Nuovo inizio

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POV: Rose
Oggi finalmente compio 16 anni. Sto raccogliendo le ultime cose, Leandro mi sta aspettando.
A proposito Leandro è un ragazzo che ho conosciuto qui in orfanotrofio, ha soli 4 anni più di me, è finito qui a causa di qualche problemino con la giustizia quando aveva 13 anni. Da quando lui è uscito (2 anni fa) ci siamo sempre mandati delle lettere. Mi ha promesso che il giorno del mio sedicesimo compleanno mi avrebbe portata via da questo inferno. E quel giorno è finalmente arrivato. Leandro è di origini brasiliane, il classico ragazzo che si caccia sempre nei guai. È alto quasi 1 metro e 95, occhi neri penetranti e capelli perennemente spettinati color castano scuro. Ha la passione per i tatuaggi, i piercing e le moto. È molto seducente, tanto che cambia quasi una ragazza al giorno.
Scendo le scale di corsa, entusiasta della cosa, e lo vedo fuori al parcheggio ad aspettarmi. Saluto di corsa i gemellini Hope e Cody, di soli 4 anni: li ho visti arrivare appena nati, e li ho cresciuti come se fossero fratelli miei. Mi mancheranno quelle due piccole pesti, ma devo andare.
Leandro è lì ad aspettarmi in sella alla sua Harley Davindson. Lo vedo togliersi il casco e guardarmi con i suoi occhi neri e profondi, non mi ricordavo dell'intensità con la quale mi guardasse. Mi prende per i fianchi, mi tira a sé e mi dà un lungo e caloroso abbraccio. Profuma ancora di Brandy e tabacco. Mi ricordo ancora il giorno in cui lui se ne andò e mi lasciò la sua giacca di pelle. -"Ei piccola. Wow, sei ancora più bella di come ti ricordavo". -"Ei papi! Tu invece sei bello come sempre, solo qualche tatuaggio in più". Velocemente mi passa il casco, salgo in sella, e stringo forte le braccia intorno ai suoi addominali. Insieme ci dirigiamo verso l'autostrada di New York. Fin da quando avevamo 12 anni sognavamo di prendere un appartamento a New York insieme per scappare via da questo mondo pieno di dolore.

Apre la porta dell'appartamento e attraversa la soglia portandomi in braccio -"Non siamo mica in luna di miele, dai mettimi giù" -"È tradizione che la bella principessa venga portata in braccio oltre la soglia" rido alzando gli occhi al cielo mentre scuoto la testa in segno di dissenso. -"Papi ma è splendido" affermo mentre mi soffermo su ogni dettaglio della stanza, così piccola ma allo stesso tempo così perfetta. Di fronte a me una parete bianca da dove scendono dei rampicanti verde-violacei, con appoggiato un divano in semi pelle beige. Alla mia destra un angolo cottura color argento con fornelli a induzione e un frigo che nonostante le dimensioni modeste era abbastanza spazioso. Un tavolo alto e lungo circondato da sgabelli alti poco meno di esso; come in un luxury bar. Alla mia sinistra a pochi centimetri dal mio volto un televisore a schermo piatto da circa 25 pollici. Persa nella bellezza di quel posto mi viene in mente che tutto quel lusso dovrà essere costato un occhio. -"Come hai fatto a permetterti tutto questo?" gli chiesi ricordandomi la sua condizione economica. -"Sono riuscito a trovarmi un certo lavoretto" disse lui, -"in soli due anni?" chiesi perplessa -"sono un uomo dai mille talenti vorrei ricordati" mi disse facendomi l'occhiolino e facendo un ghigno divertito. Percorrendo sempre la sinistra un piccolo corridoio accogliente con alla fine una porta di legno pregiato. Ci guardiamo intensamente e poi lui apre la porta. Davanti ai miei occhi un enorme letto matrimoniale con ornamenti rossi fuoco e un armadio a 4 ante che ricopre la maggior parte della stanza. -"Non credevo che avessi scelto un letto matrimoniale" dissi io titubante -"che c'è, è troppo?" mi chiese lui di rimando -"no, solo strano...", mi guardò con aria spavalda mente si leccava le labbra, giocando malignamente con il suo piercing nero come i suoi occhi.
Se devo essere sincera, Leandro mi ha sempre intrigato un po', ma non l'ho mai visto 'in quel modo'. Non credevo che la nostra amicizia potesse essere qualcosa di più, o forse mi sbaglio?

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