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POV STILES
«come hai dormito?»
«come uno che non l'ha fatto, ma grazie per l'interesse.»
Risposi sedendomi al tavolo. Era mattina ed io ero già pronto; indossavo una maglietta grigia a mezze maniche, una giacca di pelle, jeans, occhiali da sole e semplici scarpe da ginnastica.

Quel giorno mi ero svegliato prima, avevo deciso di andare a scuola per tenere le cose sotto controllo e quasi sicuramente avrei soggiogato il preside per stare tranquillo. Portai lo sguardo sul mio caffè amaro, quella mattina avevo lo stomaco chiuso e, anche se ne avevo bisogno, non presi nemmeno il caffè.
«oggi andrò a scuola per controllare meglio la situazione.»
«puoi.. puoi prendere la jeep, è lontana..»
Sgranai gli occhi annuendo un po' deluso, non mi aspettavo che lasciasse la mia jeep al prima che capitasse, okay che ero io ma se invece ci fosse stato qualcun altro?.

Uscii velocemente di casa e tidurbante entrai nella mia vecchia vettura. Appena che lo feci una serie di ricordi cominciarono a farsi vividi nella mia mente.

«è un rottame questa  jeep fratello!»
«MA INSOMMA! -accarezzai il parabrezza- non ascoltare questo cattivone, sei la mia bimba!»
Scott si voltò verso di me e poi mi scoppiò a ridere in faccia,  io ricambia senza pensarci due volte. In quell'ultimo periodo era sempre teso e i bei momenti tra noi erano pochissimi, quasi un ricordo, ero felice di vederlo spensierato per un po'.
«sei deficiente!.»
«no, sono Stiles!»

Serrai la mascella mettendo poi in moto, non dovevo lasciarmi andare, non avrei dovuto. Durante il tragitto corsi un po' troppo e sperai di non aver avuto attenzioni indesiderate, non volevo una multa al primo giorno!. Arrivato a scuola parcheggiai la jeep e scesi velocemente passandomi  una mano tra i capelli lunghi e subito dopo sbuffai mettendomi lo zaino sulle spalle, non mi sarei mai più abituato a tutto questo.

Mentre camminavo per raggiungere l'ingresso sentii dei passi dietro ma invece di voltarmi mi limitai a sentire  l'odore che emanavano quelle persone, appena capii chi fossero, ossia Jessy, Doi, Elio e Christian, mi rilassai. Proprio come me erano membri del branco sotto copertura.

NARRATORE ESTERNO
Stiles e i quattro componenti del suo branco arrivarono all'ingresso dove Scott e gli altri lo guardavano attentamente, era da anni ormai che non vedevano quella jeep parcheggiata fuori scuola.
Stiles si accorse delle occhiate indesiderate e, mentre gli passava accanto, abbassò leggermente gli occhiali da sole guardandolo maliziosamente, adorava essere imprevedibile e adorava ancora di più la vendetta. Ava accomulato così tanta rabbia che avrebbe fatto di tutto per vendicarsi.

Gli studenti, nel frattempo, si fecero da parte mente i nuovi alunni camminavano con passo deciso per tutto il corridoio per arrivare alla presidenza, e non c'era da meravigliarsi, erano qualcosa di meraviglioso, specialmente l'ex umano. Il ragazzo con il passare del tempo era diventato più alto, muscoloso e i capelli leggermente lunghi gli davano un qualcosa in più. Per non parlare dell'aria misteriosa che si portava indietro, faceva rabrividire chiunque, chi per il piacere e chi per la paura.

Persino Lydia era attratto da lui, lei però non ci faceva caso, pensava che semplicemente era dovuto dal fatto che lui fosse un bel tipo e emanava sicurezza.

POV STILES
Alla fine, come avevo già pensato, soggiogai il preside, per ciò non ci fu bisogno nemmeno di un documento. Così, senza pensarci, dissi il primissimo nome che mi venne in mente, ossia Mitch Rapp. Gli altri invece diedero i loro veri nomi e non li biasimai, loro non dovevano vivere constantemente con la paura di essere riconosciuti dalla propria ex famiglia.

Senza aspettare gli altri mi diressi a lezione, fortunatamente non era nulla di pensate anzi, avrei dovuto semplicemente partecipare alle lezioni del coach. Mi misi seduto sulle grate e non potei far a meno di pensare a tutte le cose che avevo passato lì; momenti belli, brutti e.. amore. Ingoiai rumorosamente e prima che potessi perdermi di nuovo nei miei pensieri l'entrata dei giocatori mi riportò con i piedi per terra.

Guardai attentamente tutti i giocatori e pensai a quanto mi mancava giocarci, ora sicuramente sarei stato più forte e avrei potuto tranquillamente prendere il posto da capitano ma non volevo, non volevo levare la possibilità a chi aveva un vero e proprio talento. A quanto pare però gli altri, e l'universo, non la pensavano così, il coach si diresse dov'ero seduto  e senza dire nulla mi afferrò dal polso conducendomi in campo.

«tu, giochi, ci manca un giocatore. Okay? okay»
Lo guardai arrabbiato per poi strappare violentamente la divisa che aveva tra le mani. Solo quando la presi tra le mani realizzai che divisa fosse: 24.
Sospirai per poi metterla, dovevo comportarmi normalmente.

Ancora una volta presi la palla per poi correre schivando tutti, anche Scott. Ad un tratto qualcuno cercò di tagliarmi la strada così senza pensarci feci un salto cadendo poi un po' più in là, rotolai a terra e una volta alzato tirai la palla che perforò la racchetta del portiere. Stavo per andare dagli altri componenti della squadra quando un odore piuttosto conosciuto mi invase le narici.

Gettai il casco e la racchetta a terra per poi correre verso il bosco. Schivai gli alberi uno ad uno fino ad arrivare lì, al Nemeton. Mi trasformai in un alpha e cercai attentamente di capire dove fosse, però, nemmeno il tempo di realizzare che qualcuno mi saltò sulla schiena provandomi poi ad accecarmi.

Ringhiai gettandomi contro un albero, facendo così la persona sulla mia schiena cadde a terra ed io, senza aspettare ulteriormente, spezzai una gamba al vampiro. Quest'ultima gridò dal dolore  ma non mi fermai, mi avvicinai ulteriormente e proprio sul punto cruciale  qualcuno provò a fermarmi.
«non ucciderlo, non si devono per forza uccidere.»

Afferai il vampiro per il collo voltandomi, quando lo feci trovai tutto il mio ex branco e i miei amici. Guardai attentamente Scott per poi inclinare la testa e sorridere.
«pensi di interrompere la guerra proponendo una chiacchierata? sei un illuso, lo siete tutti voi.»

Sorrisi facendo poi uscire i canin e, senza esitazione, staccai la testa a morsi al vampiro. Sentii dei vari sussulti provenire da loro mentre, il mio branco, non proferiva parola ormai abituati.
« C'ERA IL BISOGNO? SEI.. MALVAGIO, UN MOSTRO!»
«Vi siete mai chiesti perchè i “malvagi” diventano così? no? bene, ve lo dico io, lo si diventa dopo essere stati troppo buoni con la gente sbagliata. Sapete, c'è una lunga e complicata storia dietro ad ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono diventati quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono, qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli. –sorrisi accovacciandomi accanto al corpo e scoppiai a ridere  – Ognuno di noi sa qual è il segreto che l'ha cambiato per sempre. E probabilmente è lo stesso segreto che non racconterà mai a nessuno.»
Mi teletrasportai su un albero e, dando una ultima occhiata di sotto corsi via da lì. Stavo per perdere il controllo.

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