Capitolo 12: Il treno

4K 183 9
                                    

Era passata una settimana da quella sera così insolita e intensa.
Era una settimana che Giulia non lo lasciava da solo nemmeno per un secondo, aveva paura che quei ragazzi potessero incontrarlo e fargli di nuovo del male. Era terrorizzata all'idea di vederlo nuovamente in quelle condizioni.
L'acqua bollente le scendeva giù per tutta la schiena mentre pensava a quella terribile scena. Provava quasi un dolore al petto al pensiero di quegli occhi blu pieni di lacrime. I sentimenti di Giulia stavano iniziando a cambiare, provava un qualcosa in più per lui e non era solo una cottarella come tutte le altre, e proprio per questo aveva paura di non essere corrisposta, forse era troppo presto. Da qualche giorno avevano iniziato a farsi vedere insieme in giro, a tenersi la mano vicino l'accademia di Giulia o a scambiarsi qualche tenero bacio in pubblico. Lei era felice che lui fosse un po' più rilassato e che non avesse la costante paura di deludere qualcuno. Era felice che lui fosse il suo primo ragazzo, anche se aveva un po' di timore a presentarlo a suo padre. Era figlia unica e suo padre era pazzo di lei, fosse stato per lui, Giulia sarebbe rimasta sempre la sua bambina, e lo era ancora, solo che adesso aveva bisogno di crescere, di fare nuove esperienze, e di vivere la vita in un modo diverso.
-Giù sto scendendo un secondo a prendere i biglietti del bus per raggiungere la stazione- bussò Sangio alla porta riportandola alla realtà.
-Aspettami, mi vesto e vengo con te- disse lei chiudendo subito l'acqua della doccia.
-Non c'è bisogno, sono qui sotto, torno subito davvero- disse lui dall'altra parte della porta.
-Sei sicuro?- la sua voce era impaurita. Forse stava esagerando un po', in fondo non avrebbe potuto seguirlo ovunque.
-Sì Giù- rise lui per sdramatizzare -Torno subito, sta tranquilla- aggiunse provando a calmare le sue ansie.
La porta d'ingresso si chiuse e lei continuò velocemente la sua doccia. Si mise un asciugamano addosso e andò in camera di Sangio per rivestirsi.
Quel pomeriggio sarebbe andata con lui a Milano per la prima volta. Era entusiasta all'idea di salire in treno di nuovo con lui. In fondo se non fosse stato per quel viaggio loro non si sarebbero mai conosciuti, e fu proprio da quel treno, da quella tratta Milano-Roma che iniziò tutto. Decise di indossare dei pantaloncini neri con una maglietta e un bellissimo gilet verde che le regalò sua mamma qualche giorno prima. Li mise sul letto e iniziò ad asciugarsi i capelli.
La paura che a Sangio potesse accadere qualcosa venne sostituita dalla paura di passare una notte in hotel con lui. In quella settimana avevano dormito insieme un paio di volte ma non era la stessa cosa, Deddy era nella stanza accanto, c'era un continuo via vai di persone e troppi momenti inadeguati per essere la loro prima volta. In hotel sarebbe stato tutto diverso, sarebbe potuto accadere senza problemi e per quanto ne fosse felice di condividere quel momento così importante con lui, dall'altro aveva la costante paura di non essere abbastanza.
Lui aveva avuto diverse ex, tutte molto belle e il fatto di non aver avuto alcun tipo di esperienza la preoccupava.
Tirò un sospiro per alleviare la tensione che le stava invadendo il corpo e prese lo zaino di Sangio con l'intenzione di trovare qualche caramella o gomma da masticare.
Uscì tutto, in quello zaino c'era veramente un casino, magliette arrotolate, carte di caramelle oramai finite, cuffie e fogli di carta. Prese quello che cercava e rimise tutto esattamente com'era, anche se una pallina di carta arrotolata attirò la sua attenzione. Era un foglio del diario strappato, lo riconobbe dalle righe rosse e dalla tipologia di carta.
Lo aprì senza pensarci troppo.
"Ho una proposta sexy da farti: cresciamo insieme?" lesse con difficoltà. Era tutto pasticciato e strappato e le si gelò il sangue quando pensò non fosse per lei.
La porta d'ingresso si aprì di nuovo e Sangio esclamò -Sono tornato, vedi? Non c'ho messo tanto- i passi si avvicinavano sempre di più verso la camera da letto e lei posò tutto di fretta prima che lui entrasse in stanza.
Era sotto shock, a chi doveva dare quel bigliettino? Se era per lei perchè non glielo aveva già dato? I pensieri continuarono ad andare più veloci di quanto lei stessa potesse immaginare. Iniziò a pensare che stava di nuovo sentendo Margherita, e forse era per questo che lei non si era fatta sentire chiedendo spiegazioni del perchè lui avesse già un'altra nel giro di una settimana. "Magari non ha mai chiuso con lei, ecco perchè ha paura di farsi vedere in giro con me, non vuole essere visto" prima che potesse pensare altro due braccia le avvolsero la vita da dietro e le farfalle nello stomaco iniziarono a fare il suo lavoro.
-Ei che ci fai ancora così?- appoggiò lui il mento sul suo collo, stringendola forte e indicando lo specchio dinanzi a loro.
Le diede dei piccoli baci sulla spalla nuda, sul collo e dietro l'orecchio facendola tremare.
-Che bella che sei- le sussurrò poi all'orecchio. Lei sorrise a quell'affermazione e lo guardò attraverso lo specchio con imbarazzo. Il fatto che lei fosse nuda sotto quell'asciugamano lo faceva impazzire e lui si stava trattenendo per non buttarlo giù. Era curioso di scoprire ogni parte di lei, di baciarla e farla sentire ancora più bella e di essere il primo a regalarle quelle emozioni. Era la prima volta che aspettava così tanto il momento giusto, solitamente con le sue ex ragazze non si era mai creato il problema del luogo perfetto e il momento perfetto, forse perchè le altre avevano già avuto delle relazioni precedenti e quindi non si sentiva responsabile di un ricordo indelebile. Con lei era tutto diverso, anche lui aveva le farfalle nello stomaco ogni singola volta che la baciava.
-Gio- sospirò lei a fatica
-mh- mormorò lui mentre continuava a baciarle l'incavo del collo, e a mordicchiarle l'orecchio.
-Se continui così non credo arriveremo a Milano- rise lei sapendo che la situazione stava diventando sempre più difficile da controllare.
-Sticazzi- disse facendola girare verso di lui per poterle finalmente baciare le labbra. I loro corpi erano separati da pochi indumenti mentre le loro labbra e i loro occhi facevano già l'amore.
La mano di Sangiovanni si insediò sotto il corto asciugamano. Le accarezzò dolcemente la coscia mentre le loro labbra continuavano a muoversi con più foga. La mano salì lungo la schiena percependo la pelle d'oca di lei. Il fatto che lei avesse i brividi per il suo tocco gli fece perdere il controllo, quel controllo che aveva mantenuto durante tutta la settimana. La fece indietreggiare e le poggiò la schiena lungo l'anta dell'armadio. Continuò baciandole il collo con più passione mentre lei aveva già difficoltà a respirare. La sua mano tornò sulle cosce, non volendo andare oltre senza un suo consenso, ma neanche il tempo di pensarlo lei divaricò leggermente le gambe, permettendo alla sua mano di proseguire.
-Non hai idea di quello che mi stai facendo- le sussurrò lui all'orecchio, stringendole un po' la coscia per trattenersi.
Di tutta risposta lei gli spostò la mano verso l'interno coscia, e sollevò leggermente l'altra gamba, avvolgendola intorno a lui.
Lui rimase sorpreso da quel gesto totalmente inaspettato. Continuò ad accarezzarle l'interno coscia, avvicinandosi sempre più. Giulia tremava sotto il suo tocco così delicato ma allo stesso tempo deciso. E sussultò quando lo sentì così vicino.
Stava provando delle emozioni così forti che  aveva paura che il suo cuore potesse esplodere da un momento all'altro.
Il respiro si faceva sempre più pesante quando lui proseguì, i suoi movimenti andavano sempre più veloci e Sangio fu obbligato a tapparle la bocca pochi secondi prima che finisse.
Le loro fronti erano unite mentre lei respirava ancora profondamente. Lui sorrise nel vederla così. Si era totalmente lasciata andare a lui ed era estremamente felice di questo. Aveva ancora l'asciugamano addosso quando si rese conto di quello che era successo.
-Gio tu mi farai morire così- sorrise lei nascondendosi il viso nell'incavo del suo collo per l'imbarazzo.
-Tu mi fai morire senza nemmeno toccarmi, pensa te- disse lui con un sorriso stampandole un dolce bacio in fronte e allontanandosi verso il bagno per farsi una doccia.
-Giù- urlò lui dal bagno
-Si?- disse lei avvicinandosi verso di lui
-Se dopo la doccia ti ritrovo di nuovo così giuro che stavolta te lo butto giù- disse lui guardandola in un modo che forse non aveva mai fatto. "È così bella dannazione" pensò quando la vide appena fuori dalla porta del bagno.
-Ci vuoi andare a Milano o no?- rise lei con le guance ancora rosse vedendolo imbambolato e sapendo di essere già in ritardo.
-Certo che sì- esclamò lui felice, consapevole che quella notte sarebbe successo qualcosa. Non era il sesso il discorso, avrebbe potuto fare sesso con chiunque, il suo non era un bisogno fisico, ma aveva bisogno di sentirla, di farle capire quanto fosse bella agli occhi suoi.
-
Il treno partì, e loro arrivarono appena in tempo per correre su. Sembravano due bambini che giocavano al parco giochi tenendosi per mano.
-Cazzo se avessimo perso il treno, Falso mi avrebbe ammazzato- rise lui buttandosi a peso morto sul sedile del treno ancora con il fiatone.
-Beh gli avrei detto che è stata colpa tua- rise lei mettendosi di fronte a lui, esattamente come la prima volta che si incontrarono.
-E che gli dici? Che hai aperto le ga..-
-sssssh!!- lo zittì lei
-che? Ho detto qualcosa che non va?- rise lui divertito vedendola imbarazzata mentre lei si guardava intorno sperando che nessuno avesse sentito.
-Che cretino che sei- sorrise quando si rese conto che nessuno aveva fatto caso a lui. E quelle parole in realtà per lei significavano tutt'altro.
Il viaggio proseguì tranquillamente, entrambi guardavano fuori dal finestrino, e si incrociavano lo sguardo esattamente come la prima volta che si videro.
Scesi dal treno, mano nella mano per la stazione di Milano, erano convinti che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento. E invece si sbagliavano. Lei gli teneva stretta la mano, sentendo la sua agitazione quando sorpassarono i bagni. Esattamente lì, una settimana fa Sangio stava piangendo disperato. -Va tutto bene- lo tranquillizzò lei accarezzandogli il viso quasi guarito dalle ferite più lievi. Lui le sorrise. Ma se solo avessero saputo che non stava realmente andando tutto bene, forse nessuno dei due avrebbe mai messo piede su quel treno.
-Giulia- si sentì chiamare lei
E quando si voltarono ebbero due reazioni totalmente diverse. Ed era proprio quello il motivo del perchè forse su quel treno, era meglio se non ci salivano.

-

Ecco a voi il capitolo che tanto aspettavate. Che succede secondo voi? Sono curiosa di sapere che ne pensate. Grazie per leggerla.

L'inizio di tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora