Dobbiamo parlare

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'Kate resta con John e Dave. Vado in bagno un secondo. D'accordo?' disse Grace a Kate.
'Vuoi che ti accompagno tesoro?' chiese Kate.
'No tranquilla resta con loro, torno subito.'
Grace fece per varcare la porta del bagno che Noah le sfiorò la mano.
'Ehi' disse lui.
'Ehi.' rispose Grace quasi infastidita da questo suo atteggiamento.
'Sicura che stia andando tutto bene?'
'Certo, Noah. Non vedi?'
'Senti. Dobbiamo parlare. Cioè ti devo parlare. Hai due minuti?'
'Dimmi.'
'Qui?'
'Si, e dove altrimenti?'
'Senti mi dispiace per come siano andate le cose. Io davvero non so..'
'Non sai cosa? Sei fidanzato Noah smettila! Pensa alla tua povera ragazza e smettila di insistere, non si merita tutto questo! Davvero!'
'Ma Grace, io... Non ci riesco davvero, ci sto provando, ma vederti...'
'Ci avresti dovuto pensare molto prima, sai tutto il tempo che ho speso in te? No, che domande! Come puoi saperlo? Sei sempre stato concentrato su di te e basta. Dal primo istante in cui mi hai vista. Quando una cosa la vuoi te la vai a prendere, Noah. Subito. Senza giri di parole. E non cerchi di recuperarla quando vedi che questa appartiene a qualcun altro. E con questo non ho nient'altro da discutere!'
Grace mollò la presa e uscì dal bagno lasciando Noah perplesso e quasi stupito dalla tenacia con cui era riuscita a tenergli testa.
Grace era una ragazza molto semplice. Dai mille pensieri. Ma semplice. Dalle mille paranoie. Ma semplice. Dal cuore grande. Ma semplice.
Era arrivata ad un punto in cui si rese conto che tutte quelle emozioni messe in gioco, tutte quelle lacrime versate e tutti i suoi dubbi forse non ne sono valsi la pena. E non voleva di certo rischiare di entrare in un circolo vizioso dal quale difficilmente ne sarebbe più uscita. Con fermezza e dolore, tanto dolore, decise di tenere testa a Noah.
Per lei non era facile.
Piccola.
Non era facile nemmeno guardarlo in quegli occhioni scuri e far finta che nulla fosse mai successo.
Non era facile cercare di mettere un punto a tutto quello che era stato o a tutto quello che avrebbe voluto ci fosse stato.
Non era facile.
Uscì dal bagno. Ma come uscì da quel bagno era un'altra storia. È vero, la piccola riuscì finalmente a tenergli testa, a dirgli le cose come realmente stavano. Senza filtri. Ma questo le faceva male. Le logorava la mente. I pensieri.
Uscì dal bagno. Uscì da quel bagno trattenendo ancora una volta le lacrime agli occhi. Ancora una volta con una fitta allo stomaco. E ancora una volta persa. Persa per lui. Per quegli occhioni scuri tanto profondi.
Che hai fatto Noah? Cosa si celava dietro a quei tuoi occhioni scuri? Cosa? Cosa faceva perdere la testa a Grace ogni volta che ti vedeva?
Per un momento la serenità di Grace si spense. Si asciugò le lacrime e andò verso Kate.
'Kate...' sussurrò Grace.
'Tesoro, che è successo? Ci hai messo un po'.' chiese Kate preoccupata.
'Ben tornata tesoro. Ti stavamo aspettando.' esultò John.
E nulla. La piccola Grace evitò il discorso. Provò a immergersi nei discorsi di John. Come
nulla fosse. Ma c'era un qualcosa che non la lasciava pensare.
Noah. Noah era fermo lì. Sorseggiava il suo cocktail e con lo sguardo seguiva ogni minimo movimento dei due. Pensieroso. Quasi nervoso, agitato e impaziente.
La voleva. La voleva. Eccome se la voleva. La voleva di nuovo sua. La voleva tutta per lui. Non riusciva a discostare lo sguardo dai due.
'Noah, ehi! Sto parlando con te!' disse l'amico.
'Eh... Si, stavi dicendo?' disse lui discostando lo sguardo per un secondo.
'Ma che guardi? Non sei attento.' chiese l'amico e voltandosi si rese conto che Noah aveva lo sguardo fisso su Grace.
'È lei?' aggiunse.
'Si, proprio lei.' rispose Noah con voce quasi tremante.
In amore è così.  Non ci sono scuse: se una cosa la vuoi davvero fai di tutto pur di ottenerla. Se non ci provi nemmeno significa che non la vuoi abbastanza.
Tu cosa volevi, Noah?

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