L'email

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Nel momento stesso in cui sfiorò lo schermo del telefono, si pentì di averlo fatto.

“Ciao,

per favore leggi tutta questa email, per me è importante, poi giuro che non ti romperò più.

Non me l’aspettavo. Davvero. Non credevo tu avessi la forza di andartene via così. A dir la verità lì per lì ci sono rimasta male perché… pensavo di valere qualcosa di più e invece… niente, sei sparito. Sì, lo so è colpa mia, ho iniziato io tutto questo casino, ma l’ho fatto solo perché ci tengo tantissimo a noi due. Non avevo nessuna intenzione di allontanarti da me, volevo solo che ci pensassi e poi magari ci ritrovassimo a parlarne con le idee un po’ più chiare in testa.

Non lo so, a volte mi sembra che tu sia la causa di tutti i miei insuccessi e poi mi ritrovo a pensare di aver sbagliato tutto e che sia un po’ troppo facile dare la colpa solo a te. Non so più cosa sia giusto fare, non ci capisco proprio più un accidente. Quello che voglio che tu sappia è che mi manchi da morire!! Non lo so cosa mi sia preso, ma cerca di capirmi… le mie amiche mi parlano solo dei loro progetti di vita assieme ai fidanzati, del matrimonio da organizzare o di quanto stanno bene… e io invece mi sento la solita sfigata che non ha nemmeno la certezza di riuscire a pagare la bolletta della luce. A proposito fra un mese c’è il matrimonio di Marica: vieni?? Ti prego, ti prego, ti prego!! E tutte queste preoccupazioni mi vorticano nel cervello e finisco col dirmi che se aspetto ancora un po’, mi ritrovo vecchia incarognita senza niente di niente!! Purtroppo una ragazza non può aspettare in eterno. Ho provato a spiegartelo così tante volte che mi viene la nausea solo a pensarci… ma non voglio tirar fuori le discussioni di cento anni fa. Basta.

Bè, per quanto può valere e può importartene… volevo chiederti SCUSA… perché ho capito che non posso costringerti a fare una cosa che non vuoi. Ho parlato con i miei genitori (è stato Francesco a consigliarmelo… sì, lo so che non lo sopporti mio cugino, ma a volte dice anche delle cose sensate…) e ho spiegato loro che forse è troppo presto, che per noi per ora è importante ricucire quanto si è sfilacciato. Mi hanno detto che a loro va bene comunque, l’appartamento non lo danno via e conoscendoli, piuttosto lo tengono sfitto 30 anni prima di mettersi in casa qualcuno che non va loro a genio. Per cui, non c’è problema, possiamo restare per conto nostro… sempre che tu lo voglia ancora.

Io tvb sempre, lo sai…

Cecy”

Lo stomaco gli si accartocciò e il sangue iniziò a pulsargli nelle tempie. Si accasciò sul divano con la testa tra le mani.

“Allora? Andato a segno?”

Davide era piombato in casa sbattendo la porta.

Andrea tirò su gli occhi.

“Oh, pronto? Dico a te”

A quel punto riuscì solo a sbuffare e a lasciarsi andare in caduta libera contro la spalliera del divano.

“Andata male” borbottò Davide.

“Mi ha scritto Cecilia”

Davide chiuse gli occhi e lasciò andare la testa all’indietro sciogliendo i muscoli del collo.

“E?”

Andrea buttò il telefono sul tavolo poco distante.

“Proprio adesso che funzionava tutto” disse.

Davide lo guardò di traverso e poi sprofondò sul divano e lui dovette spostarsi di lato per fargli posto.

“Fregatene”

Andrea aveva la faccia sofferente di un bambino al primo esame di scuola.

“Non lo so”

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