Capitolo 19: Lady

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Erano passati cinque giorni da quando Giulia scoprì di essere stata mandata fuori dall'accademia. Le giornate le sembravano infinite, passava il tempo chiusa in camera a ballare, a pubblicare video dove ballava in giro per casa e aveva ripreso a scrivere un po' sul suo diario. L'ultima volta che scrisse qualcosa fu proprio quel giorno in treno. L'inizio di tutto fu proprio quell'ultima pagina scritta sul diario e sorrideva ogni volta che i suoi occhi cadevano su quel racconto così drammatico di quella mattina. Se solo quel giorno avesse saputo cosa le riservava il destino avrebbe preso quel rifiuto della compagnia di Milano sicuramente meglio.
Le sue giornate erano nettamente cambiate. Prima non aveva il tempo nemmeno di fare un pasto decentemente, stava molte ore in sala e quando non era in sala passava il suo tempo con Chiara o con il suo SanJuan. Adesso non sapeva più come dedicare il suo tempo, si annoiava a non fare niente e il suo unico momento di felicità era la sera quando Sangiovanni andava a trovarla sotto casa. Erano cinque giorni che si vedevano di nascosto dai suoi nel cortile del condominio con la scusa che Giulia andava a passeggiare il suo piccolo cagnolino. Si svegliava la mattina felice solo per quei pochi minuti di felicità accanto a lui. Come si faceva a dire che questo ragazzo la portava sulla cattiva strada? Rinunciava agli amici e alle uscite solo per vederla nel buio dei parcheggi quei 10 minuti che bastavano per farla tornare a sorridere.
Mai nessuno aveva fatto qualcosa per lei e per quanto potesse sembrare qualcosa di stupido per lei era l'unico momento per cui valeva la pena aspettare fino alla sera, era il suo momento felice. Si mise seduta sul divano aspettando che Sangio le mandasse il solito messaggio per avvisarla che fosse già sotto. Nell'attesa di quel messaggio, riprese il suo diario e scrisse il loro primo incontro "al buio" di cinque giorni fa e sorrise ricordandolo.

*flashback*

Giulia aveva passato la serata a letto. Non aveva voglia di alzarsi nemmeno per cenare. I suoi genitori non proferirono parola dopo quella discussione in cucina di poche ore prima. Rispose a qualche messaggio e chiamò Sam che forse era l'unico che poteva darle qualche parole di conforto in più.
Si sentiva di star vivendo un'altra vita. Era assurdo come tutto potesse cambiare in pochi attimi e come ogni nostro piccolo gesto sia fondamentale per il nostro futuro. Credeva molto nel destino, ma stavolta tutto ciò che successe fu solo e unicamente colpa sua, o almeno questo è quello che lei pensava.
-Giulia è pronto- disse freddamente sua madre senza guardarla negli occhi e aprendo la porta della sua stanza.
-Non ho fame, grazie- disse indifferente lei. La ferirono le parole dei suoi genitori quando parlarono di Sangiovanni in quel modo. Era davvero la sua unica fonte di luce in mezzo a tutto quel buio che la circondava e non poteva accettare che loro pensassero il contrario di lui. Erano solo state delle coincidenze. Delle brutte, coincidenze.
Il telefono le vibrò nuovamente.
"Piccola" era Sangio. Tirò un sospiro di sollievo a leggere quella parola, pensava che si fosse offeso per come lei lo avesse liquidato all'ultimo minuto, e lui non le rispose nemmeno al messaggio tanto fosse preso da Alessandro, che Giulia pensò subito che ce l'avesse con lei.
Prima ancora che lei rispondesse le arrivò un altro messaggio.
"Sono qui sotto. Scendi?" Il sorriso le scomparve dal volto, come avrebbe fatto? Sicuramente non poteva dire ai suoi che il ragazzo che tanto pensavano l'avesse portata a "mala strada" era li sotto ad aspettarla. Odiava dire bugie, odiava fare le cose di nascosto ma non aveva altra scelta.
"Aspetta qualche minuto" gli scrisse lei.
Andò in cucina e trovò i suoi seduti a tavola mentre cenavano tranquillamente.
-Oh ti sei decisa a venire a cenare?- disse il padre accennando un sorriso. Sapeva di aver esagerato i modi con la figlia e avrebbe subito voluto riallacciare il solito rapporto di sempre.
-No, posso portare Gas Gas a passeggio?- disse lei prendendo in braccio il piccolo cane dal lungo pelo bianco.
-A passeggio? Ma se è almeno cinque anni che non lo porti fuori- rise sua madre sapendo fosse una richiesta strana la sua.
-Ho bisogno di prendere un po' d'aria. Sto qui sotto ve lo giuro.- provò a pregarla lei.
-No okay, ci sembrava solo strano che volessi passeggiarlo, ma sicuramente lui ne sarà felicissimo- sorrise il padre non potendo mai immaginare che Gas Gas fosse solo una scusa per scendere giù nel cortile e vedere quel ragazzo.
Uscì dalla porta con il piccolo cane al guinzaglio che scodinzolava contento.
-Giù- sentì bisbigliare al buio tra le macchine parcheggiate
-Oh mi farai prendere un colpo eh- rise lei.
Sangio si spostò dal buio del parcheggio per raggiungerla nella parte più illuminata del cortile.
-Ma cos'è questo pupazzetto peloso?- rise lui non appena vide il cagnolino. Giulia lo prese in braccio -Lui è gas gas, oramai è vecchietto- lo accarezzò. -Oh ma ciao palla di pelo- lo prese in braccio Sangio alzandolo in aria.
-Mettilo giù porello, lo traumatizzi così- rise lei vedendo quel povero cagnolino in aria tra le grandi mani di Sangio.
-Ma pesa tipo duecento grammi, gli date da mangiare?-
-Cretino ma è la razza che è piccola-
-Sembra un topo peloso-
-Dai povero, vieni qui Gas Gas che Sangio non ti tratta bene- lo prese lei di nuovo in braccio per poi lasciarlo giù al guinzaglio.
-Oh palla di pelo potresti almeno salutare eh- rise Giulia scompigliandogli i capelli che un po' lo facevano davvero assomigliare al suo cagnolino.
-Hai ragione- disse attirandola a sé e stringendola come se non la vedesse da secoli.
-Oh così mi uccidi però- rise Giulia respirando a fatica.
-Per un momento ho pensato di non poterti abbracciare più- disse lui serio lasciandola da quell'abbraccio soffocante.
-perchè?- chiese
-Ho saputo dell'espulsione- Giulia sospirò profondamente, non volendone parlare ma allo stesso tempo sentendosi in colpa per non averglielo detto prima. Lei stessa si era detta niente segreti ed era la prima che aveva omesso una cosa così importante.
-Sangio scusami se non te l'ho detto prima ma..-
-Non è per questo. Ero preoccupato per la reazione dei tuoi, immaginavo non l'avessero presa bene.-
-Già è proprio così- abbassò lo sguardo lei, ricordandosi la loro reazione e i loro occhi pieni di delusione quando sventolarono quel maledetto quotidiano.
-Sono finita anche sui giornali, sta girando voce che l'accademia non è professionale e tutte ste cavolate-
-Che coglioni sti giornalisti- strinse il pugno Sangio immaginando avessero scritto delle cazzate a riguardo.
-Sono io la cogliona qui-
-Oh Giulia, non lo dire nemmeno per scherzo- le alzò il viso dal mento, avvicinandosi a lei.
-Sì.. se non avessi bevuto in quel modo adesso..-
-Quello che è fatto è fatto. Ora devi solo impegnarti per poter rientrare di nuovo.-
-okay?- le chiese quando non ricevette risposta.
Lei lo strinse forte, appoggiando la testa sul suo petto e sentendosi così protetta che sarebbe rimasta in quel modo tutta la vita se avesse potuto.
Si staccò dall'abbraccio solo per fiondarsi sulle sue labbra e sentire quel calore che le mancava dalla mattina. Sangio non esitò a ricambiare quel bacio, mantenendo le mani sul suo viso.
In quel bacio c'era tutto l'amore che entrambi provavano ma che nessuno dei due aveva il coraggio di dichiarare per paura non fosse ricambiato.
Sangio la spostò leggermente verso la parte più buia del parcheggio, trascinando con sé anche il povero Gas Gas che Giulia teneva ancora a guinzaglio.
La poggió contro lo sportello di una macchina mentre le sue mani scesero sui suoi fianchi.
Giulia spostò le sue labbra sul collo di lui, facendolo rabbrividire. -Giù- le strinse lui un braccio. -Non voglio ripetere la stessa esperienza di stamattina.- Lei scoppiò a ridere ripensando a quanto fosse stato imbarazzante essere stati interrotti, ma soprattutto rise per Sangiovanni che anche quella volta non venne accontentato.
-Non è stata colpa mia- scese lei la mano sfiorando i suoi pantaloni.
-No Giù- gli tolse la mano lui. -Perchè no?- chiese lei con un sorriso malizioso, avendo capito che lui aveva già difficoltà a reggersi in piedi.
Avvicinò le labbra al lobo del suo orecchio, baciandolo dolcemente mentre con la mano continuava a toccargli i pantaloni già in tensione.
-Sbaglio o devi continuare un lavoro in sospeso?- sorrise lui prendendo la sua piccola mano,e infilandola dentro i suoi pantaloni, non accontentandosi di quei piccoli movimenti al di fuori, e sussultando per il suo stesso movimento.
Giulia sorrise per quel gesto, significava che non gli era dispiaciuto quella mattina,in realtà era un po' in ansia perchè aveva paura di non essere all'altezza, ma il modo in cui lui non riusciva a resistere a lei le fece prendere quel poco di coraggio che bastava per accasciarsi sotto di lui.
-Porca troia- esordì non appena capì l'intenzione della ragazza. Giulia ribaltò la situazione, facendo appoggiare a lui la schiena su quella macchina all'angolo del parcheggio e chinandosi di fronte a lui.
Gli abbassò i pantaloni, quel poco che bastò per permetterle di andare avanti nella sua intenzione. Non sapeva se fosse l'adrenalina del poter essere scoperti da un momento all'altro o la troppa voglia accumulata e mai soddisfatta pienamente, ma le venne tutto così spontaneo che lei stessa si sorprese.
-Cazzo Giulia- ansimò lui non appena le sue labbra sfiorarono il suo membro.
-Aspetta, tieni- le passò lei il guinzaglio del povero Gas Gas che nel frattempo si era steso a terra rassegnato dal fatto che non lo avrebbero fatto passeggiare.
-Se mi avessero descritto una scena del genere.. giuro che..- disse a mala pena accennando un sorriso mentre si reggeva alla macchina dietro di lui
-non ci avrei creduto- disse infine.
Le poggiò una mano dietro la testa, seguendo i suoi movimenti e chiudendo gli occhi quando finalmente,dopo pochi minuti, arrivò al culmine del piacere.
Ci volle qualche secondo in più per riprendersi da quel momento così intenso. Mai e poi mai si sarebbe immaginato una cosa del genere da parte di Giulia. Era un lato di lei che stava scoprendo con il tempo e che lei stessa stava scoprendo di sè. Un lato nuovo, che sorprendeva lei stessa e che avrebbe sorpreso chiunque se avessero saputo quello che era appena successo all'interno di quel parcheggio buio.
Sangio la fece sedere sul cruscotto della macchina, in modo da averla di fronte a sé mentre la guardava fissa negli occhi. Aveva le farfalle nello stomaco come non mai. Non aveva mai provato un'emozione così forte. Le spostò i capelli dal viso, accarezzandole le guance rosse dalla foga di pochi minuti prima.
Lei sorrise imbarazzata, rendendosi conto di quello che era appena successo.
-Non hai idea di ciò che mi fai provare- le prese una mano e l'appoggiò sul suo petto, nella direzione del cuore.
-Cosa ti faccio provare?- chiese Giulia con un sorriso mentre sentiva il suo cuore esplodere sotto la sua mano.
-Amore Giù, mi fai provare amore.-

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