Prologo

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Ero uno dei tanti, sempre lo stesso posto, le stesse cose, sempre noi, per l'eternità.
Noi proteggiamo le persone: i mortali. Siamo angeli protettori, ma non tutti, perché questo titolo bisogna guadagnarselo.
Gli angeli protettori, una volta svolto bene il proprio compito Dio gli concede un paio di ali: cosa da sempre desiderata da tutti...
Dopo mille anni di servigi Dio ha deciso di assegnarmi una persona da sorvegliare, una ragazza.
Si chiama Rose.
Io mi chiamo Noah e finalmente sono stato spedito sulla terra. Per la prima volta non ero solo una figura color bianco candido con un aureola, ma sembravo quasi uno di loro: un mortale.
Sono rimasto molto sorpreso a vedere quanti altri angeli come me sono stati mandati a sorvegliare gli umani.
Tra di noi possiamo vederci, ma chiaramente i mortali non possono, siamo figure invisibili, nessuno può avvertire la nostra presenza, ma ci siamo...
Quando la Signora Jackson mise al mondo Rose io ero lì, per sorvegliarla. Ho visto sua madre morire dandola alla luce, ho visto la sua anima guardarmi e salire su, da Dio, magari un giorno sarebbe diventata anche lei un angelo protettore.
Ho visto il Signor Jackson piangere per sua moglie e lei che veniva portata via dai dottori.
Il Signor Jackson con il tempo ha iniziato ad affogare i suoi dolori nell'alcool e nella droga, senza dare il minimo peso a Rose.
Crescendo in un ambiente del genere è riuscita a cavarsela sempre da sola, con un piccolo aiuto da parte mia...
A soli 6 anni ha imparato a cucinarsi da sola, a 8 invece andava e tornava da scuola da sola, lontana 3 kilometri da casa sua... una piccola bambina dai capelli rosso fragola e occhioni giallo-verdi.
Io ero sempre con lei, qualsiasi cosa facesse, l'aiutavo a non cacciarsi nei guai, la proteggevo. Era il mio compito, e dovevo farlo bene se volevo anch'io le mie ali.
Quando Rose compì 10 anni suo padre, il Signor Jackson, iniziò ad adottare metodi drastici per "educare" sua figlia... È iniziato con uno schiaffo, il giorno dopo con 2, quello dopo ancora con 3, e così via. Io dovevo proteggerla, e non sapevo più come fare. Decisi di 'deviare' il destino del Signor Jackson: morì di overdose prima che Rose potesse compiere 11 anni; sapevo che era sbagliato e brutale, ma dovevo proteggerla che scelta avevo?
Dopo l'accaduto Rose non aveva più nessuno, e venne scortata in orfanotrofio dagli assistenti sociali. Era triste ed impaurita, non per la morte di suo padre, perché lui non le aveva mai dato niente, ma perché da quel momento era sola a tutti gli effetti. Probabilmente non lo meritava, probabilmente ho sbagliato. Ma ora, per quanto triste e sola, era al sicuro.

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