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Introdotti nello zoo circolammo lungo le aree colme di animali.
Ad un tratto visionai una tigre in disparte e il muso infausto.
Agitai un braccio nella sua direzione e asserii prontamente: 《Ti assomiglia di gran lunga Aaron. Secondo me siete lontani parenti. Quantunque lei, o lui, è di gran lunga preferibile a te.》
Mi tappò la bocca con la mano ed io gliela leccai per rimuoverla da lì sopra.
Se l'asciugò sulla mia spalla sinistra.
Così strusciai la spalla sul suo braccio facendo smorfie disgustate.
《Guarda che è inutile che ti disgusti. È tua la saliva mica è la mia!》
Lo scimmiottai teatralmente quando mi venne un brivido gelido in tutto il corpo.
Iniziava a tirare un leggero venticello.
Avevo freddo.
Com'era possibile se indossavo la giacca?
Mi scannerizzai attentamente il corpo e mi accorsi di avere solo la camicetta senza niente sopra che mi coprisse.
《D-dove l'ho lasciata?》 Rimembrai che l'avessi dimenticata sullo schienale della sedia di quel locale soltanto dopo essermi tranquillizzata dal panico imminente.
《Ruby che cos'è che cerchi?》
《Ecco...ho scordato la giacca e sento un po' freddo ma non fa niente! Sono sbadata come puoi vedere》, confessai rattristata.
Ad un tratto sussultai avvertendo la sua mano appoggiarsi sulla schiena.
"Perché non funziona?", mi pareva di averlo sentito parlare quindi gli chiesi: 《Hai detto qualcosa?》
Lui corrugò le sopracciglia apparendo perplesso.
《Non ho detto niente. Comunque la tua giacca è nel mio bagagliaio e...》 Non concluse la frase e si tolse la felpa per consegnarla a me.
Aaron stava bene? Che fine aveva fatto l'Aaron arrogante e diffidente?
Menomale la mia giacca non è rimasta in quel bar incustodita.
La infilai e mi allungai in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
Anche questo mio gesto non era normale! Che diamine ci stava capitando?
Gentilezza fra di noi?! Non era assolutamente nelle nostre vene.
Ecco appunto! Gli mollai uno scappellotto e gli saltai sulla schiena urlando:《Prendimi idiota!》
Afferrò le gambe al volo senza farmi scivolare giù.
Infine aggiunsi sorridente: 《Sono stanca di camminare. Mi porti tu?》
Sospirò.《Ho altra scelta?》
Negai appoggiando la testa alla sua spalla mentre osservai i leoni nello stesso recinto delle tigri insieme alle volpi fennec e suricati.
Poi facemmo il percorso per vedere gli altri: scimmie, giraffe a cui lui mi paragonò, orsi, uccelli esotici e così via.
Visitammo l'acquario e gli proposi di fare un selfie davanti alla vetrata dei pesci.
In fondo non era male stare in sua compagnia. Forse l'avevo sottovalutato e avevo dato un giudizio precipitoso nei suoi confronti.
Purtroppo era molto riservato. Non parlava molto di sé e non ti dava modo di entrare al cento per cento nella sua vita.
Non mi ero mai posta nulla a riguardo. Non mi ero mai interessata veramente ad Aaron.
Ero più concentrata a rassodare il rapporto con Kyle.
Dopo Holly avevo fatto fatica a creare nuove amicizie. Nonostante non fosse difficile per me socializzare, avevo eretto un muro fra me e il resto del mondo.
Kyle sapeva ben poco di me ma gli andavo bene com'ero. Questo mi aveva sempre confortato.
Beh, Kyle mi capiva al volo e sapeva dire la cosa giusta per motivarmi a tirare fuori le mie capacità e la mia buona volontà nello svolgere al meglio ogni cosa.
Grazie a Kyle avevo iniziato a credere in me stessa e ad amarmi come meritavo.
Mi aveva insegnato a non preoccuparmi esclusivamente di chi avevo intorno. Perché anche io ero importante e contavo qualcosa.
Tornando sull'argomento Aaron non avevo ben chiaro cosa fossimo. Se fossimo amici o se fossimo semplicemente due compagni di scuola che si conoscevano dalla quinta elementare.
Effettivamente se non avessi cambiato scuola per seguire Holly forse non avrei mai incontrato questo ragazzo misterioso e neanche quel ragazzo biondo dallo sguardo dolce. Ovviamente mi riferivo a Colin.
Kyle invece lo avevo conosciuto all'età di quattordici anni ma diventai la sua migliore amica un anno dopo.
Al momento non volevo divagarmi in questi aneddoti del passato per cui, quando mi accorsi che eravamo usciti dall'area acquatica, spostai l'attenzione sull'Herpetarium che ospitava i rettili situato di fronte alla Tropical Bird House.
Ci addentrammo dopo che gliel'avessi proposto ad Aaron che non obiettò.
《Aar posso farti una domanda?》, trattenni il respiro per dieci secondi e poi rilasciai l'aria in una volta.
《Aar?! Ok vai, spara!》 esclamò, facendomi saltare di poco all'insù per tenermi e non mettermi giù.
《Hai sofferto molto?》
Sospirò senza rispondere e si irrigidì, piantando i piedi al suolo e non spostandosi di una virgola.
Capii che non era stata una buona idea chiederlo. Avendo ormai fatto il danno, continuai:《Vedi Aaron io ti direi che forse una parte di me ha sofferto fino ad oggi e credo che non mi renda necessariamente debole ammetterlo. Ciò che voglio comunicarti è che siamo tutti alla mercé del dolore, di ciò che ne consegue e ne tralascia la sua aurea quando si presenta durante la vita.
Nessuno viene risparmiato dal suo tocco. Purtroppo scalfisce tutti in un modo o nell'altro, in maniera differente.
Ovvio.
Il dolore è qualcosa che ci insegna e ci segna nel profondo dell'anima.
Molte volte è decisivo e perscuote l'animo umano in un modo tale che qualcuno non riesce ad uscirne e ad affrontarlo nel giusto dei modi.
Alla fine dei conti, che ci piaccia o meno, siamo tutti quanti degli angeli caduti in balìa della disperazione, i quali cercano di lottare tra la parte buona e cattiva che è insita in ognuno di noi.
Non so niente di te e vorrei comprenderti di più.》
Lo abbracciai, nonostante avessi paura di strozzarlo visto che ero a cavalluccio sulla sua schiena.
Non proferì parola, stette in silenzio per tutto il tempo. Non osai aggiungere nient'altro.
Completato il giro ci indirizzammo alla macchina, dove si piegò per permettermi di scendere con cautela a terra cosicché potessi sedermi sul sedile.
Non si sentì volare una mosca nemmeno quando aveva acceso il motore e ci fossimo immersi sulla strada.
Girai i pollici con movimenti veloci fino a rallentare quel circolo continuo.
Non trovai niente per spezzare il supplizio del tacito silenzio da ambe le parti. Quindi allungai il braccio e accesi la radio, setacciando i brani alla ricerca di una musica movimentata che non inducesse al sonno.
S'infuse nell'autovettura "Paradise" di Meduza con Dermot Kennedy.
Era allineata alla breve conversazione tenuta nello zoo.
Le ombre del buio si insediavano nelle luci del giorno, allineandosi agli incubi che invadevano la mente e ai sogni che si desideravano ad occhi aperti.
《Ru, il dolore è qualcosa che si racconta solo a chi riteniamo degno della nostra fiducia poiché non tutti sono in grado di comprenderlo e non tutti sono buoni. Alcuni si servono del tuo dolore per usarlo come arma per colpirti. Non dimenticarlo mai. Non confidarlo a nessuno se non a chi vibra alla tua stessa frequenza d'animo.》

Buona lettura! 🌻

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