Mi dispiace

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Il giorno dopo Grace si alzò presto. Fece colazione e si cambiò per uscire a fare una passeggiata sola. Cercò di fare meno rumore possibile, per evitare di svegliare Kate che stava dormendo come un angioletto.
Inutile dire che Noah le aveva riempito il telefono di chiamate. Di messaggi. Di audio.
'Scusami' diceva nel primo.
'Mi dispiace' diceva nel secondo.
'Richiama' nel terzo.
La piccola uscì. Uscì e per qualche istante decise che forse era meglio spegnere tutto e allontanarsi da tutti. Voleva sentirsi libera. Godersi il sole. La pace. La tranquillità.
E non appena si sarebbe ripresa sarebbe stata lei a richiamarlo.
Le dava ancora fastidio. Piccola. Ma a lui ci teneva. Iniziò a pensare che forse era lei ad aver reagito troppo d'impulso, forse era lei ad aver sbagliato. In fondo, che male c'era in quel gesto? La voleva semplicemente proteggere ed era quello che stava facendo. Nient'altro, vero piccola?
Si prese del tempo per lei. Si prese qualche ora per riflettere. Nella sua testa ribollivano pensieri. Pensieri duri. Pentimenti. Che ho fatto di male? Non sarei dovuta scappare? Lui a me ci tiene. Sicura. Sicura piccola Grace?
Fai attenzione alle scale che decidi di salire, piccola. Fai attenzione.
...
'Scendi? Ti prego' diceva Noah al citofono sotto casa della piccola.
'Non è giusto! Quello che è successo... Te ne rendi conto?' rispose Grace.
'Scendi, voglio parlarne... sono qui per questo.' disse lui.
La piccola decise di scendere. Tutto sommato. Tutto sommato quel gesto è stato solo un piccolo gesto. Non era una dimostrazione di potere? No. No, tutto sommato avrebbe anche potuto perdonarlo, che avrà mai fatto di male?
'Voleva solo proteggerti' si ripeteva la piccola mentre scendeva le scale. 'Solo proteggerti, tutto qui. Non è come gli altri. Tranquilla.'
Si abbracciarono. Si strinsero. Si baciarono.
Si amavano. Piccola, piccola Grace. Non sapevi proprio resistere a quegli occhioni scuri. Quegli occhioni erano il tuo punto debole.
E così hai deciso di cedere di nuovo. Per l'ennesima volta. Ripetendoti 'forse sono io ad aver sbagliato.' Forse, piccola. Forse. O forse è lui ad aver sbagliato. Ma non importa, giusto? Tu lo amavi, lo amavi così tanto che ci sei passata sopra.
E i giorni passavano. E i mesi passavano. E lui era sempre più pungente.
Sempre più attento. Ma tu lo amavi.
Sempre più preciso. Ma tu lo amavi.
'Chi c'è oltre a Kate con voi questa sera?'. Ma tu lo amavi.
'Il rossetto no!' Ma tu lo amavi.
'Troppo corto. Ecco così va meglio.' Ma tu lo amavi.
'Non esci.' Ma tu lo amavi.
E avresti continuato ad amarlo. E forse non saresti mai riuscita a capire realmente quello che stava succedendo.
E forse non avresti nemmeno voluto veramente saperlo. Passavi oltre a qualsiasi cosa. Gli permettevi di dire e fare quello che voleva. Perchè lo amavi. Non è così, piccola?
Eri la prima a mettersi in discussione di fronte a ogni suo minimo atteggiamento sbagliato.
'Scusami.'
'Mi dispiace.'
'Scendi.'
'Richiama!'
'Con chi sei?'
'Dov'eri?'
'Fai così, perchè lo dico io.'

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