Era un sabato mattina come tutti gli altri a Los Angeles, iniziava ad esserci il calore mattutino con la brezza dell'Oceano Pacifico, dalla mia camera da letto che mi dava la visuale su tutta Venice Beach, vedevo le persone in canotta e pantaloncini che andavano a correre, chi andava al lavoro vestito formalmente anche se fuori c'era un caldo infernale e coppie di genitori o persone anziane con a braccetto i figli o i nipoti che aiutavano i nonni ad attraversare la strada.
Vi starete chiedendo chi sono io vero?
Allora mi presento sono Caroline Jensen, sono nata a New York all'ospedale NewYork-Presbyterian, il 6 Maggio del 1980 sotto il segno del Toro alle ore 19:45, i miei genitori sono Ian e Patricia Jensen.
Quando avevo solo 7 anni ci siamo trasferiti a Los Angeles nella zona della Walk of Fame.
Sì perché mio padre non ci crederete mai è un regista di successo con i suoi film horror e finché ero una ragazzina mi ha sempre portato con lui sul cast così ho viaggiato parecchio finendo a recitare alle commedie della scuola.
Mia madre invece è una modella, fisico perfetto vuole sempre essere in forma, così mi ha detto di sorridere ogni volta anche se in alcuni momenti non mi andava, perché la vita più delle volte è ingiusta e si mamma parole sante.
Con i continui trasferimenti dei miei genitori non facevo in tempo a legarmi alle persone, perché neanche il tempo e c'è ne andavamo già via, ma per i miei 14 anni abitavamo in una delle villette di Los Angeles, cioè nella parte ricca della città precisamente nel quartiere di Bel Air.
I miei mi iscrissero a una scuola di recitazione, per spiegarvi meglio una scuola superiore dove come corso facoltativo c'era proprio quello, mio padre sognava che la sua piccola bambina sarebbe diventata una regista di successo come lui, quindi loro desideravano con orgoglio che avrei preso il diploma lì con il massimo dei voti e io accettai di accontentarli.
Ogni volta mi perdo perdonatemi, dicevo il primo giorno di scuola della prima superiore conobbi Jessy Parker, una bellissima ragazza nata a Chicago il 14 gennaio ovviamente del mio stesso anno, sotto il segno del Capricorno, della sua famiglia conosco solo sua madre o come la chiamo ancora oggi la signora Parker e vi starete chiedendo di suo padre vero? So solo che Jessy è stata concepita dopo un'avventura di una notte, comunque loro vivono in una piccola casa di periferia della città.
Torniamo al primo giorno come prima lezione quella mattinata avevo proprio "Corso di Recitazione per Principianti" con il professore Paul Roland, il banco accanto a me era vuoto fino a quando neanche un minuto dopo arrivò con il fiatone quella che si rivelò la mia migliore amica e il Prof ovviamente la derise.
"Signorina Parker ci onora della sua presenza, la ringraziamo, si sieda vicino alla signorina Jensen, così possiamo iniziare"
E tutta la classe si mise a ridere tranne io non mi sembrava carino, così le feci un sorriso rassicurante e mi presentai.
"Piacere di conoscerti io sono Caroline e tu sei? Scusami ma so solo il tuo cognome"
Lei rise e ricambiò il mio sorriso, si vedeva che era una persona scherzosa mi piacque fin da subito.
"Tranquilla sono Jessy o puoi anche chiamarmi Miss Figure di Merda del primo giorno, ma sta scuola è un labirinto"
Mi misi a ridere insieme a lei, così le lezioni di quella prima mattinata e quelle delle settimane successive erano sempre più leggere, passavamo tutto il tempo insieme, andavamo a casa di una dell'altra per studiare e ovviamente agli intervalli spettegolavamo sui ragazzi come due normali adolescenti.
Dopo un mese io e Jessy eravamo sempre più affiatate, sempre a braccetto e quel venerdì di ottobre cioè alla sera ci sarebbe stata proprio la festa di Halloween, ma non avevamo nessuna delle due avevamo un accompagnatore sarebbe stato molto imbarazzante andare da sole.
Quella mattina iniziai proprio con il piede sbagliato avevamo alla prima ora Educazione Fisica con la professoressa Rina, ci mise a squadre miste a giocare a palla avvelenata di solito ero sempre in forma ed ero una delle migliori perché non riuscivano mai a prendermi per farmi finire nella parte del campo prigione, quel giorno ero l'ultima rimasta della mia squadra e nell'altra c'era solo più lui il ragazzo più affascinante della scuola, si sbavavo per lui da un mese e mezzo.
Ve lo presentò è Jacob Evans, un ragazzo pieno di carisma ma anche al tempo stesso sarcastico, faceva stragi con ogni ragazza che gli passava accanto, si raccontava anche che aveva perso la verginità la scorsa estate con una ragazza più grande di lui, ma io sinceramente non ci credevo.
Quindi dicevo? Ah si eravamo durante la partita l'ultima palla c'è l'aveva proprio Jacob, mi sembrò di vederlo sorridere che era una cosa rara perché io lo vedevo sempre imbronciato anche quando era con i suoi amici.
Mi stavo perdendo nei miei pensieri quando lanciò la palla a una velocità disumana, che mi colpì nello stomaco facendomi barcollare e la mia squadra emise un sospiro di disperazione, invece la sua corse in campo a dargli il cinque dopo che la Prof Rina fischiò nel suo fischietto per dichiarare la loro vittoria.
Stavo per andare nello spogliatoio con Jessy e un'altra nostra amica Kate, ma Jacob mi afferrò delicatamente il braccio fermandomi e guardando le mie amiche facendo segno a loro che le avrei raggiunte dopo, io annui e dopo che se ne erano andate, lui mi guardò con il suo solito ghigno che riservava alle ragazze e mi parlò per la primissima volta.
"Sai Jensen la palla dovresti schivarla o prenderla, se vuoi davvero vincere mi sembravi una tipa combattiva"
Io arrossii per la rabbia e si vide fin troppo bene, cosa che lo fece ridere ancora di più, così gli risposi infuriata.
"E tu come sempre sei il solito stronzo che deve prendermi in giro perché per una volta soltanto che non ho vinto! "
Così mi incamminai dandogli le spalle, avevo bisogno di una doccia fredda dopo tutto il sudore della partita e avevo bisogno di sfogarmi con le mie amiche, feci un solo metro e lui mi parò la strada degli spogliatoi sempre ridendo.
"Dai Jensen scherzavo è stata una bella partita, poi mi piaci quando sei tutta sudata e stavo pensando perché stasera non vieni alla festa con me?"
Io non credevo alle mie orecchie Jacob Evans, il ragazzo più figo della scuola ma anche il più stronzo mi stava chiedendo di uscire con lui, così feci una faccia il più sconcertata possibile.
"Stai scherzando vero? "
Lui si fece serio di colpo, credetemi sto ragazzo ancora oggi è impossibile.
"No Caroline sono serissimo, ti passo prendere alle 8 a casa tua"
E se né andò così lasciandomi passare, nel mentre che feci la doccia mi vennero tante domande che gli potevo fare quella sera sperando di avere una risposta e soprattutto la cosa che mi lasciò più a bocca aperta per la primissima volta mi chiamò con il mio nome, sentii le farfalle nello stomaco quando lo disse.
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Misteri di Famiglia
Mystery / ThrillerIl 14 giugno del 1997 un sabato una ragazza solare di nome Caroline Jensen organizzò una partita di poker con il suo fidanzato Jacob Evans, che da poco avevano iniziato a convivere insieme, si erano promessi che il loro amore sarebbe stato sopra ad...