Cosa vuoi?

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Quella notte Grace tornò a casa con John, Dave e Kate.
John si offrì di dare un passaggio alle ragazze.
Grace apprezzò il gesto. Ringraziò, scese dall'auto e andò verso casa con Kate.
'Niente male Dave.' disse Kate. 'Ti piace John?'
'ecco vedi, ora sono io a dirti che devi darti una possibilità. A dire il vero non so risponderti. Sembra un bravo ragazzo.' rispose Grace.
Si sentiva. Si percepiva che la mente della piccola Grace era altrove. In un secondo le passò di fronte l'immagine di Noah che le sfiora la mano. Le parole di Noah. La sua gelosia. La sua iperprotettività nei suoi confronti. Piccola, ma non avevi voltato pagina?
...
'Muoviti Kate, siamo in ritardo!' disse Grace quasi urlando.
'Si, arrivo!' rispose l'amica mettendosi di fretta il cappotto.
Scesero le scale. Erano da poco scoccate le 11. Quello che stava per succedere, la piccola Grace non se lo sarebbe mai aspettato. Mai e poi mai.
Una volta varcata la soglia del portone di casa. Una volta arrivate al cancello.
Grace si fermò di colpo. Senza parole.
Noah era lì.
Fuori dalla porta di casa della piccola Grace. Il cuore della piccola iniziò a battere così forte da non sentirsi più le gambe.
Che ci faceva lui qui? Che stava succedendo? Era davvero lui?
'Io inizio ad andare, ci raggiungi dopo?' disse Kate colpendo l'amica con una leggera gomitata.
'Ehm si' rispose la piccola Grace.
'Che ci fai qui?' chiese Grace in tono gentile.
Lui la abbracciò. La strinse forte al suo petto. Così forte che la piccola si sentiva quasi svenire. Stava vivendo un sogno, nulla di tutto questo le sembrava vero. Mille pensieri. Ma tanta gioia. Veramente tanta gioia.
'Non riesco.' disse lui quasi sussurrando.
Qui. In questo preciso momento si ferma il tempo, i minuti, i secondi. Non conta più nulla. Qui ci si dimentica di qualsiasi cosa. Non esiste nient'altro se non voi due. Un abbraccio. Una carezza. La gioia immensa che si prova quando la persona alla quale tieni di più ti capisce e capisce finalmente quanto conti per lei. Ed è lì che tutto finisce. Non si ha bisogno di altro. Di nient'altro.
La piccola Grace non fece domande. Non aveva bisogno di chiedere. La sua presenza e quell'abbraccio erano le risposte di cui aveva bisogno. Erano le risposte che non si sarebbe mai aspettata. Ma lo voleva. Lo voleva con tutto il suo cuore.
Tutte quelle emozioni represse scatenarono un nuovo vortice di sentimenti forti e mai provati fino ad all'ora nel cuoricino della piccola Grace.
Era felice. Felicissima. Quel gesto le scombussolò tutto. Tutti i piani. Lui era lì. Con lei. La guardava con i suoi occhioni scuri. Le massaggiava la testa e i folti capelli mentre lei si lasciava cullare da quell'abbraccio quasi non volesse farlo finire mai.
Decisero di sedersi sulla panchina sotto casa.
Si aprì un mondo.
Risero, parlarono per ore.
Si dimenticarono di tutto.
C'erano solo loro due. Una panchina verde. Il fruscio delle foglie. Due occhioni scuri. Due mani che si stringevano.
Non esisteva altro.
'Non sopportavo di vederti con quello.' disse lui.
'Davvero? Ti dava così fastidio?' chiese lei voltandosi, guardandolo negli occhi e sorridendo.
E mentre si guardavano. Senza rendersene conto si avvicinavano sempre più. Lui le prese la testa fra le mani con tale dolcezza che la piccola si lasciò andare. Si baciarono.
Per tutte quelle volte in cui la piccola tornò a casa in lacrime, per tutte quelle volte in cui aveva vissuto in dubbi continui, per tutte quelle volte in cui avrebbe voluto risposte, per tutte quelle volte in cui i due sguardi si sono incrociati.
Per tutte quelle volte. Ne è valsa la pena.
Questo non era il loro primo bacio.
Loro si baciarono. Più e più volte.
Dal primo sguardo all'ultimo.
Dal primo 'ti porto a casa' all'ultimo 'Che buon profumo.' Si baciarono più e più volte.
Con gli occhi, sfiorandosi le mani, abbassando lo sguardo, abbracciandosi.
Tutti i piccoli gesti. Sono quelli che contano.
Non si decide di chi innamorarsi.
Non si decide quali occhi abbracciare. In quale cuore entrare. Quale mente scombussolare. Quali mani sfiorare.
L'amore si sente. Si sente dentro. Si sente e quando è così si è vivi. Vivi di nuovo. Ed è l'unica cosa che si vuole. Non si ha bisogno di nient'altro.

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