Capitolo tredici: Carne

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Per quanto le tecnologie di Alastore fossero avanzate e all'avanguardia, queste non erano mai riuscite a confermare o negare l'esistenza di universi paralleli differenti dal nostro. Molti abitanti del cielo erano desiderosi di conoscere cosa ne sarebbe stato dell'uomo se la terza guerra mondiale non fosse mai accaduta, se fossero rimasti a vivere sulla terra o se Alastore avesse accettato di aiutare i Mimicani. Grandi domande si ponevano, ma queste erano prive di valore, poichè quello che è già accaduto ormai è immutabile. A noi semplici lettori del passato le loro colossali questioni paiono indegne del nostro interesse, ma alla fine di questa bizzarra favoletta saranno in molti a chiedersi cosa sarebbe accaduto se quella notte Belial non avesse incontrato una ragazza di nome Ramiela. Forse la storia che ora sto narrando avrebbe un finale migliore. Forse uno peggiore. Ma questo poco importa, perchè ciò che avvenne durante quel meraviglioso incontro è marchiato con il sangue nel firmamento, una tragedia che non si può storpiare.
Quella che sto per raccontare è una magnifica fiaba sull'amore, tanto bella che forse si potrebbe sorvolare sul tragico finale.

La giovane donna non sembrava aver nemmeno notato il ricco adolescente, troppo presa dal farsi ricoprire di insulti. La sua pelle scura era baciata dal cielo nero, ma i grandi e scintillanti occhi color miele dalle iridi brillanti incendiavano quella notte priva di stelle. Il Mimicano si perse nello sguardo così vivo di quella sconosciuta, una fiamma destinata ad ardere in eterno. Ella era pura, fragile ed effimera abbracciata dall'odio, ma imperturbabile continuava a gridare e a scalpitare. Anche lei coltivava nel suo cuore quel sogno di pace, quell'utopia egoista che Belial tanto adorava? Nel vederla il futuro politico si sentì meno solo, come se solo quella donna potesse vivere con lui nel suo irrealistico futuro.
Era un infante desideroso di avere un nuovo premio, una nuova ricompensa per essere il migliore, una nuova forma d'amore. Ma come si può richiedere affetto da una persona che mai l'ha ricevuto?

L'albino non ci pensò due volte prima di correre verso di lei. Proprio come un marinaio incauto era pronto a cadere nella trappola di quella strana sirena. Si sporcò il pigiama e i piedi di fango, eppure questo non parve infastidirlo. Velocemente strappò il megafono dalle mani della giovane. La sua bocca si aprì quasi senza volerlo, rapito da un sortilegio oscuro. Inconscio degli sguardi attoniti dei suoi compagni di corso si ergeva in difesa di quella pazza, abbandonandosi alla dolce follia.

Appena il bastardo iniziò a parlare il silenzio calò nel campus. Nessuno osava fiatare quando Belial esponeva una delle sue orazioni. Alcuni conoscenti del nostro cavaliere si scambiavano sguardi complici, rimirando quella scena già vista.
La folla passò in breve tempo dall'essere infastidita all'essere interessata, affascinata, incantata. Stregata osservava quel giovane mago che a suo piacimento poteva far innalzare ed incendiare gli animi della gente.
Il ragazzo parlava con tranquillità, ripetendo le stesse cose che propagandava da anni. Molti erano scesi per ascoltare le sue parole, ormai imparate quasi a memoria. Ogni tanto la sua nuova collega pronunciava timorosa qualche frase, ma subito taceva per non fermare la magia che si stava compiendo davanti a lei.
Per molti quella notte non fu altro se non la replica di uno spettacolo di cui già conoscevano il copione, ma per il borghese qualcosa cambiò perché, per la prima volta, inziò a credere sul serio in ciò che diceva.

La stramba universitaria guardava l'albino in modo diverso dagli altri, nelle sue iridi color miele brillava una scintilla di ammirazione e rispetto, ma non idolatria. Qualcosa negli occhi di Ramiela la differenziava dalla massa. C'era un aria di sfida nella sua adorazione. La fanciulla serrò i pugni ed esaminò il gruppo di persone che li circondava, desiderosa di ballare sulle ceneri di quel mondo marcio più di quanto lo volesse Belial. Non era invidia il sentimento che sentiva per quel giovane principe, ma la bramosia di giocare alla pari, illudendo loro stessi con un caldo sogno irrealizzabile. 
L'Alastoriano una volta tanto si incuriosì ad un personaggio che non traeva origine da uno dei suoi vecchi tomi polverosi. Si sentì quasi dipendente dalla sensazione che la sua nuova attrazione gli dava.
Durante quello strano corteggiamento, quella protesta gli parve di colpo più dolce.

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