Marinette si ritrovò in una Parigi non ancora distrutta, con il costume di Ladybug in dosso. Senza perdere la concentrazione, si guardò intorno per cercare degli indizi che le dicessero come comportarsi e cosa fare.
La data su un cartellone pubblicitario le saltò subito all'occhio e non impiegò molto a capire cosa dovesse cambiare. Quello era il giorno in cui Adrien aveva finalmente corrisposto i suoi sentimenti, il giorno in cui lui aveva scoperto chi si nascondesse dietro la maschera della forte e coraggiosa supereroina di Parigi. Il giorno in cui lei aveva commesso l'errore che aveva portato alla completa distruzione.
Veloce, si diresse saltando sui tetti della città per raggiungere Villa Agreste e cancellare il suo nome dal regalo che aveva confezionato per il ragazzo, in modo da rimediare finalmente al suo sbaglio.
Doveva trovare il modo per non incontrare la Ladybug di quel presente così da non doverle delle spiegazioni e, fortunatamente, aveva già in mente un piano. Aveva ancora un po' di tempo prima che l'altra sé stessa portasse il regalo; quindi, si precipitò nella stanza del modello, chiuse a chiave la porta e attese nascosta.
Quando la seconda Ladybug si presentò e posò il regalo sul letto di Adrien, Marinette sentì quest'ultimo dall'altra parte della porta mentre cercava invano di aprirla, mentre l'altra sé stessa fece in tempo a uscire dalla stanza.
Marinette andò quindi a prendere il dono, cancellando il nome scritto su di esso. Doveva eliminare ogni cosa che potesse in qualche modo permettere a lei e Adrien di avvicinarsi e quello era l'unico modo.
Fatto ciò, fece scattare la serratura per permettere al ragazzo di entrare nella stanza e non appena varcò la soglia, lei scomparve.
Si ritrovò nel tunnel spazio-temporale e davanti a lei si formò un nuovo varco. Dopo qualche istante, decise di attraversarlo e si ritrovò in... un bagno?
«Cosa diavolo significa tutto questo...?» sussurrò non riuscendo a capire cosa ci facesse in quel posto. Come se non bastasse quella volta non era una copia, in qualche modo sapeva che non ci fosse un'altra sé stessa da fermare o da evitare. C'era solamente lei, come se la sua mente avesse momentaneamente sostituito quella della Marinette del passato.
All'improvviso, una voce che avrebbe riconosciuto tra mille la riportò sull'attenti: «Marinette? Va tutto bene?»
«Tikki! Sei proprio tu?» Si lasciò sfuggire dalla sorpresa.
La kwami la guardò confusa: «Ehm... sì?»
La corvina sgranò gli occhi e si schiarì la voce non appena comprese il suo errore: «Ma certo che sei tu, scusa, mi ero un attimo distratta. Dove siamo?»
«Marinette, sicura di star bene? Siamo al museo delle cere Grévin, stavamo parlando di Adrien fino a un momento fa...»«Oh, ma sì! So dove siamo, volevo dire "andiamo"! Sai che quando si parla di Adrien finisco per dire cose senza senso. Usciamo da qui?» Iniziò a blaterare sperando di non destare sospetti. Tikki esitò qualche secondo, ma alla fine annuì e si infilò nella sua borsetta.
Marinette uscì dal bagno e, come previsto, non appena si voltò vide davanti a sé quella che sembrava la statua di cera di Adrien.La situazione era ormai chiara, sapeva perfettamente cosa fare. Se la Marinette del passato aveva iniziato a sfiorare dolcemente il suo viso e se, alla fine, aveva cercato di baciarlo, adesso lei non avrebbe dovuto fare altro che svelare le vere intenzioni del ragazzo.
Si avvicinò di più a lui e si schiarì la voce: «Adrien, guarda che non ci casco. So che sei tu, non mi farò spaventare in questo modo.»
Il giovane resistette ancora per un po', ma alla fine cedette: «Oh ma andiamo, come hai fatto a capirlo?» Protestò ridendo e allontanandosi di qualche passo.«Hai presente il sesto senso femminile? Ecco come ho fatto!» Rispose ridendo anch'ella cercando di recitare al meglio la sua parte. Non si sarebbero creati strani malintesi, non quella volta.
«Forza, andiamo a cercare gli altri.» Disse poco prima di scomparire e tornare all'interno del cunicolo spazio-temporale.
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Viaggio verso l'orizzonte - Chat Blanc // miraculous
FanfictionMarinette aveva avuto tanto tempo per decidere, eppure aveva preso la scelta sbagliata. Tutto ciò che conosceva era stato distrutto. Tutto ciò che aveva era andato in pezzi. Tutto ciò che amava era scomparso. Era completamente sola, non aveva più sp...