The way i corrupted Jeon Jungkook

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«Dai, entra»

Osservai con una nota di leggero disgusto la sua camera, decisamente piccola per i miei standard. Le mura erano così misere e strette che una persona claustrofobica sarebbe potuta svenire nell'immediato.

Notai con leggera sopresa come fosse presente un letto a castello, chiaro segno che Jeon condividesse la stanza con qualcun'altro. Non era fisicamente possibile una cosa del genere, date le dimensioni del cubicolo.

«Quando finirai di ispezionare la mia stanza fai un cenno così che possiamo iniziare e finire subito» scherní, stiracchiando le braccia.

La sua sedia necessitava sicuramente d'olio, dati i costanti rumori che ne scaturivano ad ogni movimento del moro.

«A cosa ti serve un letto a castello?» domandai, palesemente esterrefatto.

Il giovane tuttavia non sembrava seguire la mia logica, che alzò un sopracciglio confuso, sbuffando energicamente.

«Ai miei fratelli, forse?» pronunciò sarcasticamente, ghignando.

Strabuzzai gli occhi, avendo ricevuto conferma dei miei dubbi. Osservai nuovamente la stanza con una lieve avversione, per poi sedermi al suo fianco.

Se la sua sedia era solita fare rumori ai suoi movimenti, la mia rischiava decisamente di cedere.

«Non hai un'altra sedia Jeon Jungkook?»

«Cosa siamo in un castello? Il principe non gradisce i miei servizi? Può benissimo scendere dal suo piedistallo ed evitare di rompere le scatole alla plebe» ammonì, scuotendo la testa e voltandosi verso un foglio, completamente spoglio.

Sbottai irritato, alzandomi a braccia conserte e osservando scocciato il pezzo di carta.

«Cosa dovremmo scrivere?» domandai, scrutando quel foglietto.

Jeon alzò un sopracciglio, per poi sbuffare e seguire i miei movimenti. Prese la sua sedia, la scambiò con la mia e si sedette, per poi indicare con il pollice la sua.

Mi sedetti, evitando di ringraziarlo date le circostanze, per poi fare un cenno verso la scrivania.

«Non lo so, a dire il vero» ammise, sospirando.

«Partiamo dal termine amicizia in sé» proposi, attendendo qualsiasi cenno da parte sua.

«Ma sarebbe troppo scontato»

I suoi fili castani posavano delicati sulla fronte, al ché il ragazzo prese distratto alcune ciocche, spostandole dietro l'orecchio a causa della frustrazione. Stilare quel saggio risultava più complicato del previsto.

«Questo testo del cazzo è interamente scontato di suo» sbottai, sbuffando apertamente.

Jeon alzò gli occhi al cielo, per poi voltarsi completamente nella mia direzione. Corrugò le sopracciglia, posando il viso sul dorso della sua mano.

«Cos'è l'amicizia per te Min?» interrogò, così che potesse prendere degli spunti per sviluppare la tesi.

Sospirai, schiudendo leggermente le labbra. Ero decisamente ben lontano dall'avere instaurato amicizie nella mia vita. Creare dei rapporti amichevoli non era esattamente il mio forte, tanto meno da parte mia vi era alcuna volontà.

«L'amicizia Jeon è assolutamente futile. Azzarderei nel sostenere sia nient'altro che un bisogno patologico dell'essere umano per colmare quel vuoto che prova costantemente e che corrode la sua anima. Addirittura una credenza, una mistificazione della realtà secondo la quale una persona debba necessariamente avere qualcuno nella propria vita per poter stare bene. La vera realtà Jeon è che instaurare rapporti amichevoli equivale ad interrare le proprie debolezze, esattamente come fai tu con i tuoi amici»

IN PAUSA: ➳ Repentance «Yoonkook»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora