Capitolo 1

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Sono seduto a terra, con la schiena appoggiata alla parete. Essa non ha una temperatura fredda o calda, ha sempre una temperatura mite. Alzo la testa e guardo il soffitto, lo trovo molto particolare...
Guardarlo mi rilassa sempre. In esso posso vedere il mio riflesso, non so se è vetro oppure un'altro materiale trasparente.. Però mi piace guardare quella lucentezza. Muovo la mano come per salutare e vedo il movimento nella mia figura riflessa. Questa mia breve contentezza finisce nel momento in cui vedo quel numero.. Il numero presente nell'uniforme che indosso.
Stringo quel maledetto numero che rappresenta la mia maledizione..6 , è questo il mio numero.
Stringo quel numero con tutte le mie forze. Vorrei poterlo strappare ma è impossibile.
Mentre osservo con frustrazione quel numero sulla mia uniforme, sento per l'ennesima volta quella voce registrata dell'altoparlante..

[In questo laboratorio si deve rispettare la disciplina.]

Questa è la frase che ci ripetono ogni giorno. Non capivo cosa significasse
all'inizio. Con il tempo imparai che quella frase, sarebbe rimasta nella mia mente come un marchio incandescente.

Chiudo gli occhi per un momento, ripensando a ciò che mi è successo stamattina.

Dopo che ci siamo svegliati tutti alle 8, siamo andati nei bagni accompagnati da quelle persone..
Li ci hanno lavato tutti,uno per uno. È bello perché ci rinfreschiamo, diventiamo belli puliti e contenti.Qui tengono molto all'igiene, quando qualcuno di noi si  sporca, non passano nemmeno cinque minuti che provvedono a pulirlo.

Poi arriva il momento di fare colazione. Andiamo alla mensa, ci fanno mangiare una colazione nutriente e salutare a base di:riso, uova, pane, verdura.

Finita la colazione, possiamo riposarci per mezz'ora. In questa mezz'ora possiamo divertirci. Ci piace parlare tra di noi, di tutto quello che ci viene in mente. Questo è un bel momento della giornata, si potrebbe dire che è la quiete prima della tempesta.

Perché dopo la colazione, arriva l'ora peggiore della giornata...

L'ora dello studio.
In quest'ora andiamo tutti in quell'aula. Quelle quattro pareti, rappresentano il nostro incubo. Quando entriamo qui, la prima cosa che si nota quando si entra in questa stanza è la sua grandezza.Talmente grande da poterci contenere tutti senza problemi.

Ognuno di noi va al proprio banco e si siede. In quest'aula ci sono 30 banchi, rispettivamente siamo esattamente, metà maschi e metà femmine.

Qui non si studiano le classiche materie di una scuola normale. È qualcosa di totalmente diverso e assurdo... Ci fanno studiare dei fogli dove sono scritte delle storie.Ognuno ha una storia diversa, che deve leggere e imparare. Non a memoria ma in un modo più particolare. La mia storia di oggi è:

"Un ladro sta facendo una rapina perché non ha soldi e deve sfamare la famiglia.
Si fa consegnare i soldi dal cassiere spaventato, però arriva una guardia e punta la pistola contro il rapinatore. Cosa faresti nei panni del rapinatore:
sparerai per sopravvivere o ti farai sparare morendo?"

Abbiamo 5 minuti, per pensare alla risposta.
Finito il tempo a disposizione, suona la campana. Tutti ci alziamo in piedi e ci chiamano uno a uno alla cattedra.

"Vieni avanti, N 6."

Mi alzo dalla sedia e vado alla cattedra. La cattedra non è molto lontana dei banchi, quindi arrivo velocemente.
Li mi aspetta seduto, con una mano sulla guancia, il nostro insegnante, Ibiki.

L' insegnante mi dice con tono rilassato.

"Allora, N 6 Minato, la tua è la storia sul rapinatore,
qual'è la tua risposta?"

"Sensei,i-io non voglio che nessuno muoia, perciò proverei a scappare senza uccidere nessuno."

"Minato, perché continui a pensare in questo modo?Dovresti esserne consapevole, di ciò che riceverai dandomi questa risposta.."

The Life of a Tool                                    (La Vita di uno Strumento)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora