Capitolo 14: Quindici giorni

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-Mi spieghi che ti è preso in bagno poco fa?- esclamò Giulia una volta entrati in camera d'hotel. Si era scusata con Luca per il comportamento avuto da Sangio poco prima nel bagno del locale, dopodichè consapevole del fatto che non voleva creare alcun tipo di disagio a nessuno, si portò Sangio via da lì e aspettò di arrivare fino in camera per poter finalmente parlare con lui.
Sangio si era seduto sul letto, aveva i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani in viso in segno di esasperazione. Erano passate solo poche ore dall'incontro in stazione con quel tizio e già stava avendo dei problemi con Giulia per colpa sua. Era stanco, stanco che tutto fosse così difficile da gestire, stanco di non riuscire a viversi un momento felice con lei in tranquillità. Sarebbe dovuta essere una giornata splendida, avrebbero potuto passeggiare per Milano mano nella mano, avrebbe potuto portarla nel più bel ristorante della città e avrebbero potuto fare l'amore per la prima volta su quel letto invece che litigarci su.
-Non mi è preso niente- tagliò corto lui. Non voleva darle spiegazioni, non voleva nemmeno uscirle il discorso della stazione, dopo tutto quello che era successo probabilmente non lo avrebbe nemmeno preso seriamente.
-Ma hai idea che potevi davvero strangolarlo?- le lacrime rigarono il suo volto. Non era arrabbiata, era delusa. Era delusa perchè pensava che lui fosse diverso, che riuscisse a comunicare invece che usare la violenza. Non si aspettava da lui un atteggiamento del genere, soprattutto perchè Luca quella sera non aveva fatto niente di male, quindi non aveva proprio senso il suo comportamento.
-Ma perchè lo hai fatto?- domandò lei quando non ricevette risposta alla prima domanda.
Sangio non si era mosso da quella posizione, era rimasto li, seduto con lo sguardo basso mentre ripensava a tutto ciò che era successo prima.
-Ero geloso- mentì lui. Non voleva dirle che il suo amico di famiglia in realtà era un coglione, non voleva rovinare l'idea che lei avesse di lui e soprattutto non voleva mettersi contro la famiglia di lei che conosceva quel ragazzo da vent'anni.
-geloso? Ma davvero?- Giulia non era mai stata così nervosa e confusa. Geloso? Lui? Le sembrava talmente strano tutto ciò che non riuscì a dire nient'altro, si stese sul letto dalla parte opposta a lui mentre le lacrime continuavano a scendere dal suo viso.
Perchè non confessarle tutto? Sarebbe stato più semplice, avrebbe spiegato il suo comportamento, la sua reazione in stazione, il fatto che fosse scazzato in hotel e il modo in cui reagì in bagno poco prima, ma avrebbe dovuto affrontare di nuovo il discorso, parlare di quel giorno lì che lui avrebbe voluto dimenticare, e parlare male di una persona che faceva stare bene Giulia.
-Anch'io ho visto un biglietto scritto da te nel tuo zaino, ma non me ne vado mica a prendere a pugni qualcuno!- esclamò lei. Non voleva dirgli di quel bigliettino trovato la mattina, voleva tenerselo per se, ma la rabbia era tanta e non poteva non confessarglielo. La situazione si ribaltò.
-Quale biglietto? Hai sbirciato tra mie cose?- Sangio per la prima volta da quando arrivarono in camera alzò lo sguardo girandosi nella sua direzione. I suoi occhi blu erano ancora più evidenti circondati dal rosa dei capillari in tensione per trattenere troppe lacrime.
-Stavo solo cercando delle caramelle- sospirò lei sapendo che stava per nascere un'altra discussione.
-E cosa hai letto?- il tono della sua voce si alzava piano piano. Era stanco, era nervoso e non riusciva a controllarsi.
-Manco mi ricordo più- sbuffò lei stufa di tutte quelle chiacchere inutili.
-No Giulia adesso è arrivato il momento che parli. Hai detto che hai letto qualcosa, dimmela.- Era amareggiato, incazzato e anche lui deluso da lei. Non si sarebbe mai immaginato da una come Giulia un comportamento del genere. Non stavano insieme nemmeno da una settimana e lei già andava a guardare cose private nel suo diario? Più realizzava e più si infuriava.
-Era tipo una domanda. Una proposta.- si alzò dal letto lei. Non riusciva a sostenere tutto ciò. Non riusciva a stare ferma, sarebbe voluta scappare via. Odiava litigare.
-Una proposta?-
-Ma che ne so, c'era tipo scritto cresciamo insieme, non ricordo davvero.-
Sangio fece una risata amareggiata, una di quelle che fai quando non sai cosa dire in momenti di difficoltà.
-Non mi aspettavo da te una cosa del genere- disse poi serio mentre si metteva a letto dandole le spalle.
-Nemmeno io mi aspettavo che prendessi per il collo un mio amico, eppure..- sospirò lei, andando verso il bagno non avendo voglia di dormire in quel momento.
Entrambi non si sarebbero mai immaginati che quella sera, quella notte, andasse a finire in quel modo. Entrambi avevano viaggiato con la mente ed immaginato una scena perfetta, come nei film, organizzata nei minimi dettagli, e con un finale felice. Forse avevano sbagliato a farsi tutte quelle aspettative, avrebbero dovuto vivere la cosa in maniera più serena e naturale, ma una cosa era certa: non si aspettavano di fare a tutti costi l'amore, ma mai potevano immaginarsi di finire in guerra.
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