Chi diavolo è Isabella?; Isabella

377 20 22
                                    

Due anni dopo

"A sinistra!" Urlò il Soldato d'Inverno raggiungendomi di corsa e lanciandomi una mitraglietta che afferrai al volo.
"Se non torno tra venti minuti parti senza di me." Gli ordinai sistemandomi la maschera nera sul volto.
"Non mandare tutto a puttane." Mi disse prima di correre della parte opposta.
Come se dipendesse tutto da me.

La nostra missione era quella di porre fine alla vita di un miliardario svizzero, che era in viaggio d'affari a Boston.
Il Soldato d'Inverno si sarebbe occupato di distrarre le guardie e io  avrei dovuto uccidere l'uomo.

I dodici piani che dovetti salire prima di entrare nell'ufficio del miliardario erano sgomberi da qualsiasi guardia, quelli che non erano riusciti a scappare al mio collega giacevano morti, riversi a terra.
Scavalcai due corpi ed entrai nell'ufficio dell'uomo, che non sembrava essersi accorto di nulla.

"Sì?" Chiese lui non degnandosi di alzare lo sguardo dal foglio che stava leggendo.
"Mi duole disturbarla signor Wagner." Iniziai io caricando la mitraglietta.
Udito quel suono l'uomo alzò di scatto il capo e si trovò l'arma puntata alla testa
"Possiamo parlarne meglio." Cercò di temporeggiare lui, ma io premetti il grilletto, osservando il sangue che colava dalla sua fronte e udendo il suono sordo del suo corpo che cadeva di peso sulla scrivania.
Sistemai l'arma sulla schiena e uscii a passo spedito dall'edificio, trovando l'elicottero che stava per decollare.

"Stavo per partire." Mi disse il Soldato mentre si sistemava i paraocchi.
"Grazie per avermi aspettato." Dissi solamente io, posando la mitraglietta per terra, togliendo i miei paraocchi e la mia maschera.

"Rapporto missione?" Chiese Pierce accogliendoci nel suo ufficio.
"Ventisei guardie morte, dodici fuggite e tre stordite." Rispose il soldato d'inverno.
"Come mai tre stordite?"
"Avevano a malapena sedici anni." Deglutì il mio collega.
"L'ordine era uno solo: uccidere tutti!" Sbraitò Pierce.
Noi due abbassammo la testa, mentre lui si ricomponeva "Wagner è morto?"
"Sì." Risposi atona io tenendo lo sguardo basso.
"Vedi, lei sì che porta a compimento le missioni." Pierce cercò di far sentire male il Soldato, ma a lui non poteva interessare di meno il parere di quell'uomo "Potete andare."

"Tanto sei sempre tu la migliore." Sussurrò il mio collega, una volta usciti dall'ufficio di Pierce.
"Porto semplicemente a termine le missioni."
"Hai ucciso solo un uomo!" Sbraitò lui afferrandomi per il collo col suo braccio metallico "Io ne ho uccisi ventisei!"

Con la gamba sinistra gli tirai un calcio, facendolo rotolare per terra.

Lui di metallico aveva un braccio, io una gamba.
Mi era stata amputata quasi due anni fa, durante la mia prima missione mi avevano sparato così tanti colpi nella gamba che fu un miracolo il fatto che io fossi sopravvissuta.

"Continueremo il discorso una volta che ti sarai calmato." Dissi con voce ferma io, mentre lui si rialzava.
"Forse è meglio."

Quella sera nella mia cella, che tutti continuavano a chiamare stanza, non si presentò nessuno né per portarmi del cibo, né per gli accertamenti medici che venivano sempre fatti dopo ogni missione.
Avevo lasciato aperta la piccola finestrella della porta che lasciava vedere il corridoio e la porta del Soldato d'inverno, che era proprio di fronte alla mia.
Anche da lui non era andato nessuno.

Probabilmente si erano dimenticati di noi.
Era già successo altre volte, servivamo solo quando c'era bisogno e poi venivamo chiusi nei sotterranei.
Potevamo passare mesi chiusi qua senza mai uscire. Ci allenavamo da soli nelle nostre stanze e qualche volta scambiavamo qualche parola dalle finestrelle.
Purtroppo gli argomenti erano ben pochi, né io né lui ricordavamo qualcosa della nostra vecchia vita, se non qualche misero frammento.
Lui era nato durante la Seconda Guerra Mondiale e si era arruolato, poi l'Hydra l'aveva reclutato e salvato.
Io invece avevo servito nell'esercito, ero un colonnello e avevo combattuto in Asia, non ricordavo altro.

La mattina seguente venni svegliata dalla sirena dell'allarme.
Saltai giù dal letto ed indossai la divisa, un paio di pantaloni neri elasticizzati, una maglietta nera, anfibi neri e una giacca con lo stemma dell'Hydra all'altezza del cuore.

Quando mi affacciai alla finestrella vidi delle guardie aprire la porta del Soldato e scortarlo fuori.
Lui si voltò verso di me e per qualche secondo lessi puro panico nei suoi occhi.
"Dove lo portate?" Chiesi ad una delle guardie che chiudevano la fila.
"Dal capo." Disse aprendomi la porta "Indossa l'equipaggiamento e raggiungici."

In fretta e furia indossai la maschera, lasciando però il paraocchi sul letto e abbottonandomi la giacca di pelle che faceva da giubbotto antiproiettile mentre correvo verso le scale.

Raggiunsi l'ufficio di Pierce con il fiato leggermente corto ma non ci badai.
Quando aprii la porta trovai il caos.
La parete che dava verso l'esterno era stata sfondata e Pierce giaceva con un proiettile all'altezza del cuore.
Una donna dai capelli rossi aveva una pistola ancora fumante puntata verso di me mentre una specie di armatura fluttuava a mezz'aria tenendo sotto tiro il mio collega.

Un uomo con i capelli biondi uno scudo in mano si avvicinò a me "E questa chi è? Da quando ci sono due Soldati?"
La rossa scosse le spalle, come a dire che non ne sapeva niente.
"Lentamente, senza fare movimenti bruschi togliti la maschera." Mi ordinò la rossa.
Io feci come mi venne detto, tolsi la maschera e la tenni stretta in una mano.

"Isabella..." Mormorò stupito il biondo facendo un passo verso di me.
"Chi diavolo è Isabella?" Chiesi io facendo un passo indietro.
L'espressione del biondo si incupì "Ti spiegherò tutto dopo, ora tu e Bucky dovete venire con noi."
"Bucky?" Chiesi io, il biondi indicò il Soldato con la testa.
"Perché dovrei seguirti?"
"Per quale motivo dovresti restare qui?" Mi rigirò la domanda lui.

Rimasi qualche secondo immobile, prima di mettere la maschera nel giubbotto e annuire.
Ormai Pierce era morto, non avrebbe più potuto farmela pagare.

Aggiorno in onore del compleanno del nostro Steve Rogers di fiducia.

[sospesa] Ti Fidi Di Me?; Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora