Capitolo 20: Verità

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-Come sta andando il weekend a Milano?- rise Giulia al telefono mentre si sdraiò sul letto di camera sua.
-La canzone sta spaccando, la sento spesso in radio e la gente sta iniziando a riconoscermi, è una follia- disse con entusiasmo Sangio mentre camminava sotto la pioggia di Milano per raggiungere la Sugar.
-Ei sono gelosa però- sorrise lei vedendo che la faccia del suo ragazzo non era più solo sulla foto profilo ma iniziava a diffondersi piano piano.
-Macchè, tanto io ho già la mia principessa rinchiusa in casa.- la tranquillizzò lui facendole accennare un sorriso.
-A proposito, rimarrai chiusa nella torre per molto tempo? Perchè se devo aspettare che ti crescano i capelli come Rapunzel per poterti vedere mi arrampico io eh- ironizzò lui provando a non pensare che quella situazione era diventata insostenibile. Voleva vederla, non le bastavano più quei dieci minuti la sera, e oramai con le piogge di ottobre anche quei pochi minuti vennero annullati. Voleva stare con lei, portarla fuori a cena, ridere insieme senza la fretta di dover scappare da un momento all'altro. Avrebbe voluto portarla con lui a Milano, condividere con lei ogni attimo possibile. Avrebbe anche tanto voluto vederla ballare in quella sala, lei faceva di tutto per non fargli capire quanto quella situazione le pesasse, ridendo e scherzando sempre, ma lui lo aveva capito che non ce la faceva più a stare chiusa in casa come se fosse agli arresti domiciliari, in fondo, il suo unico crimine commesso fu quello di lasciarsi andare. -I miei mi hanno detto che dalla prossima settimana posso uscire, ma niente feste- avrebbe anche voluto dirgli "e niente ragazzi" ma non voleva che lui fosse a conoscenza del pensiero che i suoi genitori avessero di lui.
-Dove ti piacerebbe andare?- chiese lui
-Vorrei tanto tornare in accademia..- sospirò, sapendo che quello sarebbe stato il suo unico posto felice.
-Lo so piccola. Ti giuro che farò di tutto per convincere "la direttora" a farti reinserire nel gruppo e non farti perdere l'anno-
-avrei anche dovuto prendere il diploma..-
-Giù, farai tutto ciò che vorrai credimi.- disse seriamente Sangio non potendo guardarla negli occhi, ma provando a trasmetterle dalla voce tutta la rassicurazione che le serviva al momento.
-Dai cambiamo argomento- chiuse lei il discorso -Mi sono accorta di avere ancora il tuo elastico rosa, me lo hai dato la notte che ho dormito da te-
-Si lo so. Lo puoi tenere-
-Davvero?- chiese lei felice e Sangio scoppiò a ridere.
"È solo un elastico rosa e lei ne è così felice", avrebbe tanto voluto stringerla a se in quel momento.
-Certo che puoi piccola-
-Mi manchi un po'- gli confessò lei al sentire quel "piccola" tramite un telefono e non sussurrato all'orecchio.
-solo un po'?- rise lui
-Sì solo un po'-
-Anche tu mi manchi Giù- rise lui a fine telefonata.
Erano due settimane che Giulia si trovava in quella situazione, due settimane che mentiva ai suoi genitori vedendo Sangio di nascosto sotto casa sua e due settimane che non metteva piede in sala.

Sangiovanni d'altro canto stava vivendo uno dei momenti più assurdi della sua vita, improvvisamente sembrava che tutto fosse cambiato, si svegliava la mattina e trovava migliaia di followers in più, messaggi in direct, e la sua canzone alla radio sempre più spesso. Sapeva che sarebbe cambiato qualcosa ma non pensava così velocemente. Sarebbe stato tutto perfetto se avesse potuto condividere con lei quest'esperienza.
Aveva passato il weekend a Milano col suo manager per parlare e iniziare a pensare alle prossime canzoni. Capitava che la gente lo fermava per strada, anche se la sua immagine non era ancora chiara visto che non fece nessuna apparizione in tv. Gli sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto e che finalmente, tutti quegli anni di sofferenza gli portarono la giusta ricompensa.
Quel weekend passò velocemente e non vide l'ora di risalire su quel treno, quel famoso treno, per poter tornare a Roma da lei. Stavolta sarebbero potuti uscire, sarebbero potuti andare a casa sua o in qualsiasi altro posto del mondo, avrebbero potuto condividere un momento insieme senza la paura di essere visti da qualcuno nel bel mezzo del condominio.
Si sedette sul suo bel posticino e pensò a come tutto nacque. Si immaginò Giulia davanti a sé, come la prima volta che la vide, imbarazzata, impacciata e con due occhi spaventati dal mondo. Si ricordò di quel diario, aperto su quel finestrino mentre lei guardava al di fuori per sfuggire al suo sguardo. Non si sarebbe mai potuto immaginare di innamorarsi così tanto di una ragazza vista in treno. Pensò a quanto la vita fosse strana a volte, a far sì che quel giorno i loro sguardi si incrociassero. Chissà che sarebbe successo se quel giorno in treno lui non ci fosse salito. Sicuramente la sua vita ora non sarebbe come adesso.
Quella sera avrebbe potuto vedere di nuovo quel sorriso e non vedeva l'ora che quel treno si fermasse alla stazione di Termini.
Giulia era già pronta, mentre aspettava che lui arrivasse in stazione per potergli andare in contro. Uscì dalla sua stanza con un grande sorriso.
-Dove vai?- chiese il padre quando la vide uscire così sistemata alle 15 del pomeriggio.
-Esco- In fondo era vero. Non voleva dire altro semplicemente perchè non ce la faceva più a dire tutte quelle bugie, a nascondere tutte quelle cose e a far finta di nulla.
-Si questo lo avevo capito- rise il padre. In quei giorni aveva completamente cambiato atteggiamento con lei, forse per i sensi di colpa, sembrava più tenero e tranquillo.
-Intendevo con chi- disse lui guardandola.
Giulia esitò un po' a rispondere. Non sapeva se dire la verità e poi accettare le conseguenze o continuare a mentire sapendo che prima o poi sarebbero venuti a saperlo. Il campanello suonò alla porta e Giulia aveva tremendamente paura che fosse lui. Poteva essere il gesto più bello del mondo quello di fare una sorpresa a casa della propria ragazza, ma a Giulia in quel momento le avrebbe solo complicato le cose.
-Vado io- disse lei precipitandosi alla porta per evitare che qualcun altro la aprisse al posto suo.
-Luca Dio mio mi hai fatto prendere un colpo- sospirò lei sollevata di vedere lui.
-Vieni entra- lo invitò lei facendolo accomodare a casa.
-Oi Luca!- esclamò contento il padre di Giulia quando lo vide, andandolo ad abbracciare. Luca era un po' cresciuto in quella famiglia. Le loro rispettive mamme si conoscevano da quando erano piccole e lui passava molto tempo a casa di Giulia. Ai tempi si divertivano a cantare e ballare insieme, a giocare a nascondino o a fingersi lei la maestra e lui l'alunno. Un giorno poi, il padre di Luca decise di andarsene di casa lasciando lui e altri quattro fratelli, e da quel giorno iniziò a lavorare per aiutare la mamma, e iniziò a frequentare brutte persone, iniziò a crearsi dei debiti che non riuscì a levarsi, e molte volte minacciarono di toccare sua mamma e i suoi fratelli, e per amore che ciò non accadesse si metteva in giri loschi, obbligandosi a fare cose che non si sarebbe mai potuto immaginare, come ordinare a un gruppo di ragazzi di picchiare Sangio quella mattina in stazione, solo per soddisfare gli interessi di chi stava sopra di lui.
-Mi ha chiamato tua mamma, mi ha detto di darti un occhio- si giustificò lui quando Giulia gli chiese il motivo di questa sua inaspettata visita.
-Non ci posso credere..- bisbigliò lei senza parole mettendosi una mano in fronte per l'esasperazione. Davvero erano arrivati al punto di farla accompagnare da Luca? Era scioccata da ciò che i suoi fossero capaci.
-Giù lo so. Ma dopo tutto quello che è successo non potevo dirle di no- continuò a giustificarsi lui, volendo farle capire che non era stata sua intenzione.
-Hai ragione lo so, non è colpa tua- sorrise lei scompigliando quel grande giuffo biondo.
Uscirono di casa, e prima ancora di salire in macchina Giulia ricevette un messaggio da Sangio.
"Vengo io da te. Ho un'altra sorpresa" Giulia sorrise a quell'affermazione, quante sorprese le avrebbe fatto? Non vedeva l'ora di vederlo ma allo stesso tempo era già preoccupata per la reazione del ragazzo alla vista di Luca in macchina con lei.
-Posso chiederti una cosa?- iniziò Giulia mentre aspettavano l'arrivo di Sangio seduti in macchina.
-Che succede?- si voltò Luca con un sorriso, non potendosi immaginare cosa gli avrebbe davvero chiesto.
-Che è successo tra te e Sangio?- chiese lei sapendo ci fosse qualcosa sotto, era impossibile che Sangio lo avesse preso per il collo senza motivo.
Luca rimase per qualche istante interdetto, non aspettandosi una domanda del genere. Il sorriso che aveva in volto scomparve in pochi secondi e iniziarono a venirgli mille pensieri.
-Perchè questa domanda?- chiese lui con un mezzo sorriso provando a sdrammatizzare.
-Perchè non è normale trovarvi in quel modo nel bagno di un locale- alzò le spalle lei pensando fosse scontato il perchè della domanda.
Luca fece un lunghissimo sospiro, di quelli che si fanno quando sei intenzionato a parlare per ore. Mise le mani sullo sterzo e guardò avanti non avendo il coraggio di guardarla negli occhi.
-Sai quando mio padre se ne è andato di casa?- domandò lui con la voce che già gli tremava un po'.
-Sì, certo che mi ricordo, avevi 15 anni e io 14.- disse Giulia ricordando quel terribile momento.
-Ecco, da quel giorno ti ho detto che avrei lasciato la scuola per andare a lavorare giusto?-
-Sì ma non capisco cosa c'entri con..-
-Aspetta ora ci arrivo-
Giulia si mise comoda sul sedile e continuò ad ascoltare il racconto di Luca.
-Ecco in realtà non ho mai fatto un vero lavoro. Mi sono messo nei guai fin da subito però erano soldi facili, avevamo bisogno di quei soldi-
Giulia lo guardò. Sapeva che Luca negli anni era cambiato, non si sentivano più come prima e vedeva che aveva qualcosa che non andava, ma non pensava potesse mai finire nei guai così.
-Mi sono messo in un giro di soldi che non mi apparteneva e purtroppo le persone che ci stavano dietro non erano per niente brave persone-  a Luca scese una lacrima dal viso.
-Che ti hanno fatto?-
-A me? Niente. Non mi hanno mai fatto niente. Ero io che dovevo sempre fare qualcosa, e se non la facevo, mi minacciavano dicendo che sapevano l'indirizzo di casa di mia madre, e che..-
-Si ho capito- gli disse Giulia quando vide che Luca non riuscì a completare la frase.
-Non sono riuscito ad uscirne, e mi usavano per far spaventare le persone, solo per una soddisfazione loro-
-E Sangio?-
-Con Sangio..- iniziò lui, ma vennero interrotti da un clacson di un motorino che suonava incessantemente. Era lui. Luca si asciugò di fretta le lacrime che aveva sul viso e Giulia rimase qualche secondo ancora concentrata su di lui prima di scendere dalla macchina.
Sangio non notò subito la presenza del ragazzo, e si limitò a togliere il casco per correrle in contro e finalmente poterla abbracciare.
-Eccola la principessa!- esclamò lui; e Giulia per un secondo dimenticò tutto quello che gli disse Luca pochi secondi fa perdendosi tra le sue braccia.
-Mi sei mancato popstar- sorrise Giulia una volta staccata dal suo abbraccio per poterlo baciare.
-Ma quanto sei bella oh- la fece girare su se stessa Sangio ammirandola.
-Dai scemo- rise lei imbarazzandosi. -ti imbarazzi ancora?- sorrise lui prendendole il viso e riempendola di baci.
-Sangio- lo interruppe
-mh- rispose non volendosi staccare dalle sue labbra.
-C'è Luca in macchina- Sangio bloccò subito i baci girandosi verso la macchina e osservando Luca che aveva visto tutta quella scenetta per lui forse troppo smielata.
-Che ci fa lui qui?- sbottò lui cambiando subito tono di voce ed espressione del viso.
-Sangio aspetta- lo prese lei da un braccio evitando che facesse scenate.
-Mia mamma lo ha chiamato perchè a modo suo ho bisogno di qualcuno che mi protegga- disse alzando gli occhi in cielo.
-Ma ci sono io per questo, cosa c'entra lui?-
-Lo so, lo so che ci sei tu, ma non è stata una mia decisione capisci? Lei lo conosce da anni e si fida di lui..- Ci fu un attimo di silenzio.
-Non si fidano di me vero?- dalla sua voce trasparirono tutte le sue insicurezze.
-Non è che non si..-
-Non ti preoccupare ho capito- disse con sguardo basso.
-Davvero Sangio non te la prendere- lo pregò lei.
-Non me la prendo Giù- sforzò un sorriso lui, ma in realtà stava solo morendo dentro.
-Quindi non ho capito dobbiamo portarcelo dietro tutta la sera?- sbuffò indicando il ragazzo dentro la macchina.
-Deve solo accompagnarci.. poi magari si va a fare un giro..- Sangio sbuffò nuovamente.
-Vieni almeno con me in motorino?- le passò lui il casco.
-Sì certo, fammi solo avvisare Luca.-

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