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POV STILES
«ecco, questa è la tua nuova casa..»
Mi guardai intorno ed ingoiai rumorosamente, da fuori sembrava che non fosse cambiato assolutamente nulla. Camminai per il vialetto e strinsi le labbra quando dei ricordi cominciarono a passarmi davanti agli occhi ad alta velocità, sorpattutto quando guardai la jeep. Senza pensarci mi avvicinai a quest'ultimo e la sfiorai con un dito, mi mancava usarla.

«ti piacciono le jeep eh?.. quella era di mio figlio, lui amava quella jeep..»
Guardai lo sceriffo cercando di far uscire della parole di confortoma, orami come da un bel po', non ci riuscivo. Non riuscivo più a provare emozioni oltre alla rabbia e quella scena, anche se lo negavo a me stesso, mi dava molta rabbia.
«dov'è ora?»
Noah si volta verso di me mettendomi poi una mano sulla spalla, a quel contatto rabbrividii indietreggiando. Non sentivo più il suo tocco da anni ormai, avevo dimenticato come ci sentiva ad essere amati dalla vera famiglia.. avevo dimenticato gesti così dolci da parte sua.

«è morto, ed io non ho potuto fare nulla.»
Strinsi le labbra, non era vero che non ha potuto, lui non ha voluto il che era molto differente. Lui non ha mai voluto aiutarmi, dov'era quando io stavo male? quando non dormivo? quando praticamente non vivevo più? ah sì, quasi dimenticavo, lui c'era ma ignorava il tutto.. c'era ma non per me.

«come?.. è morto?»
«si è.. pensiamo che si sia suicidato, mio figlio, molto probabilmente, si è tolto la vita..»
Vidi una lacrima scendere sulle sue guance il che mi fece avere una piccola fitta al petto. Nonostante provassi ad odiarlo non riuscivo a non pensare al fatto che avesse avuto un ruolo fondamentale nella vita del vecchio Stiles.. ma non dovevo fare così, in un certo senso se lo merita per quello che mi ha fatto passare in quel periodo. Fu così che mi ricomposi definitivamente.

Dopo pochissimo si riprese un po' anche lui e mi portò dentro, quando mi guardai intorno notai che, proprio come avevo già visto fuori, era rimasto proprio tutto come prima, non c'era nessun tipo di cambiamento. Arrivammo nel corridoio e poi mi fece entrare nella mia vecchia stanza, a dirla tutta rimasi molto colpito quando vidi che mi aveva portato proprio lì. Mi guardai intorno meravigliato, era rimasto assolutamente tutto come l'avevo lasciato il che mi fece suscitare emozioni differenti a quelle di prima.

«puoi stare qua, era la sua stanza..»
«oh, grazie hm.. può prendere questo cuscino? io dormo solo con il mio..»
Dissi distratto mentre guardavo fuori alla finestra, ho sempre avuto questa strana abitudine, odiavo gli altri cuscini, motivo per cui quando sono andato via l'ho portato con me. Mi voltai verso Noah e vidi che mi guardava attentamente, misi la testa di lato e lo guardai confuso, che aveva da guardare? avevo i capelli spettinati?

«anche lui non riusciva a dormire senza il suo..»
Sgranai gli occhi, come avevo potuto dimenticare quel piccolo dettaglio? ero arrivato davvero al punto di aver dimenticato anche quello? strinsi i pugni, mi ero perso da molto ormai, ma l'avevo voluto io, non volevo più stare così e dimenticare era l'unica cosa che potessi fare.

«non voglio più stare così Lisman, vorrei dimenticare tutto e tutti. Vorrei creare una nuova personalità e nuovi ricordi, quelli mi stanno uccidendo. Vorrei perdermi e non ritrovarmi più.»
Lisman mi guardò per poi avvicinarsi. Non era la prima volta che cercava di aiutarmi, soprattutto dopo i miei sfoghi.
«io posso Stiles, ma sarai completamente diverso, perderai qualsiasi tipo di ricordo. Anche quelli belli e i piccoli dettagli.»
«mi va bene.»

Riportai i piedi per terra e guardai attentamente Noah.
«mh, saremo potuti andare d'accordo. Ora, con il suo permesso, devo disfare le valigie»
L'uomo annuì per poi uscire dalla camera. Appena fu ormai fuori sospirai, quel posto sarebbe stato una palla al piede per il mio autocontrollo. Ad un tratto un rumore alla finestra mi fece voltare e, dato che pensavo che fosse un vampiro, mi trasformai. Quando mi girai vidi che fortunatamente era solo Doi, il che mi fece sospirare e balzare contemporaneamente.
«ma.. okay, non farò domande. Comunque, prendi questo bracciale, non dovrebbe far capire agli altri chi sei, in sostanza creerà un illusione ai loro occhi capace di trasformare completamente la faccia.»

Mi avvicinai scettico e lo presi tra le mani guardando attentamente, e se non avesse funzionato? Doi capì subito quello che stavo per dire e mi precedette.
«l'ha usato anche lui..»
«mi fido, grazie fratello.»

NARRATORE ESTERNO
A sentire quelle parole a Doi venne spontaneo guardare in modo strano il suo alfa, erano da tre anni ormai che lui non mostrava emozioni, tantomeno ringraziava. Stiles invece non ci aveva fatto caso, aveva la mente piena di pensieri. Da quando era arrivato lì si sentiva costantemente in allerta, non solo per i vampiri ma anche per il suo vecchio branco e il fatto che lui stava nella sua vecchia camera, nonché casa, con Noah, lo destabilizzava molto. Per non parlare del fatto che si sentiva confuso, erano tre lunghi anni, tre lunghi anni in cui non sentiva emozioni, dove, secondo lui, stava bene mentre ora di sentiva sommerso da emozioni forti e tutte diverse tra di loro.

Nello stesso momento Lydia era da poco tornata a casa, anche per lei quel giorno non era stato molto piacevole. Per lei era tutto molto difficile, i suoi poteri da tre anni a quella parte erano completamente impazziti, sentiva voci senza senso e aveva delle visioni confuse ma, appena che aveva incrociato lo sguardo del nuovo Alfa, si sentì in pace. Per la prima volta dopo tempo aveva sentito una inquinante pace e tranquillità cadere su di lei e questo le faceva male, avrebbe voluto quella sensazione con qualcun'altro non con l'alfa, ma con lui, con Stiles.

A dire il vero non era solamente Lydia quella che aveva quelle sensazioni, la stessa cosa veniva provata dagli altri, era come se da un momento all'altro il puzzle fosse completo, come se da un momento all'altro avessero ritrovato l'equilibrio in qualche modo bizzarro.

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