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《Ruby?!》, chiamò zia Iris rimarcando il mio nome con un tono più alto del normale dall'altra stanza.
Uscii di corsa dalla mia, in pigiama e con i capelli arruffati in aria - supposi intenta a ridestarmi dal sonno - per sopraggiungere dalla zia.
《Che succede?》
Lei scoppiò a ridere. Durò brevemente perché si ricompose, diventando stavolta severa in volto.
Oh, oh! Cos'avrò combinato stavolta?
《Hai visto che ore sono signorinella?》La zia mi ammonì e indicò la sveglia appoggiata sul suo comodino al lato destro del letto che era guarnito da una lampada, sveglia, cellulare e un libro da cui sbucava un segnalibro.
Erano le otto e mezza del mattino...Spalancai gli occhi.
Perdindirindina! La scuola!! Ero in ritardo.
《Non ho sentito la sveglia suonare zia Iris. Puoi compilarmi la dichiarazione per favore?》 Implorai in ginocchio, abbassando e sollevando consecutivamente le braccia al pavimento come se stessi venerando un dio.
《Non cambierai mai nemmeno nella penultima settimana dell'ultimo anno delle superiori! Te l'ho già fatta. Menomale che non ne hai fatti molti durante gli anni e che è successo solo nel tuo ultimo anno di liceo: una in questo mese ed una ad inizio semestre. Si dal caso però che non ci dovrà esserne un altro altrimenti le tue punizioni non si estenderanno unicamente a quelle scolastiche, bensì le svolgerai pure nell'area domestica. Non voglio ricevere reclami, siamo intesi?》
Modesta e sincera la zia.
Beh, direi... con tutta la pazienza di cui si era armata con me e mia cugina Leah.
Era un modello al quale ispirarsi; non la si poteva non amare.
Nonostante facessi le marachelle io la consideravo lo stesso una mamma, perché mi aveva cresciuta e si era presa cura di me da quando ero un fagotto. Così mi aveva appellato lei: <<fagotto>>.
Mia zia Iris... come descriverla...Una trent'ottenne che ne dimostrava venti, possedeva una spiccata vena di umorismo ed era parecchio intelligente e perspicace. Infatti non le sfuggiva mai niente da sotto il naso.
Oggi era truccata con colori scuri e sgargianti. L'ombretto grigio brillantinato calzava a pennello ai suoi occhi tondi color ambra e il rossetto pesca tendente all'arancio delineava la forma ad arco di cupido delle sue labbra. Le ciglia erano ben marcate e allungate dal mascara ed aveva un leggero tocco di blush sulle gote che si aderiva alla perfezione alla sua pelle olivastra.
Inoltre, portava i capelli marroni lisci legati a coda di cavallo ed indossava pantaloni a sigaretta color crema, camicia di seta nera aperta con la stoffa in fondo infilata all'interno del pantalone, top di pizzo bianco e tacchi louboutin nere col fondo rosso. Le scarpe che adoravo tra l'altro.
Non le avevo accennato l'esistenza dei miei poteri apparsi ai mei undici anni e mezzo dal momento che nemmeno ero in grado di spiegare a me stessa come fosse possibile che ne entrata in possesso. Inoltre, non avrei mai voluto arrecarle un urto, come ad esempio una crisi isterica generata dalla notizia allucinante.
Sbadigliai involontariamente e parai la bocca aperta con la mano.
Avevo sonno. Comprensibile, dato che mi ero coricata a letto alle tre di notte volate, dopo aver tenuto una lunga e accesa conversazione al telefono con Aaron. Sì, alla fine il cellulare lo ricevetti il giorno del mio sedicesimo compleanno come regalo da parte della zia e del nonno paterno.
Comunque con Aaron più che parlare civilmente da persone normali, discutemmo per ore. Per questo motivo definivo accesa la chiacchierata.
Di cosa? Non aveva importanza. Erano i nostri soliti scontri.
《Va bene, hai ragione zia. Zietta cara posso festeggiare con tutti i miei compagni a casa quand'è il mio compleanno?》, la pregai con le mani giunte.
Lei mi osservò con aria indagatrice per intercettare la fregatura in tale richiesta e in seguito pronunciò: 《Certo tesoro.
Che mi dici? Non sei contenta che stai per terminare un altro traguardo della tua istruzione?》
Sembrava più entusiasta lei di me a questo proposito. 《Tesoro comunque hai letto le buste dei college a cui hai fatto domanda? Non mi hai accennato ancora nulla a riguardo. Ti hanno accettata?》 Giocai la carta della disperazione. 《No nessuna. Sono un orribile fallimento! Un individuo costretto a rassegnarsi poiché il suo futuro è bruciato arrosto. La vana speranza mi sembra ormai lontana》
《Ruby?!》, mi ammonì lei, corrucciando le sopracciglia.
《Lasciami continuare zia non ho ancora finito di dettare ad una ad una le mie disgrazie.》
Sospirò. 《Riconosco quando menti.》
Avevo rivelato che era perspicace? Beh, perché senz'ombra di dubbio ci aveva preso in pieno. Stavo recitando la ragazza respinta da tutti gli indirizzi. 《Argh! Mi hai beccata.》
Ebbene sì, ero stata accettata da ciascuna facoltà a cui avevo fatto domanda.
《E quale hai scelto?》
《Vuoi l'ardua verità?》Ero affranta dal dover dare una risposta che probabilmente non si sarebbe mai immaginata di sentire.
《Ovvio!》, esclamò decisa.
《Purtroppo non ho ancora in mente quale fa più al caso mio. Ho paura che se ne scelgo uno magari scopro che non è il college che veramente desidero. E se sbaglio la mia strada?
Ti ho delusa, non è vero?》
La zia si sfiorò con le dita la guancia e mi fece segno di avvicinarmi a lei.
《Non potresti mai deludermi Ruby.
Ascolta, ognuno di noi ha il proprio tempo per affinare il futuro che progetta di intraprendere.》
《Capisco solo che Leah, Kyle e gli altri sanno che via proseguire, hanno tracciato il loro cammino senza problemi. Io invece mi sento un pesce fuor d'acqua.》
《Tutti riserviamo dubbi, ci sentiamo persi, restiamo in bilico su di un precipizio in preda al panico; camminiamo sopra il sentiero dell'ignoto e non possediamo la soluzione sotto mano. Bisogna attendere il segnale che ci attraversa nella nostra mente e che suscita una forte emozione fra ogni fibra di cui è composto il nostro corpo. Dev'essere così forte a tal punto che non permetteremo a nulla e a nessuno di impedirci di realizzare quel sogno.》
Assorbii il suo saggio consiglio e sorrisi. Stavo per muovermi e lei mi fermò mostrando un'altra lettera.
《È di un'accademia però è sigillata, quindi non so di quale si tratti, non l'avevi vista nella buca assieme alle altre?》
《In teoria ho ricevuto tutte quelle a cui ho spedito la domanda e ho svolto i dovuti test.》《Strano allora! Forse sarà stato qualche tuo insegnante a selezionarti ad essa. Tieni magari può interessarti e ... Ruby non angosciarti troppo sulla questione "college". Vedrai che prima di quanto tu possa immaginare ti giungerà la scelta che fa al caso tuo.
Meglio che vai ora.》Mi consegnò il contenitore della misteriosa accademia e la dichiarativa.
Le diedi un casto bacio sulla guancia pieno di gratitudine prima di uscire per dirigermi all'istituto.
Camminai rapidamente, fischiettando e oscillando la sacca da ginnastica avanti e indietro.
《Ruby Taylor?》 Sentii qualcuno di familiare chiamarmi. Fermai il passo, mi voltai per vedere se fosse la persona in questione e quando lo scannerizzai da capo a piede intuii di aver indovinato.
《Ciao anche a te Aaron Jones.》
《Sì, sì! In ritardo come sempre, huh? Non cambierai mai birbantella.》 Posò il palmo della mano sinistro sulla mia nuca dando lievi colpetti sopra.
Odiavo quel ragazzo sin da bambina. "Odiare" era riduttivo. Io non lo sopportavo proprio.
《Senti da che pulpito arriva la predica! Guarda che non sono l'unica qui a non essere puntuale.
Poi ti ricordo che è colpa tua. Mi hai tenuta sveglia per una cavolata, dove tecnicamente avevo ragione io e ribadisco ho ragione io punto e basta.》
Si scrocchiò le ossa della schiena incurvandosi a malapena.
Osservai la scena zitta, quasi dimenticai di rispondere e ne rimasi ammaliata.
Acciderbolina!
Ahh!!!
Corsi intorno il medesimo punto e mi schiaffeggiai sulla guancia.
《Sei uscita di senno? Devo creare un manicomio esclusivamente per te, Ruby?》
Fermai la corsa per dargliene quattro ma persi l'equilibrio finendo contro di lui che mi tenne stretta a sé, attento a non farmi cadere sul cemento del marciapiede.
Mmh..che buon profumo...
Continuai ad odorare la fragranza che proveniva dalla sua pelle e dai suoi indumenti.
Ero tentata a domandargli il nome del profumo, però non emisi alcun suono.
《Andiamo》, aggiunse aiutandomi a rimettermi coi piedi ben piantati a terra.
Poi ripresi a camminare e lui tirò una delle mie trecce.
Non cambierà mai!
《Aaron!!》
Rise e mi mostrò la lingua.
Cosa?? Aaron Jones rideva?!
Wow, era emozionante ascoltare il suono della sua risata per la prima volta da quando lo conoscevo.
Dopo mezz'oretta di rincorsa arrivammo a scuola con il fiatone.
Tenni la mano premuta sul fianco, piegandomi in due in modo da regolarizzare il respiro.
Aaron si avvicinò dopo a me e mi caricò sulle sue braccia.
Per me lui era un'enigma indecifrabile. Passava dall'essere antipatico all'essere gentile in un modo fuori dall'ordinario.
Bussò alla porta della nostra aula e mi fece scendere giù non degnandomi più di uno sguardo.
《Stammi alla larga mocciosa》, minacciò aprendo la porta ed entrando in classe successivamente all' <<avanti>> dell'insegnante di inglese.
Ridussi in due fessure gli occhi allargando le narici fumante di rabbia.
Andasse a friggersi!
Giustificammo il ritardo alla professoressa Pam Trusser che ci informò quale fosse la punizione da scontare alla fine della giornata.
In seguito Aaron si avviò a sedersi ai tre banchi in fondo accanto alla finestra.
Sempre lì, nel mezzo si trovava Colin che mi salutò con un cenno del capo e infine abbozzò un sorriso paonazzo in volto.
Ricambiai il gesto andando ad accomodarmi ai posti davanti ai loro e restando tutto il tempo imbronciata. 
Avevo saltato l'altro banco perché c'era seduta Misty Curlile, la ragazza dai capelli ondulati neri e occhi verdi selvatici che mi dava il tormento sin dal primo anno di liceo. Girava attorno a Colin e Aaron, per i quali aveva fondato un fan club in combutta della sua amichetta dai capelli colorati lisci di nome Funny Williams. Quest'ultima si trovava nel banco accanto al mio e a Kyle Fisher.
Kyle era un ragazzo che portava occhiali quadrati dal contorno nero che incorniciavano i suoi occhi color azzurro mare. I capelli erano corti castano chiaro, lisci e spostati in un lato.
Era alto e magro.
Non era muscoloso ma era di una bellezza semplice. Il suo accento -tra l'altro che amavo alla follia udire - era britannico.
Amavo stare in sua compagnia. Lui era diventato il mio migliore amico durante la lunga separazione e assenza di Holly.
Una volta terminate le ore di inglese proprio Kyle mi chiese:《Ruby, io e Colin abbiamo organizzato di uscire a mangiare fuori domani, visto che è sabato. Ti va di venire con noi?》
Feci che riflettere un attimo mentre stavo per dirigermi alla mia successiva lezione ed essendo i miei amici ad averlo proposto, pronunciai:《Accetto molto volentieri. Dove ci incontreremo?》

Buona lettura! 🌻

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