capitolo 3

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pov's hande
sono passati due giorni da quell'incontro con kerem, ci siamo sentiti pochissime volte e abbiamo organizzato un altro incontro per conoscerci meglio, abbiamo concordato di incontrarci a casa sua, l'idea non mi dispiace, anche perché dal luogo in cui una persona vive posso capire molte cose, però sono anche un po' agitata al pensiero che staremo da soli.

per smorzare un po' la tensione che mi perseguita decido di chiamare mia sorella gamze, le ho sempre parlato di tutto, con lei mi confido da quando sono piccola e soprattutto da quando la mamma se n'è andata, forse non sarei riuscita ad andare avanti senza di lei, è stata un po' una figura materna per me, ed insieme abbiamo aiutato anche nostro padre, che ha sempre nascosto il suo dolore ai nostri occhi, ma è pur sempre nostro padre e un minimo riusciamo a capire quando qualcosa non va o quando è giù di morale.
quindi avvio la chiamata e attendo che mi risponde

G: "eii hande, come stai?"
H: "dai sto bene, e tu?"
G: "io sto bene, ma so che non è lo stesso per te, c'è qualcosa che ti preoccupa?"
H: "in realtà sono un po' agitata per l'incontro con kerem"
G: "dove dovete incontrarvi?"
H: "ehm, si, a casa sua"
G: "oddio andrai per la prima volta a casa sua, non sei felice? per me dovresti esserlo, ti aiuterà anche a conoscerlo meglio"
H: "certo che sono felice, ma sono anche un po' agitata, saremo solo io e lui, capisci? non lo siamo mai stati prima d'ora"
G: "hande ascoltami, non agitarti e non imbarazzarti, sono sicura che kerem ti metterà a tuo agio, da quello che mi hai raccontato è una persona educata e per bene"
H: "senza dubbio lo farà, grazie gamze ti voglio bene"
G: "anche io te ne voglio hande"
H: " ma mavi e caner dove sono?"
G: "sono insieme in giardino, adesso te li passo"
H: "va bene, grazie"
C: "ciao hande come stai?"
H: "io bene, tu?"
C: "bene bene"
H: "cosa fate tu e mavi?"
C: "ma niente di che, io mi alleno e lei mi guarda"
H: "ah beh allora vai ad allenarti altrimenti poi sei fuori forma ahahah, salutami mavi, poi appena sono libera ci vediamo e passiamo una giornata insieme"
C: "va benissimo, sai che è sempre un piacere"
H: "per me lo stesso, ciao ciao ci sentiamo"
C: "ciao hande, un bacio"

devo ammettere che questa chiamata mi ha un po' alleggerito l'ansia, mi trovo molto bene con la mia famiglia e sanno sempre come risollevarmi il morale senza nemmeno accorgersene, ma non c'è tempo per pensare a questo, che tra meno di un'ora devo essere a casa di kerem quindi mi conviene preparami, mi faccio la doccia, poi dopo essermi vestita asciugo i capelli e decido di non mettere il trucco, non perché non ne ho voglia, ma perché preferisco essere naturale in modo da poter essere anche un po' di più me stessa.

non manca molto quindi decido di avviarmi non prima di aver mandato un messaggio veloce a kerem avvisandolo che di lì a poco sarei arrivata da lui.

dopo dieci minuti circa sono arrivata fuori casa sua e lui prontamente apre il cancello, mi permette di entrare e di parcheggiare la macchina in garage accanto alla sua, e poi scendo dall'auto.

non so davvero come salutarlo, non so forse dovrei dire semplicemente "ciao" o forse dovrei salutarlo con la mano o con due baci sulla guancia, mi stanno salendo mille dubbi perché non so come approcciare, ma come la volta precedente è lui a fare il primo passo, inizialmente con un "benvenuta", poi avvicinandosi, mi abbraccia un po' in modo impacciato, devo dire che non me l'aspettavo, mi irrigidisco leggermente e credo che lui se ne sia accorto, si allontana silenziosamente e poi dopo poco sussurra "scusa", forse voleva dirlo in modo più convincente e con voce più alta, ma riesce solo a sussurrare, forse sta pensando che ha sbagliato, ma per me non è affatto così, mai nessuno era stato così affettuoso ai "primi" incontri, la mia reazione è dovuta proprio a questo, nessuno l'aveva mai fatto, sono consapevole che lui non è uno come gli altri, lui è lui, e nessuno può essere come lui, con lui mi sento al sicuro, non so descrivere questa sensazione e non so nemmeno se sia dettata dal momento
H: "tranquillo, non hai sbagliato nulla, è colpa mia, sai è che, beh, nessuno l'aveva fatto prima"
dico un po' balbettante e imbarazzata, cerco di rassicurarlo pensando alle mille paranoie che sono partite nella sua testa
K: "non preoccuparti, sai sono un po' istintivo, e beh mi era uscito in modo sincero e l'ho fatto, ma se a te da fastidio tranquilla, non si ripeterà"
H: "nono anzi mi ha fatto piacere, scusa ancora"
K: "va bene dai entriamo, ti offro qualcosa"
H: "va bene"
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spazio autore
scusate l'attesa, ma spero ne valga la pena,
ci vediamo al prossimo capitolo, con "l'appuntamento" tra questi due.
se vi piace lasciate una stellina e fatemi sapere con un commento cosa ne pensate🤍

e pensare che mi stavi sul cazzo- hankerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora