cap 7|| ieri ti ho pensato

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okok, so che non aggiorno da una vita quindi prima di leggere questo capitolo è consigliabile rileggersi un attimo gli ultimi se vi va..
buona lettura <3

Martino camminava a passo spedito sotto il temporale notturno che era improvvisamente scoppiato mentre faceva ritorno nel suo appartamento dopo aver fatto gli straordinari al lavoro.

Non che amasse quella misera stazione radio dimenticata dal mondo, ma aveva davvero bisogno di una fonte di distrazione: Niccolò era ricomparso e scomparso dalla sua vita per l'ennesima volta ad una velocità esponenziale e non riusciva ancora a metabolizzare realmente l'accaduto.

Gli aveva fatto recapitare da Silvia una lettera in cui gli chiedeva di ricominciare come coinquilini e amici ma, sinceramente, non sapeva nemmeno lui quanto quell'idea potesse rivelarsi sana per entrambi.

Eppure ci sperava ancora con tutto sè stesso di ottenere quella tanto agognata risposta che tardava sempre più ad arrivare. Iniziava a credere che non l'avrebbe mai ricevuta.

Non era certamente l'idea migliore che potesse elaborare quella di costringersi ad una vita ad un passo da Niccolò senza avere mai la possibilità di ricadere nelle dolci tentazioni del passato... Eppure, nonostante il loro rapporto nell'ultimo periodo fosse stato più che conflittuale, l'idea di perderlo un'altra volta gli appariva molto più devastante.

Lo avrebbe voluto anche come amico, gli bastava che fosse lui.

Girò piano le chiavi nelle serratura con una sola mano mentre sorreggeva libri, quaderni e volantini zuppi d'acqua nell'altra, poi, non appena spinse col piede la porta di casa per aprila, un improvviso colpo allo stomaco lo fece paralizzare.

non fece tempo ad entrare completamente in soggiorno in uno stato di trans che lasciò scivolare senza nemmeno rendersene conto tutto ciò che teneva tra le braccia sul pavimento.

"Oh cazzo, che disastro!"
esclamò accucciandosi verso i libri ma tentando di ricomporsi alla stesso tempo

"Non pensavo di trovarti qui N-Nico"
continuò a balbettare facendosi visibilmente tradire dall'emozione.

Non riusciva ancora a definire cosa provasse per quel ragazzo che gli aveva silenziosamente stravolto la vita per la seconda volta.

A tratti lo voleva, lo desiderava immensamente tutto per sè, ma all'istante seguente, rinnegava già subito i suoi pensieri definendoli come folli.
Sicuramente si lasciava tentare dai ricordi: la loro relazione era ormai una parentesi così lontana che, anche solo immaginare un reale riavvicinamento, era presso più che utopistico.

Eppure non riusciva ancora ad abbozzare alcun movimento seduto su quel pavimento.

Niccolò si mosse silenziosamente nella sua direzione fino ad accucciarsi esattamente di dinanzi a lui:

"Lascia stare ti aiuto io"

entrambi tenevano lo sguardo basso ai quaderni sparpagliati mentre le loro mani tremanti vagavano tra essi facendosi sempre più vicine tra loro.

Fu quando Niccolò sfiorò inavvertitamente il mignolo di Martino che alzarono lo sguardo verso gli occhi dell'altro simultaneamente.

Le punte dei loro nasi riuscivano quasi a sfiorarsi mentre i riccioli fradici del rosso gocciolavano regolarmente sulla fronte del corvino.

Martino improvvisamente sentiva di essere tornato a casa.

"Ti ho pensato in questi giorni"
sussurrò al ragazzo mentre continuava a tenere il suo sguardo incatenato ai due occhioni verdi di Niccolò che non scrutava così ravvicinatamene da anni.

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