capitolo 4

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Vuoto, il vuoto era l'unica cosa che sentivo. Non avrei mai ammesso di stare male senza lui eppure era così, le mie giornate erano diventate monotone, noiose.

***

La mattina nel nuovo appartamento passò abbastanza in fretta, scesi a fare una veloce spesa per poter preparare il pranzo a me e alla mia coinquilina che sarebbe dovuta arrivare tra non molto. Apparecchiai per due e poi aspettai, mi sembrava un pò di essere tornata a Sheffield nella mia oramai vecchia casa con lui, spesso capitava che cucinavo io per entrambi e poi aspettavo che tornasse.

Sentì il rumore della serratura scattare, e poi fare capolino alla porta una ragazza magra e slanciata, con dei capelli rossicci corti, gli occhi di un marrone tendente al verde, aveva l'aria di essere una ragazza gentile e socievole. <<ciao, tu devi essere la mia coinquilina, giusto?>> si avvicinò con un sorriso a 32 denti la ragazza <<si, piacere sono Joe>> dissi tendendole una mano, che strinse quasi subito <<piacere mio, sono Abby>> <<ho preparato il pranzo non sono un ottima cuoca ma ci ho provato>> <<oh non preoccuparti, anzi grazie per il pensiero, vado a posare le valigie e arrivo>> mi sorrise un altra volta per poi entrare nella stanza difronte alla mia.

<<wow sembra tutto così buono>> esclamò Abby sedendosi accanto a me. Iniziammo a mangiare e parlare, era effettivamente molto simpatica, ci trovammo bene insieme praticamente subito nonostante i nostri caratteri apparentemente molto diversi, lei solare gentile socievole e anche affettuosa da quel che ho potuto capire, io invece più chiusa, riservata e a tratti anche stronza eppure sembrava ci conoscessimo da tempo e fossimo amiche di vecchia data che si rivedono dopo tanto tempo.

Le diedi una mano a sistemare la sua stanza, notai che stava provando ad appendere un poster di una band senza però riuscirci <<hai bisogno di una mano?>> <<si, grazie>> rise leggermente imbarazzata, aprì il poster totalmente e mi soffermai a guardarlo un attimo, ed è lì che lo notai, lui, con i suoi occhi color miele, i capelli marroni sistemati con una quantità di gel sproporzionata e il suo inconfondibile chiodo nero, aveva in mano la chitarra che gli regalai per i suoi 23 anni. In alto c'era il nome della band ARCTIC MONKEYS, Alex era affiancato da un ragazzo leggermente più alto e robusto di lui con in mano delle bacchette, e infine un pò più dietro c'erano altri due ragazzi con i capelli lunghi lasciati sciolti sulle spalle. <<terra chiama Joe>> mi risvegliò dal mio stato di trance Abby sventolandomi una mano davanti alla faccia, <<per caso li conosci?>> mi chiese lei incuriosita, scossi la testa in segno di negazione, obiettivamente non sapevo nulla della band di cui aveva iniziato a far parte. <<oh sono veramente bravissimi>> fece un attimo di pausa e tirò fuori dalla sua valigia un cd nero con delle strisce bianche al centro, inserendolo poi in un piccolo lettore DVD che aveva poggiato sul comodino <<ascoltali fidati>> avviò l'audio e subito partì il suono di una chitarra elettrica, quando iniziò a cantare quasi persi un battito, mi era mancata veramente tanto la sua voce calda e leggermente roca che sapeva di casa.

<<allora che te ne pare?>> <<si sono veramente molto bravi>> <<sono felice ti piacciano>>. Continuammo a sistemare la sua camera fino a tardi, al contrario mia si era portata parecchia roba.

Cucinò lei la cena sta volta, e devo dire che era cento volte più brava di me ai fornelli. <<perché hai deciso di trasferirti proprio a Londra?>> le chiesi io curiosa della risposta <<principalmente per il mio ragazzo, lui è qui già da un anno e studia in una accademia d'arte, l'anno scorso per potermi trasferire con lui tentai l'esame di ammissione in molte accademie, ma non ne passai neppure uno, quest'anno invece sono riuscita a convincere i miei a darmi dei soldi per il viaggio, con la promessa di trovarmi un lavoro qui e mantenermi in modo autonomo, e tu invece? come mai ha scelto Londra?>> <<per seguire la mia passione sperando in un debutto>> <<e qual'è questa tua passione?>> chiese lei parecchio incuriosita <<la musica>> alla mia risposta le si illuminarono gli occhi <<suoni?>> <<e canto>> <<voglio assolutamente sentirti>> <<in realtà non sono tutta questa bravura->> venni interrotta da lei <<sono convinta del contrario, e poi sono curiosa>> <<ok ok allora uno di questi giorni ti farò sentire>>.

Una volta conclusa la cena ci mettemmo a guardare qualcosa in tv e andammo a dormire.


OK non è lungo e neanche bello ma diciamo che comunque sta prendendo una forma. Se vi è piaciuto lasciate una stellina :)

Sayonara

I'm proud - Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora