•Capitolo 1•

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Guardai i suoi occhi verdi, mentre lui mi prendeva per la vita ed entrava dentro di me.
Cacciai un urlo di dolore, le lacrime minacciavano di scendere, ma dovevo essere forte non potevo piangere davanti a Michael, mi avrebbe considerato una rammollita e non volevo che vedesse la parte più debole di me.

Mentre pensavo a questo una spinta più forte mi fece boccheggiare e gli occhi si riempirono ancora di lacrime, ma non ne uscì neanche una.

"Madison non ti stai impegnando." la voce tremante di Michael risuonò nella stanza, odiavo quando mi chiamava per nome intero, voleva dire che era incazzato, e non era una bella cosa, quando si incazzava dava il meglio di se.

Non sapevo cosa provavo per Michael di certo a lui non gliene fregava un cazzo di me, sinceramente stavo con lui solo per avere un fidanzato, ma non ne potevo davvero più, le spinte si facevano sempre più veloci e Michael stava incominciando a irritarsi della mia disattenzione.

"Madison che cazzo ti prende?" Michael mi chiedeva stuzzicandomi nell'orecchio per eccitarmi con voce sottile: "Scusa Mikey, sono stanca, continuiamo la prossima volta." gli dissi con molta calma, "che palle che sei però", sbuffò, usci da me e mi si sdraiò affianco.

Dopo mezz'oretta mi alzai e mi vestii frettolosamente, senza badare alle bestemmie che stava tirando giù quel cretino. Mi misi le mie amate all star nere, presi la mia borsa e me ne andai senza nemmeno salutarlo, mi trascinai la porta dietro e la sbattei, prendendomi tutti gli insulti possibili da Michael che mi salutò con un "Vaffanculo troia".

Uscii da casa sua e mi avviai verso il vialetto, accorgendomi, poi che stava piovendo.

Mi sedetti sul gradino dietro alla porta, non volevo tornare a casa, da mio fratello Ashton, volevo evitarmi l'interrogatorio, che sicuramente mi avrebbe fatto, non voleva che stessi con Michael, lo odiava, quindi dovevo inventarmi una scusa, ma era tardi ed ero stanca, cosí suonai al campanello di casa di Michael, che mi aprì scazzato, ma sempre con un ghigno sul volto.

"Sapevo che saresti tornata." mi disse.

"È tardi, non volevo svegliare Ash." gli dissi.

"Già, povero fratellone che si arrabbia".

"Non sfotterlo Michael".

"Si ciao." Mi chiuse la porta in faccia "Dai michael per favore." Lo supplicai quasi piagnucolando.

"No." 'Che bastardo.' Pensai;

"Ti prego qualsiasi cosa in cambio." gli dissi attraverso alla porta, allora Michael l'aprì.

"Bene, bene, bene qualsiasi cosa eh?" Disse con la sua faccia sfacciata. Sapevo cosa voleva e dovevo farlo, oppure, non mi avrebbe fatto restare.

"Allora fammi pensare... Potresti farmi un bel lavoretto e ti lascio restare qui okay?".

"Uhm.. Se proprio devo.."

Allora, mi prese per un polso e lo seguii in camera sua, quando chiuse la porta, si giró verso di me e incominció a slacciarsi la cintura con un ghigno malizioso.

"Non vedevo l'ora di finire". Michael mi faceva altamente schifo.

Mi abbassai e presi il suo membro nella mano e cominciai a muoverla su e giù, sentii gemere Michael, allora lo presi in bocca, andai avanti cosí per circa 5 minuti quando, lui venne.

Ero in ginocchio per terra e lui in piedi davanti a me, le ginocchia cominciavano a cedere, quindi mi alzai e mi sdraiai nel letto ma Michael mi guardó incazzato.

"Bhe, allora?" Mi chiese.

"Il mio lavoro è finito, possiamo andare a dormire ora?" Gli chiesi.

"Pensavi davvero che ti avrei fatto dormire qui?"

In quel momento, se avessi avuto più muscoli, si sarebbe preso un pugno in faccia.

Mi limitai solo a guardarlo incazzata.

"Sai cosa sei Clifford? Un pezzo di merda. Sei solo uno stronzo, che mi tratta di merda anche se mi ama. I tuoi genitori hanno fatto bene a buttarti fuori di casa a 16 anni. Sei un bastardo."

Sapevo di non dover toccare quell'argomento, ma se lo meritava.

Aveva gli occhi lucidi, sarebbe scoppiato a piangere a momenti.

"Vattene." mi disse freddamente, presi la mia roba e me ne andai sbattendo la porta.

I ruoli si erano invertiti, io ero la stronza e lui quello debole. Ma ero stufa di essere trattata come una merda da lui.

Ero di nuovo al freddo, sotto l'acqua e senza una meta; chiamai Calum, visto che non sapevo cosa fare.

"Pronto Calum?Cal?"
"Hey Maddy."

"Dove cazzo sei? c'è un casino infernale!"

"Sono ad una festa, vuoi venire?"

"Ok, dove?"

"A Bourke Street"

"Okay, 10 minuti e sono lì."

"Perfetto, ciao bellezza, a dopo."

Calum è il mio migliore amico, è simpatico, divertente e sempre gentile. Gli voglio un gran bene, anche se lo faccio sempre incazzare quando lo chiamo "asiatico".

È un bel ragazzo, ma non è il mio tipo.

Andai sulla strada e chiamai un taxi.

Arrivai alla festa in poco tempo e c'era molto casino.

"Hey, Maddy" sentii urlare alle mie spalle, era Calum.

Finalmente, lo trovai, o meglio lui trovò me. Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia e mi chiese cosa ci facevo ancora in giro, non sapevo che dire, non volevo raccontargli di quello che era successo con Michael, quindi mi limitai a rispondergli:

"Non avevo sonno e non sapevo che fare quindi ti ho chiamato."

"Okay, vuoi bere qualcosa?" Avevo bisogno di alcol ma non potevo.

"No grazie, domani devo andare a scuola."

"Oh che palle! Okay, allora vieni con me." fece un cenno e lo seguii.

The middle of nowhere || l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora