Capitolo 1.

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Domenica 1 marzo 2015, ore 15:00. Ero stravaccata sul divano con il telecomando in mano in cerca di qualche programma figo in tv; in quel periodo ero in fissa con glee, su Sky stavano facendo tutte le repliche e io ogni giorno ero lì incollata alla tivù. Ma quel pomeriggio non facevano, così annoiata, decisi di uscire e andare a fare una passeggiata al parco. Nonostante il freddo pungente, il sole splendeva nel cielo limpido e io avevo voglia di gelato al cioccolato. I miei erano fuori, come al solito e le mie sorelle erano uscite. Così infilai il cappotto, presi iPhone e cuffiette e uscii. Mi sentivo strana, la mia vita era completa e apparentemente ero felice, io apparentemente mi vedevo felice, ma c'era qualcosa dentro di me, come una voce, una sensazione che mi faceva capire che non era così.
Misi le cuffiette e feci partire "stay with me" di Sam Smith, fantastica.
Mentre camminavo tra il verde del parco, pensavo a cosa mi mancasse: avevo dei genitori fantastici, sorelle e tanti amici che amavo, e allora?
Dopo 10 minuti di camminata arrivai alla gelateria e presi il mio bel gelato e iniziai a gustarlo come se non avessi mai assaggiato un gelato in vita mia, cosa assolutamente non vera.
Finito il gelato, mi alzai dalla panchina sulla quale mi ero seduta e fui attratta da un gruppo di ragazzi che giocavano a calcetto in un campetto.
Erano molto agguerriti, in particolare c'era un ragazzo, basso, sembrava un fungo, aveva gli occhi marroni e dei ricci, dovevano essere morbidi anche se non li avevo toccati, che sbraitava e imprecava ogni volta che ricevevano un goal o qualche compagno sbagliava:"ma che coglione!" - pensai.
Così me ne andai gironzolando ancora un po' in giro. Erano le 16:30, così decisi di andare al centro commerciale, era il mio rifugio. Posto poco romantico, ne sono consapevole, ma io tutto sono al di fuori che romantica. Quando qualcosa non andava mi rifugiavo là; non andavo perché mi distraevo comprando vestiti, ma amavo guardare la varietà di persone che si trova: ci trovi le coppiette felici o qualcuna che litiga, persone sposati con figli piccoli, ci trovi il ragazzo stronzo e quello dolce, dodicenni truccatissime e poco vestite (degrado), insomma ci trovi di tutto. Mentre giravo tra la gente e osservavo ogni minima cosa, sentii un "a fregnaaa", non mi girai pensando che non si riferissero a me:"ao e fai finta de non sentì?" - e mi sentii una pacca sulle spalle, mi girai:"scusa?" - mi ritrovai un gruppo di ragazzi davanti, erano una squadra di quelli che stavano giocando a calcetto c'era anche il fungo coglione - "da dietro abbiamo visto un bel culo" -disse uno - "ma la pianti? Coglione morto di figa" - dissi andandomene.
Erano le 17:00 quando decisi di ritornare a casa, così andai verso l'uscita quando urtai contro qualcuno ritrovandomi per terra, figura di merda.
"perdonami!" - era il fungo coglione, ero rossa come un peperone - "colpa mia, sono distratta" - mi rialzai da terra e lui sorrise, era un coglione ma aveva un sorriso incantevole - "sono Mirko, tu come ti chiami? Ragazza acida e distratta?" - disse -"mi chiamo fattiicazzituoi" lui rise e io anche, stavo esagerando:"ciao Mirko, sono Klaudia con la Kappa" mi presentai-"ciao Klaudia con la Kappa" sorrise. Era carino, ok forse qualcosa di più che carino:"facciamo un giro Klaudia con la Kappa?" chiese-"In realtà sono qui da mezz'ora, me ne stavo andando. Sono fuori da due ore"- "e il problema è?.." disse sorridendo. Ok, non resisto, così accettai e andammo in giro. Entrammo in un negozio che vendeva cose buffe, Mirko prese degli occhiali, con un naso e i baffi e inizió a fare il cretino fin quando:"voi due, immediatamente fuori, prima che chiami la sicurezza!!" volevo scomparire, ma iniziai a ridere. Mirko iniziò a correre tra la gente, io non riuscivo ad andare veloce come lui, così ad un tratto mi prende per la mano e mi trascina fuori dal centro commerciale. I canguri saltavano dentro di me e nemmeno io sapevo perché. Di lui sapevo solo il suo nome... Ah anche che giocava a calcio, praticamente nulla.
Fuori pioveva, e stava iniziando a fare buio:"cazzo, bella corsetta eh?" disse ridendo:"eh già" risposi sorridendo. La pioggia all'improvviso diventò fortissima:"cazzo, cazzo, cazzo" disse e all'improvviso mi ritrovai con la schiena spiaccicata sul muro e Mirko a due centimetri da me. Arrossii:"scusami, volevo ripararti dalla pioggia" disse staccandosi:"di nulla, anzi grazie"
All'improvviso il mio cellulare squillò, era mia madre, merda:"Klaudia, dove diamine sei?" disse con tono alto - "mamma scusa, torno subito" risposi - "devo tornare a casa, altrimenti mi uccidono, ciao Mirko!" Gli dissi dispiaciuta. "ma piove" disse "fa nulla" risposi; "ah e comunque scusa per Mark oggi, è un coglione" disse -"ho notato, ma ora devo davvero andare, ci si vede" e mi incamminai "magari!" mi urlò, mi girai verso di lui e gli sorrisi.

----spazio autrice----
Ciao ragazze!
Sono Martina e ho 15 anni.
Questo è il primo capitolo della storia, spero vi sia piaciuto.
A breve il secondo!
Commentate e fatemi sapere, un bacio.❤️
Martina.

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