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8 giorni dopo

Non mi guarda più, nemmeno mi saluta.
In questi 8 giorni mi sono concentrata sul mio lavoro per il quale ho sudato sette camicie, ma la sua presenza nella villa mi fa deconcentrare.
Sento ancora le farfalle nello stomaco, le mie gambe tremanti e il suo gusto sulle mie labbra.

Ciò che qualunque ragazza vorrebbe, e sicuramente ciò che molte hanno avuto...
Onestamente non mi sembra strano pensarlo con decine di ragazze, senza che si ricordi i loro nomi.

"Desidera qualcosa?" Mi chiede la signorina
"No, pensavo di andare a prendere qualcosa al bar qui vicino, grazie"

Ho bisogno di vedere Theo il meno possibile, ma continua ad assillarmi la testa e non riesco a togliermi di dosso il suo peso e il suo tocco.
Rimango di pietra quando leggo il messaggio di Chris
"Dobbiamo parlare, ci vediamo a casa stasera"
Perché mi scrive ciò?
Ha scoperto qualcosa?
Prendo la borsa e cammino fino al primo bar che vedo, dentro è molto bello, sembra di essere in un hotel provato.
"Desidera?" Si avvicina a me un uomo anziano, con le guance rosse e il grembiule stropicciato
"Un panino bello farcito, scegliete pure voi" mi fa cenno con la testa e mi offre dell'acqua prima di assentarsi dietro il bancone.

"Sbaglio oppure ci siamo già incontrati?" Mi volto per cercare la fonte della voce, il mio cuore si ferma quando capisco che è Penny Drew... o Ryan Goleman???
"Non sbaglia" sorrido forzata e lo osservo.

È un uomo alto, elegante, con un paio di occhiali inseriti nel collo della camicia.
"Posso?" Mi indica la sedia davanti a me
"Certo"
Fa cenno al signore che sembra capire subito l'ordine, si vede che va li spesso.
"È qui per fare una pausa dal lavoro?" Mi chiede
"Si, ho sentito che qui fanno dei panini buonissimi. E lei?"
"Anche, lavoro qui vicino"
"Che lavoro fa?" La mia mente deve investigare, magari capirò la sua vera identità.
"Sono un notaio, firmo accordi di vario genere, lei invece? Sembra una segretaria, o sbaglio?"
"No, ha ragione, lavoro" inventati qualcosa "in uno studio di psicologia" sembra interessato "sono nuova, ma mi trovo bene"

"È impegnata con qualcuno?"
Perché farmi una domanda così?
Si, sono impegnata da anni con un uomo che tradisco con un altro uomo tatuato e che ti odia.
In quel momento un piano geniale mi compare di fronte, come un'apparizione
"No, sono sola"
Diventerò la puttana di turno. Me lo sento.
"Allora potrei invitarla a cena, non ci siamo salutati quella sera alla festa, mi dispiacerebbe perdere l'occasione di conoscerla meglio"
Cioè di scoparmi? Sono tutti uguali gli uomini
"Va bene"
"Perfetto, allora stasera alle 20:30?"
"Si, mi dica solo il ristorante e mi troverà li"
"Insisto per venire a prenderla"
"Non posso, ci vedremo lì"
"L'evenue MaryRose" risponde
mi alzo, vado direttamente al bancone e ritiro il panino farcito, pago e mi dileguo.

Corro alla villa e cerco Theo, anche se non mi parla, devo avvisarlo di quello che sto per fare.
Prima però mi gusto il mio panino. Delizioso.
__

Sento che sta facendo la doccia, forse il desiderio di vederlo spogliato e ripercorrere la nostra prima notte dopo la mia assunzione, mi fa aprire la porta del bagno
"Theo"
"Bussa"
"Stasera esco con Ryan Goleman, mi ha invitata a cena, gli ho detto che lavoro come segretaria" esce subito con la testa "in uno studio di psicologia"
"Tu sei pazza, non devi andarci"
"Perché? Potrei scoprire informazioni personali"
"Lui sta con Piers, non ricordi?" Sta urlando
"Non alzare la voce, non mi parli da giorni, abbi il rispetto di tenere un tono giusto con me"

Lo vedo contrarre la mandibola, guardarmi con occhi duri e stringere i pugni
"Ti stai cacciando in un grosso pasticcio"
"Mi ci hai messa dentro te, rispondi dei tuoi peccati"

La rabbia e l'odio che ribolliscono in me, mi portano a colpevolizzarlo per una cosa che abbiamo fatto insieme.
Lui mi avrà anche aperto la porta, ma io non ho detto nulla per fermarlo.

___
Immetto nel navigatore il nome del ristorante, ma prima di partire, sento la portiera aprirsi.
"Esci subito di qui!" Lo intimo ad uscire
"Vengo con te" si sistema la giacca e slaccia i primi bottoni
"No, non servi"
"Ha la fedina penale sporca"
"Non ha nulla di che rubarmi"
"Per stupro" mi osserva con sguardo canzonatorio
"E me lo dici ora?"
"Serviva dirlo prima? Prima della tua geniale idea?"

Un conato di vomito mi sale fino alla gola.
Devo potermi fidare di me stessa, e del fatto che non succederà nulla. Vado in panico, lascio il volante e le braccia mi cadono sul ventre "dove starai?" Chiedo
"Quel ristorante è stato finanziato da mio padre, mi faranno entrare in cucina, ti osserverò per tutto il tempo"
Forse ora serve Theo.

"Perché non mi hai rivolto la parola per giorni?" Dico
Non mi risponde.
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MA SIAMO ARRIVATI A PIÙ DI 100 LETTURE, AAAAAAAAAAAAA
GRAZIE MILLE PER CHI VOTA E SEGUE QUESTA STORIA, grazie grazie

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