Era il terzo turno di Jisung al Twin Oaks, il pub in cui era riuscito ad ottenere un lavoro. Pensava che le cose sarebbero migliorate con il tempo, ma questa credenza non si applicava al suo lavoro dato che ogni turno sembrava peggiorare sempre di più, con più ansia ogni volta. Non aveva pause molto spesso, ma un giovedì riuscì a prendersi dieci minuti quando il pub non era pieno. Al momento era seduto fuori, sui gradini che conducevano al pub, e stava congelando ma Jisung ancora non poteva convincersi a rientrare. Se il direttore gli avesse urlato una volta ancora pensava avrebbe potuto piangere.
"Non è un po' freddo qui fuori?" chiese una voce che fece sobbalzare Jisung, avendolo colto di sorpresa. Si voltò per vedere Chan e spostare velocemente lo sguardo, sentendosi imbarazzato. Ancora non era sicuro di come si sentisse a lavorare nello stesso posto della persona che aveva ammirato per così tanti anni, ma era sollevato dal fatto che Chan lavorasse in cucina e lui in sala. Se avesse dovuto lavorare in cucina sapeva avrebbe fatto molti errori per il nervosismo. Chan si sedette vicino a Jisung e prese un pacchetto di sigarette dalla tasca. "Scusa se ti ho spaventato." Ridacchiò, accendendo la sigaretta che aveva tirato fuori e posizionandola tra le proprie labbra. "Fumi?"
"No, scusa." Jisung scosse la testa.
Chan rise: "Ti scusi perché non fumi?"
Un piccolo sorriso comparse sulle labbra di Jisung mentre Chan metteva via il pacchetto. "Già, immagino fosse una cosa stupida da dire."
Jisung guardò Chan mentre faceva un tiro. Il fumo fu trascinato nella direzione opposta a lui, con il violento vento che scompigliava i capelli di entrambi. Tuttavia, a Chan non sembrava dare molto fastidio. "Come va con il rap?"
"Ah" Jisung inspirò prima di ridacchiare "beh, il rap è ok, ma la sicurezza è un'altra storia."
"Capisco. Anche io diventavo facilmente nervoso le prime volte." Ammise Chan
"Davvero?"
"Assolutamente!" Disse, fermandosi per fare un altro tiro prima di continuare. "Non dirlo a nessuno ma ero così nervoso prima di quello che sarebbe dovuto essere il mio primo cypher che sono corso via."
"Non mi aspettavo che tu diventassi nervoso. Sembri così... perfetto." Ammise Jisung quando non riuscì a trovare una parola migliore da usare. Era la verità però. Da una parte, Jisung aveva visto Chan come una qualche sorta di figura intoccabile che non era umana, ma ora stava iniziando a realizzare quanto si fosse sbagliato perché Chan era esattamente come lui, a parte per il fatto che lui aveva inseguito quello che voleva.
"Siamo tutti umani sotto le nostre maschere."
-
Il tempo era terribile quel venerdì sera. Era stato nuvoloso tutta la settimana, ma alla fine ora era scoppiato il temporale. Il vento era forte abbastanza da spingere indietro le persone e la pioggia era così pesante da far male quando colpiva, ma Changbin si stava comunque mettendo il cappotto e le scarpe vicino alla porta di ingresso di Felix.
"Bin, non credo sia una buona idea uscire stanotte. Saltiamolo per una volta." Felix tentò di persuaderlo, non volendo lui stesso uscire ma soprattutto preoccupandosi per la salute di Changbin che stava giusto iniziando a migliorare.
"Mi sono perso già troppe cose all'Underground. Voglio solo andare a vedere." Spiegò Changbin, guardando con occhi speranzosi Felix da dove era accovacciato sul pavimento per allacciarsi le scarpe. "Per favore, Lix?" pregò con un piccolo broncio sulle labbra.
Felix sospirò: "Ok, credo."
"Oh, non uscirete con questo tempo, vero ragazzi?" gridò la madre di Felix mentre si affrettava nell'ingresso dalla cucina adiacente. "Vi ammalerete!"
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The Underground - 3RACHA (Ita)
Fanfiction1992, in una città malfamata fuori da Londra, c'è un edificio chiamato "The Undergound" dove giovani persone si radunano per esibirsi in cypher e in scontri di rap. Chan è un rapper ben conosciuto lì. Si è esibito per nove anni consecutivi e ha vint...