The way Jeon entered in my house

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«Entra, forza»

Osservai la figura del moro proseguire lungo il vialetto della mia abitazione. Scattai la serratura, permettendo al ragazzo insopportabile di accedere nel mio appartamento.

Onestamente avrei decisamente preferito evitare un ennesimo incontro e lasciare al destino la decisione sul corso della mia vita accademica, purtroppo però mio padre era abbastanza risoluto nel volere che progredissi nella mia media generale e di certo un'espulsione non avrebbe giovato.

Mi voltai di scatto, ricordando in quel preciso istante un particolare poco gradito da parte mia.

Feci una smorfia notando come il ragazzo dinanzi a me avesse assunto un'espressione esterrefatta nell'osservare gli arredi moderni della mansione di famiglia.

«Jeon Jungkook» serrai le labbra, pronunciando il suo nome con ribrezzo.

Ricevetti un'occhiataccia in risposta, ritrovando la sua attenzione posta nel mio sguardo.

«Questo è un pensiero da parte di mio padre per le mie azioni scorrette. Non fraintendere, non credo di aver sbagliato, tuttavia è così risoluto nelle sue convinzioni che non posso evitare di mostrartelo»

Presi il pacchetto scuro, porgendolo nelle mani del mio coetaneo, il quale prese a scartare con cura la carta per scovare il regalo al suo interno.

Osservò confuso il foglietto bianco che l'assistente di mio padre aveva accuratamente ripiegato nella lettera, leggendone il contenuto.

Cara signora Jeon,

Sono umilmente dispiaciuto per le azioni sconsiderate del mio primogenito, e vorrei ringraziarla infinitamente per il nostro incontro nella sua piacevole abitazione.

Sarei onorato nell'invitarla a cena per sdebitarmi in un ristorante particolarmente rinomato di questa città. Ovviamente suo figlio Jungkook è caldamente invitato a partecipare, date le circostanze.

Le auguro una piacevole serata, per qualsiasi aggiornamento per quanto riguarda le tempistiche ho qui apportato il mio numero personale.

Cordiali Saluti.

Min Seo Joon.

«Vedrò di consegnarla a mia madre, allora. Ringrazia tuo padre» proferí, ponendo il pacchetto nel suo zaino blu petrolio.

Scacciai con le dita le sue parole, intimandogli con lo sguardo di raggiungere la mia camera. Lungo la rampa il moro osservò gli arredi, restando folgorato in particolar modo dalla mia stanza, decisamente più ampia rispetto alla sua.

La mia vasta libreria doveva averlo indiscutibilmente colpito, perché prese ad osservarne tutti i dispositivi elettronici, console, libri riposti su di essa.

«Non posso crederci» esclamò, saltellando in un punto preciso della mia stanza.

Mi avvicinai maggiormente alla sua figura, aggrottando le sopracciglia. Spostai confuso il mio sguardo in direzione di quanto stesse puntando, e ritrovai con mia poca sorpresa il suo vecchio e impolverato nintendo.

«Non pensavo potessi aver conservato il mio nintendo, specialmente perché appartenente ad una persona di un rango sociale inferiore rispetto a te» prese in giro, alludendo alle mie frasi precedenti.

«Sarà sicuramente finito lì per sbaglio» mentii, mordendomi il labbro inferiore.

Mi voltai di scatto, non permettendo al moro di intravedere il rossore appena pronunciato sulle mie guance.

La verità è che mi ci ero particolarmente affezionato a quel nintendo. Sin dall'infanzia ero solito acquistare giocattoli di ultima generazione per poi gettarli incurante via, spesso senza averli mai effettivamente utilizzati. Quella console, invece, divenne da subito il mio passatempo preferito, nonostante del nauseante rimorso stringeva sempre in una morsa il mio stomaco, riportando alla mente quel bambino a cui avevo rubato il giocattolo.

IN PAUSA: ➳ Repentance «Yoonkook»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora