come alle sei di mattina
che poi ti svegli prima
per guardarmi un po'
e sei consapevole che al mio risveglio, ti chiederei quali imperfezioni hai visto
quante storie hai scritto ad occhi chiusi
e quanti minuti hai contato prima di svegliarmi, senza volerlo fare mai.
Come alle sei di mattina
che poi ti svegli prima, e assaggi il silenzio dei discorsi che non ho fatto, delle parole che non ti ho detto.
E conti i miei nei sulla pelle
forse ci inciampi con le dita
come parti di universo, che consideri "più belle".
Come alle sei di mattina
e vorresti dormire un po' di più ma il paesaggio sfatto di quel letto ti ruba un po' il cuore
e non vuoi andare via.
E nemmeno io volevo svanire, sfumare
volevo che il tempo si fermasse,
che mi portassi un caffè e mi dicessi che quel "sei di mattina" sarebbe stata una sequenza infinita
di cui mai mi sarei stancata
se c'erano le tue mani ad invadere la mia mente
e disegnare bozze di vita con me.
"Sei di mattina"
e tu sei, notte dentro
ed io ero innamorata dell'oscurità