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Felix era arrabbiato. Non smise di guardare male Changbin per tutta la strada verso casa sua e una volta che lui, Changbin e Jisung furono entrati, chiuse la porta facendola sbattere. Era chiaro che a Changbin facesse male tutto, ma non lo avrebbe mai ammesso. Quando si tolse il cappotto Felix vide le macchie rosse sulla sua maglia e sbuffò. "Togliti la maglia" disse oltrepassando Changbin mentre andava in cucina.

Changbin gli andò dietro, ridendo. "Ma Felix, abbiamo compagnia!"

Felix voltò la testa verso Changbin mentre cercava tra i cassetti, fulminandolo con lo sguardo per fargli vedere che non stava scherzando. Trovò il kit di primo soccorso e si avvicinò al tavolo su cui Changbin stava sedendo. Incrociò le braccia al petto e Changbin sospirò, sfilandosi finalmente la maglia e tirandola dietro di lui. "Felice?"

Jisung, che stava in piedi vicino all'entrata della cucina, spalancò gli occhi alla vista. "Cazzo, cosa è successo?" Chiese, guardando la ferita riaperta attraverso il busto di Changbin. Il sangue macchiava quasi tutto il suo petto e fece torcere lo stomaco di Jisung. Dovette distogliere lo sguardo.

"Sono stato attaccato con un coltello." Affermò Changbin, seguito da un urlo di dolore dopo che Felix spruzzò il disinfettante senza avviso. "Cristo, Felix! Fa male."

"Ti sei appena picchiato con qualcuno che avrebbe potuto facilmente ucciderti e ti lamenti per un po' di disinfettante spray? Non fare il bambino."

"Ok, qualcuno è incazzato." Sussurrò Changbin, alzando le mani in segno di resa.

"Bendati." Disse Felix, lanciando le garze a Changbin e affrettandosi verso la sua stanza. Si fermò solo quando passò vicino a Jisung e gli sorrise. "Puoi restare qui stanotte se vuoi. Fuori è buio e freddo quindi puoi prendere uno dei letti a castello." suggerì, voltandosi per guardare Changbin un'ultima volta. "lui può dormire sul divano."

"Grazie." Jisung sorrise e Felix riprese la sua strada verso la camera. Quando Jisung si girò verso Changbin, lo vide cercare di avvolgere le garze intorno al suo busto e non poté fare a meno di ridacchiare. "Vuoi che ti aiuti?" si offrì.

"No, ci riesco." Insisté Changbin. Jisung continuò a guardarlo mentre faticava con le garze finchè alla fine non le gettò a terra con un sospiro frustrato.

"Ecco." Disse Jisung, abbassandosi per raccoglierle, e si mise davanti a Changbin. "Non è così difficile una volta che ci prendila mano." Spiegò e mosse le mani intorno alla schiena di Changbin, circondandolo con le braccia. Poi iniziò ad avvolgere le garze intorno al suo busto, facendo del suo meglio per non fargli male. Una volta che le garze furono ben avvolte, le legò e guardò il viso di Changbin sorridendo. "Fatto!"

"Sei molto più delicato di Felix." sorrise Changbin. "Grazie, Scoiattolo."

"S- scoiattolo?" chiese Jisung, aggrottando le sopracciglia allo strano nomignolo.

"Si, sai, come quelli del parco." Disse Changbin, saltando giù dal tavolo e rimettendosi la maglietta nonostante il sangue che la macchiava. "Nessuno ti ha mai detto che assomigli a uno Scoiattolo?"

"Beh... no, non credo." Jisung scosse la testa. "È una cattiva cosa?"

"Ti piacciono gli scoiattoli?"

"Si, certo."

Changbin ridacchiò. "Allora non è una cattiva cosa, giusto, scoiattolo?"

-

Prima che Jisung conoscesse Changbin, non vedeva una persona in lui. Era a malapena un rapper aggressivo sul palco perché era così che tutti vedevano SpearB. Dai suoi testi, Jisung immaginò che ci fosse molta violenza nella sua vita, che si è rivelato essere vero, ma Jisung poteva vederlo come più di quello ora. Erano le piccole cose che iniziarono a rendere Changbin umano all'inizio, come il suo sorrisetto ogni volta che faceva un commento sarcastico o il fatto che non sembrava pentirsi di nessuna cosa avesse detto o fatto.

Era domenica pomeriggio e Jisung aveva passato con i due tutto il pomeriggio. Per una volta stava cominciando a sentirsi come se appartenesse a qualcosa, ma non voleva alzare le proprie speranze, quindi sedeva con uno spazio tra lui e Changbin sul divano. Changbin stava mangiando una Pop-Tart al cioccolato e stava guardando un programma su un caso di omicidio con Jisung mentre Felix stava pulendo la cucina per la madre che era andata a lavoro. Sia Changbin che Jisung si erano offerti di aiutarlo ma Felix aveva insistito che sarebbe stato più facile da solo.

"Ti faccio paura per caso? Perché sei seduto così lontano?" chiese Changbin, guardando Jisung che si era spinto contro il bracciolo del divano.

"No, no!" Jisung scosse la testa. "È solo che... non volevo darti fastidio."

Changbin lasciò andare una risata. "Sei strano."

"Grazie..." mormorò Jisung, incerto sul modo in cui avrebbe dovuto rispondere. Le sue gambe erano piegate contro il suo petto e le abbracciava stringendole. Cercò di concentrarsi sul caso di omicidio ma non sapeva cosa stesse succedendo e non era così interessante in ogni caso.

"Sembri annoiato." Affermò Changbin quando lanciò ancora un'occhiata a Jisung. Prese il telecomando e glie lo passò. "Scegli qualcosa, Scoiattolo."

"Non assomiglio a uno scoiattolo." Mormorò Jisung ma prese il telecomando. Iniziò a girare tra i canali finchè non trovò qualcosa che catturò la sua attenzione.

"Cartoni? Ti piacciono i cartoni?"

"Si." Ammise Jisung senza vergogna.

Changbin roteò gli occhi. Una volta finita la sua Pop-Tart, chiese: "Quindi, perché vai all'Underground? Sei un rapper?"

"Ah" Jisung mordicchiò il suo labbro inferiore. "Ci ho provato... Mi sono bloccato per l'ansia però."

"Succede anche ai migliori." Disse Changbin. "Tranne me... non mi è mai capitato."

Jisung rise. "lo so. Ho visto quasi tutti i tuoi cypher."

"Ooh, un fan!" scherzò Changbin. "Beh posso sentirti rappare? Sei bravo?"

"Ricevere un complimento da CB67 mi rende bravo?" chiese Jisung.

Changbin ci pensò per un momento. Dopo la sua riflessione, disse: "No, devo sentirlo io."

"Allora dovrai aspettare che la mia ansia da palcoscenico sparisca magicamente."

"Non è giusto. Questo non è un palco, non puoi avere ansia da palcoscenico se non sei su un palcoscenico!"

"Si, posso."

"No, non puoi."

"Non rapperò comunque per te." Jisung fece una linguaccia e Changbin spalancò la bocca.

"È maleducato! Pensavo fossi un ragazzo dolce." Scosse la testa in disapprovazione e incrociò le braccia al petto.

Jisung ridacchiò. "E io pensavo che fossi figo quindi immagino che ci sbagliavamo entrambi."

"Ouch, questa ha fatto male! Sei probabilmente un bravo rapper perché sai come rendermi insicuro!" disse Changbin, con tono ricco di sarcasmo. Jisung non poteva ricordare l'ultima volta che aveva scherzato con qualcuno in questo modo, se lo aveva mai fatto, ma gli piaceva. Non sapeva quanto tempo avrebbe passato con Changbin nel futuro, ma sperava che fosse molto.

The Underground - 3RACHA  (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora