alice stavolta? Ma soprattutto quali sono le sue condizioni di salute? Vi aspetto nei commenti, mi raccomando!

Until next time!

Fede <3

L'Allieva 3- Life is too short.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora