E intanto Londra brucia intorno a noi

20.

GINEVRA

Il ristorante è semplice e accogliente, le pareti dai toni chiari, i tavoli in legno scuro e i fiori freschi, le grandi finestre dalla quale si vede tanto verde intorno, verde che mi mancava.

Nate e la dolce signora devono conoscersi da molto tempo dal modo in cui si sono salutati, non mi è mai sembrato un uomo dolce, ma con lei ho visto un nuovo lato di Nate, come se fosse una persona molto importante del suo passato, un passato che non conosco affatto e che vorrei conoscere.

- Vi conoscete da molto? - cerco di sembrare poco interessata mentre sfoglio il menu, non voglio infastidirlo con domande troppo personali, lo guardo da sopra il menu e noto che mi sta fissando - Si da molto - la sua risposta mi fa capire che non vuole parlarne, ma io sono inarrestabile - Sembra che ti voglia molto bene, ti guarda con gli occhi di una nonna - vedo la luce nei suoi occhi sparire, tornando ad essere l'uomo freddo che ho conosciuto - Non so come sia lo sguardo di una nonna - si limita a dire questo, ma a me arriva tanto altro, non deve avere avuto una bella infanzia - Non hai conosciuto i tuoi nonni? - abbasso il menù sul tavolo - Sei sempre solita fare tutte queste domande? - mi gelo per il suo tono e abbasso lo sguardo.

Lo vedo allungare una mano sul tavolo per prendere la mia, e sento l'istinto di ritrarmi ma non lo faccio - Mi dispiace, non volevo risponderti male, ma il mio passato vorrei rimanesse dove è, nel passato.

Alzo gli occhi nei suoi e vedo di nuovo la calma e la spensieratezza di prima - Non volevo sembrare invadente, ti chiedo scusa

- Non devi, cosa vuoi mangiare? - do un ultimo sguardo al menù, ma non ho dubbi - Risotto funghi e tartufo - mi guarda e ride - Speravo proprio che non scegliessi un'insalata -

- Perché mai avrei dovuto prendere un'insalata? - lo guardo storto - Per nessun motivo infatti - alza lo sguardo su Susan che arriva per prendere il nostro ordine, e come se gli si fosse aperta un'enorme voragine nello stomaco, inizia a ordinare di tutto, diversi antipasti, due primi e una bottiglia di vino, e devo ammettere che mi andava proprio.

Non appena il cameriere ci versa il vino, lo osservo assaggiarlo e sono stregata da ogni movimento che fa, emana potere anche in t-shirt e jeans, come se tutto gli appartenesse, come se potesse avere qualsiasi cosa, compresa me.

Approva il vino e lascia che il cameriere ne versi un bicchiere anche a me - Allora Gin - alza il bicchiere guardando il liquido rosso - Hai capelli color tramonto che non ti piacciono - Ha appena detto quello che mi dice sempre mia madre o sbaglio? - Suoni e canti da quando sei piccola, e non hai altre certezze nella vita, dimentico qualcosa? - No mi sembra che tu abbia riassunto egregiamente il tutto - bevo un sorso di vino, lui mi fissa - Fidanzati di cui dovrei preoccuparmi?

- Pensi seriamente che se avessi un fidanzato sarei qui con te ora?

- No ma voglio esserne certo - sorride, io lo guardo storto, l'ultima persona a cui avrei voluto pensare ora è Alessandro - Solo ex distrutti e abbandonati? - Per quale motivo io dovrei rispondere a domande personali quando tu hai messo ben in chiaro che non ne hai intenzione?

- Se vuoi sapere delle mie ex ti basta aprire Google Gin - a questa risposta bevo un altro sorso abbondante di vino - Molto simpatico.

Ride e la sua risata mi fa tremare lo stomaco, è bassa e roca e mi fa eccitare, non mi era mai successo prima - Dai raccontami di te

- Perché dovrei? - Perché mi interessa.

Alzo gli occhi al cielo - Si ho un ex, ma ti sei sbagliato, quella distrutta e abbandonata sono stata io - mi guarda serio, troppo serio, decido di sdrammatizzare, o perlomeno ci provo, agito una mano in aria, come a sminuire il tutto - A detta di tutti era una storia destinata a finire, stavamo insieme dalle medie, nessuno dovrebbe stare cosi tanto, cosi piccolo, con qualcuno, l'ho imparato sulla mia pelle - sorrido - doveva venire con me qui a Londra, ma ha pensato bene di tradirmi e lasciarmi prima, quindi eccomi qui da sola, a ricostruire la mia vita - alzo il calice come per brindare, ma a quanto pare non sono stata brava a sdrammatizzare perché mi guarda serio.