CicoNauts
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Alex's pov.
"Muori"
"Fai schifo"
"Grasso"
“Non ne posso più“ pensai. Non avevo fatto niente di male eppure tutti sembravano essere contro di me. Più volte pensai di accontentare chi mi voleva morto, ma ogni volta mi chiedevo "E con che coraggio?" e accantonavo l'idea. Inizialmente mi infastidiva che persone che nemmeno conoscevo mi insultassero, ma poi, parola dopo parla, iniziò a far male, sempre di più fino a convincermi che avevano ragione, che facevo schifo, che ero inutile...che ero grasso. Smisi di mangiare. Dovevo dimostrargli che si sbagliavano, che in realtà non era come loro pensavano. Peccato che ero già anche fin troppo magro per la mia età. Divantai anoressico. Gli insulti continuarono però. "Alex sei proprio stupido" "Perché Lyon non ti ha ancora cacciato dai Wgf?" continuavano ad arrivarmi messaggi del genere da giorni. Chiusi Instagram e mi diressi verso il bagno. "Che cosa ho fatto di sbagliato?" mi dissi guardandomi allo specchio, esaminando attentamente il mio punto vita fin troppo stretto ma che ai miei occhi sembrava enorme. Con la coda dell'occhio vidi una lametta. Non avrei dovuto farlo, lo so bene, ma...
"Alex è pronta la cena" disse mia madre da dietro la porta bianca della mia stanza. "Non ho fame" mormorai in un suono appena udibile dal posto in cui si trovava la donna dai capelli castani. "Tesoro è da ieri che non mangi, è impossibile che tu non abbia fame" esordì con tono preoccupato. Non risposi. Dopo alcuni istanti di silenzio mi disse di scendere in caso avessi cambiato idea, ma infondo anche lei sapeva che non sarebbe successo.
Andò tutto bene fino a quel momento. Lyon invitò me e tutti gli altri a cena fuori ed io non potei far altro che accettare. Ma come avrei fatto a nascondergli ciò che mi stava accadendo era la cosa che mi preoccupava di più. Avrei dovuto mangiare.
Arrivai al luogo d'incontro concordato con gli altri e li salutai. Entrammo nella pizzeria. C'era una sala interna col pavimento in parquet e i muri neri, i lampadari in rame come anche le gambe di tavoli e sedie mentre il resto era in legno. Invece la veranda esterna aveva tante lucine pendenti dal tetto che creavano una splendida atmosfera. Il cameriere ci fece accomodare fuori, in un angolo del piccolo cortile. Arrivò il momento di ordinare ed andai nel panico più totale, non volevo assolutamente mangiare ma se non lo avessi fatto mi sarei fatto scoprire. Non avevo scelta. Ordinai un insalata con lattuga, pomodori e carote a rondelle. Inutile dire che i miei amici cominciarono a farmi domande. "Alex, come mai hai ordinato così poco?" mi chiese Stre. "Già, non ti ho mai visto mangiare così poco" Esclamò Anna. "È solo che non ho molta fame perché ho mangiato troppo a pranzo" gli risposi io mentendo, loro sembrarono crederci, tutti tranne uno. Cico era piuttosto silenzioso quella sera.
Finito di cenare dissi di dover andare in bagno, così corsi verso di esso e vi entrai in fretta. Mi chiusi dentro ed iniziai a vomitare quel poco cibo che avevo ingerito poco prima. Peccato che non ero solo lì dentro.
Cico's pov.
Il comportamento di Alex si faceva sempre più strano così, appena andò in bagno, decisi di seguirlo senza farmi notare. Appena varcai la soglia della stanza in cui ero diretto sentii dei rumori che altro non potevano essere se non vomito. Li mi fu tutto molto chiaro. Felpe larghe, scarso appetito, vomito...sperai vivamente di essermi sbagliato, ma, purtroppo, dentro di me sentivo di avere ragione. Lo aspettai fuori per potergli parlare. E infatti poco dopo uscì.
Alex's pov.
Uscii dal bagno dopo essermi lavato mani e bocca. Appena aperta la porta mi pietrificai. "C-Cico...c-che ci fai qui?" chiesi in preda al panico. "Che stavi facendo?" disse scrutandomi attentamente. "N-niente, d-dovevo solo andare in- in bagno..." replicai poco convinto. "Alex..." mi prese le mani "Puoi fidarti di me" pronunciò queste parole con un tono estremamente rassicurante, ma... “non posso dirgli la verità...giusto?”.
