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<<Scusate per il ritardo>>, faticai a parlare e tenni premuta la mano sull'anca.
Notai soltanto Aaron con tre sedie vuote ad uno dei tavolini posizionati fuori dal bar. Pareva strano che gli altri due non ci fossero.
Invece, perché Aaron si trovava proprio dove dovevo incontrare Kyle e Colin?
<<Come mai tu sei qui?>>

Aveva il gomito appoggiato sulla superficie del tavolo e il mento posato sul palmo della mano e appena sentì la mia voce puntò i suoi occhi castani chiari simili al cioccolato al latte nei miei ingannevoli nocciola che in realtà erano ambrati.
Non era un brutto ragazzo, era il carattere con cui si atteggiava a far schifo.
Portava i capelli nero corvino corti, lunghi e sfilati fino agli occhi, spettinati. La forma del viso era squadrata, che se digrignava i denti si contraevano i muscoli della mandibola.
Le labbra erano di un roseo somigliante alla bolla di big babol e carnose.
Non era esageratamente muscoloso, benché possedesse delle spalle larghe.
Oggi indossava una felpa bianca con la cerniera e alcuni caratteri cuciti sopra, jeans scuri e Timberland cammello.

<<Ciao anche a te. Comunque potrei chiedere la stessa cosa... A differenza tua presto ascolto.>> Ribadì senza scomporsi di un millimetro.

Inarcai un sopracciglio ignara sul significato delle sue parole.
<<Sì... ciao. Piuttosto, che cosa stai blaterando?>>

<<Colin mi ha informato dell'uscita. Mentre mi stava chiedendo se volessi venire ho sentito Kyle che ti invitava. Per questo motivo ti ho risposto che presto ascolto.>>
Perché doveva essere così irritante e puntualizzante? Avevo colto l'antifona.
Alzai gli occhi all'insù, voltai di tre quarti il viso e storsi il labbro inferiore al lato sinistro.
<<Puoi sederti. Non ti mangio mica!
Non mi sembri né commestibile né tanto meno gustosa>>, ironizzò facendo una smorfia.

<<Idiota! Normale, non sono un fottuto cibo>> ribadii, sedendomi furibonda sulla sedia di fronte a lui e sfilando la borsa di dosso per poggiarla sullo schienale.

Dov'era Kyle?!
Giurai a me stessa che non appena sarebbe arrivato l'avrei strangolato di avermi lasciata qui da sola ad aspettarlo in compagnia di una spiacevole persona.

Afferrai tra le mani il menù che si trovava sul tavolino e lessi attentamente le bevande e i piatti che offrivano. Qualcuno me lo tolse proprio mentre stavo scegliendo.

<<Ho già pensato ad ordinare prima che arrivassi>>, aggiunse notando la mia espressione interrogativa evidente sulla faccia.
In cambio ero sempre più svampita.

Capii solo in un secondo momento che si era autorizzato a farlo per entrambi. Senza dargli soddisfazione feci la tonta.
<<Beh buon per te! Però devo pur mangiare anch'io e se è possibile riavere la lista, magari metterò sotto i denti qualcosa di sostanzioso che riempi lo stomaco.>> Gli feci presente sbattendo le ciglia lentamente.

<<Possibile che bisogna sempre spiegarti tutto?!>>, domandò frustrato. <<Ho ordinato sia per me sia per te.>>
Stranamente non aveva accompagnato le parole con tonalità burlesca di chi ti sfotteva.

<<E per gli altri due no? E senti un po'...come facevi a sapere che sarei arrivata prima io di loro?>>
Con fare prestante si sollevò dalla sedia e si protese sul tavolo a pochi centimetri dalla mia faccia.
Scostò una ciocca marrone scura della mia acconciatura finita davanti al viso dietro il mio orecchio con una concentrazione magnetica.
Ad un certo punto schiarii la gola e lui levò la mano vicino all'orecchio.
Poggiò il mento sopra i palmi delle mani e sorrise.
Il suo sorriso era di un non so che...

Mi distrai all'arrivo del cameriere che mise sul tavolo davanti ai miei occhi la fanta.
Al ché gli occhi mi si illuminarono del tutto adoranti.
Aaron tornò a sedersi composto.
<<ARANCIATAAA!>> Sembrava fossi sul punto di sbavare e mi ricomposi all'istante, ringraziando il cameriere e abbassando il capo imbarazzata per la reazione impulsiva.

I mondi dimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora