Capitolo 19.

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Certo che tutto era stranissimo. All'inizio sembravamo perfetti l'uno per l'altro, nonostante la mia malattia, nonostante tutto.
Cosa era successo in così poco tempo non lo sapevo, è stato tutto velocissimo. Certo io lo amavo ed ero sicura che anche per lui era lo stesso, non capivo dov'era il problema. Forse entrambi eravamo senza forze e non eravamo stati in grado di portare avanti il nostro rapporto.
Avevo passato tutto quel dolore, ma è come se sentissi più dolore ora che Mirko non c'era più, che quando ero in ospedale.
La sua mancanza era come un vuoto cosmico, che procurava dolore al petto, era come lanciarsi in una buca nera, era una mancanza che non riuscivo a colmare.
Nonostante ciò, non esternai nulla, tenni tutto dentro di me come facevo di solito.

Il pomeriggio io è Will avevamo programmato un Nutella party accompagnato da un film strappalacrime che io amavo tanto così da costringerlo a vederlo insieme.
Non avevo voglia di andare, ma si sarebbe insospettito e io non volevo, nessuno doveva sapere ciò che stavo passando dentro di me, per chi guardava la mia vita da fuori doveva essere tutto perfetto.
Così alle 17:00 andai a casa sua, era la prima volta.
Giunsi all'esterno di casa sua, era una villa immensa e maestosa con un ampio giardino curatissimo davanti.
Gli mandai un messaggio in cui gli chiedevo di aprirmi. Dopo qualche minuto il cancello gigantesco si aprì e mi fece strada tra le numerose piante e l'immenso giardino. Giunsi alla porta che era ornata da alcune decorazioni, bussai e mi aprì una ragazza con un vestitino blu con un grembiule davanti, così dedussi che fosse la cameriera - "tu sei?.." - chiese sorridendo - "sono Klaudia un'amica di Will" - risposi ricambiando il sorriso - "ah si, è in salone che ti aspetta, ti faccio strada, seguimi".
Chiuse la porta dietro di sé e quando entrai fui incantata dall'immensa entrata, il soffitto era altissimo e le pareri erano di un beige chiaro; per terra c'erano un'infinità di tappeti, sulla destra c'era un enorme mobile e sulle pareti erano affissi vari dipinti e varie foto.
Dopo un po' giunsi in quello che doveva essere il salone: c'era un divano enorme, il lampadario di cristallo e un televisore grande quasi quanto una parete. Will era seduto sul divano, la cameriera mi salutò con un leggero inchino e io la salutai sorridendo - "hey" - dissi richiamando l'attenzione di Will - "hey" - rispose accogliendomi con un caloroso abbraccio - "ecco..ehm..q-qui dobbiamo fare il Nutella party?" - chiesi preoccupata - "ma no! Sei pazza? Dai su, andiamo in camera mia!".
Non immaginavo minimamente l'aspetto della camera di Will, doveva essere "abbinata" a tutta la casa, ma Will non amava quel genere. Quando aprì la porta dinanzi a sé vidi che la sua camera era come quella di un normale ragazzo della sua età. Tirai un sospiro di sollievo, sarei stata sicuramente di più a mio agio. C'erano vari poster di macchine e moto, il computer, l'xbox e un televisore abbastanza grande.
Aveva preparato un tavolo con Nutella, biscotti, patatine, pizza, Coca-Cola e schifezze varie. Decidemmo, o meglio, decisi di guardare "Vicino a te non ho paura". Amavo quel genere di film e quel film l'avevo guardato già 5 volte.
Ci sedemmo sul letto a guardare il film - "allora, che te ne pare della mia camera?" - "bella" - dissi sorridendo.
Il pomeriggio passò tra risate, Nutella, pizza, schifezze, lotte con i cuscini; il film praticamente non lo guardavo. Per un po' avevo smesso di pensare a quell'incontro che avevo fatto la mattina.

Ad un certo punto mi alzai e fui attratta da un raccoglitore rosso fuoco - "cos'è?" - chiesi curiosa - "un album di alcune foto che ho fatto" - rispose scattando dal letto - "fai anche foto?" - "si sono un appassionato" - "posso guardare?" - esitò prima di rispondere - "certo".
Iniziai a sfogliare le foto, erano stupende, c'erano paesaggi, in alcune erano immortalati dei particolari come una goccia di pioggia posata su una foglia verde - "sono bellissime!" - continuai a sfogliare e trovai una foto di una ragazza calva, che dormiva. Guardai Will con un'espressione confusa - "beh ecco tu dormivi. Eri così bella e così fragile. Eri fragile eppure così forte allo stesso tempo. Amo il fatto che stringi i pugni è come se dicessi che nonostante la tua fragilità per via della malattia, sei forte e non molli. Ed è stato così, sei stata fortissima e ce l'hai fatta; amo quel leggero sorriso che rende il tuo volto sereno e ancor più bello, amo il tuo taglio di occhi leggermente allungato e quelle rughette sulle palpebre che sembrano esprimere preoccupazione, amo il fatto che in questa foto sei davvero te stessa e trapelano tutte le tue emozioni interiori: preoccupazione, serenità e forza allo stesso tempo. Amo questa foto e... amo te."
Disse tutto d'un fiato e io lo lasciai parlare. Ero incantata dalle sue parole, ma l'ultima frase mi aveva spiazzato. Riuscii solo a dire "mi dispiace", non provavo per lui quello che provava nei miei confronti. Per quanto mi sforzassi, non ci riuscivo. Non riuscivo ad imporre al mio cuore di amarlo, perché quando ami, ami e basta e io amavo Mirko.
"Mi dispiace, ma non provo per te quello che tu provi per me. Ed è meglio troncare il nostro rapporto qui, perché non voglio farti soffrire. Mi dispiace Will". Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere che corsi via. Corsi per qualche metro, dopodiché iniziai a camminare. Mentre camminavo qualche lacrima minaccio di uscire.
All'improvviso la suoneria del mio cellulare annunciò un messaggio che diceva - "ovunque tu sia, sappi che mi manchi". Sbloccai e scoprii che era di Mirko.

----spazio autrice----
Ciaaaaooo!
Come promesso ecco un altro capitolo!
Volevo ringraziarvi perché ne siete sempre di più e davvero, vi voglio tanto bene.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci sentiamo alla prossima.
Un bacio.❤️
Martina.

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