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In infermeria Aaron mi aiutò a coricarmi sul lettino.
L'infermiera Judith Nelson trovandoci là si sorprese e chiese:《Come mai vi trovate qui ragazzi? Ruby non ti senti bene?》
Grattai la nuca e indicai Aaron.
《No io sto alla grande. È lui l'ammalato.》
Non era una bugia. Io ero convinta fosse influenzato dal momento che la sua pelle bruciava come il fuoco ardente a contatto con la mia mano.
Aaron si innumidì le labbra rivolgendomi uno sguardo interrogativo.
Notai un taglio sul suo labbro inferiore, dunque ci passai sopra le dita.
Si scostò assumendo una faccia addolorata.
《Credevo che...》 Non finii la frase che l'infermiera se ne accorse.
《Spero che non te lo sei procurato qui a scuola. Per caso è stata scatenata una rissa?》
《Ecco...》, parlai io ma Aaron precedette la mia confessione.
《No! È accaduto ieri nell'allenamento.》
Stava proteggendo Colin dopo essere arrivati alle mani? Perché?
A me pareva fresco quel taglietto minuscolo con il rossore che aveva sulla gota sinistra e non potevo cascarci alle sue fesserie
《Beh...siediti ti disinfetto. Lo avrai riaperto》, constatò lei mentre prese cotone e disinfettante.
Provavo dolore solo ad osservare la scena. Così chiusi gli occhi e dopo sbirciai come procedeva la situazione con un occhio semiaperto.
Una volta terminato con lui, Aaron le mormorò qualcosa all'orecchio e Judith venne da me a controllare il fianco.
Poteva tacere invece di spifferare che mi avevano colpito. Anzi, cosa avrà raccontato precisamente sul mio piccolo incidente?
《Si formerà un livido niente più. Al momento consiglio di tenere il ghiaccio. Mi raccomando Ruby spalma questa pomata ogni mattina e ogni sera per un paio di giorni. Ti avviso di massaggiare la parte dolente quando l'adoperi sul fianco.》
Mossi semplicemente la testa in segno affermativo.
Ma era del mestiere? Si berrà il fatto che applicherò tutte quante le procedure o avrà qualche dubbio in merito?
《Certo le è chiaro. Nel caso contrario ci sono io a supervisionarla》, precisò lui con un sorriso enorme togliendo dalla mano della signorina Nelson la maledetta pomata.
《Oh, che gentile ad occuparti di una tua compagna di classe!》
Judith mi stava deludendo!
Ok il mio mancato spirito di eseguire alla perfezione i passaggi per aiutarmi a non sentire più dolore. Però... commentare affabile sul gesto per niente cavalleresco di Aaron le toglieva punti.
Quest'ultimo si avvicinò a me e tenne il ghiaccio al posto di Judith, la quale si era spostata.
《Allora ci pensi tu a lei?》
Mostrò un pollice all'insù e Judith sorrise ad occhi sognanti.
《Io vi lascio da soli per un attimo. Mi è arrivato un messaggio in cui mi avvisano che una ragazza si è fatta male in cortile.》
《Non si preoccupi vada pure. Noi fra poco ce ne andiamo così le lasciamo spazio per la ragazza.》
Mi vorticava la testa ma l'unica cosa che mi sfiorò la mente era: <<Non mi abbandoni con lui in questa stanza!>>
Volevo assolutamente svignarmela a gambe levate. Non aveva senso rimanere.
Judith se ne andò di corsa trasportando dietro di sé una barella.
Non spiaccicai neppure una sillaba. Mi limitai a fissare il soffitto e mantenni la stessa posizione.
《Mi spieghi come mai le hai riferito che sto male?》 Spezzò lui il silenzio per primo.
《Scotti Aaron. Ho avvertito il calore quando ho toccato la tua spalla》, rivelai.
《Non è febbre. Non puoi capire Ruby...》
《Che cosa?》 Sollevai il corpo di scatto e lo spintonai allontandolo dal lettino.
Sospirò e si torturò i capelli.
Nonostante avessi male scesi e gli abbassai piano il viso fino a incrociare i nostri occhi.
《Senti lo so perfettamente che non siamo amici. Questo non significa che non mi preoccupi per il prossimo. Sei troppo chiuso in te stesso e non dai la possibilità neanche al tuo migliore amico a quanto pare, che oggi non so cosa vi è preso, di starti accanto.》
Distolse lo sguardo dal mio e pareva assente.
I suoi occhi erano privi di emozioni.
Si trattava del suo passato? Se lo stava divorando che diamine ne sarebbe stato di lui?
《Stammi lontana!》 Provò a spingersi indietro.
《Aaron!》
Gli apparirono delle fiamme sulle dita.
Scosse la mano insistendo a farle cessare. Glielo si leggeva negli occhi che aveva paura e che non erano previste.
Vedendolo nel panico agii di impulso. Gli strinsi la mano fiammeggiante, nonostante lui mi urlò di non essere così avventata.
Il fuoco sparì d'improvviso e non mi bruciai.
《Com'è possibile? Come hai fatto?》 Domandò Aaron ansimante.
《Non ne ho idea》, confessai sincera e sbalordita.
《Da quant'è che possiedi tali capacità?》 Indagò barcollante.
Lo afferrai in tempo. Pesava ma lo condussi lo stesso contro il muro e lo abbracciai.
Dovrebbe funzionare a non farlo collassare a terra...
《E tu da quanto formi fiamme sulle dita?》
《Ha importanza?》, sbiascicò stanco.
《Aar? Non ho voglia di litigare adesso.》
Strinse le labbra spossato dalla stanchezza e appoggiò la fronte sulla mia.
《Neanche io lo voglio》 Ammise e mi spiazzò una simile rivelazione.
Trascorsi due minuti dalla mancanza di equilibrio da parte sua, ci staccammo e uscimmo dall'infermeria.
Aaron tornò dentro in un secondo e mi raggiunse con la pomata e l'impacco del ghiaccio.
《Era meglio che le lasciavi lì dentro.》
《Ruby devi prenderti cura di te stessa e non trascurare la botta subita.》
Continuai a camminare tenendomi premuto al fianco e la schiena ricurva.
Mi mancava soltanto il bastone poi potevo recitare il copione della vecchietta.
Sentii i suoi passi dietro di me. Infatti mi affiancò avvolgendo un braccio attorno alla vita e mettendo il mio alla sua schiena.
Adesso non bruciava più la sua pelle.
《Abbiamo fra poco educazione fisica. Avvisiamo il professor Sylvester Sinatra che ti asterrai dal praticarla.》
Percorremmo il corridoio finché non ci ritrovammo davanti alla porta della palestra.
Bussammo e attendemmo risposta.
A quell'ora doveva già trovarsi lì il nostro insegnante.
E proprio in quel frangente di secondo sopraggiunse il suo <<entrate studenti>> con il suo marcato accento italiano alla meridionale.
Il primo giorno del terzo anno scolastico cui lo conoscemmo ci informò che arrivava dalla costa Amalfitana.
Mi stava simpatico e spesso dialogavamo in italiano quando stavo male per eseguire gli esercizi che ci mostrava.
Provavo ad esentarmi il meno possibile perché adoravo fare ginnastica.
《Buongiorno ragazzi ci siete solo voi? Gli altri?》, enunciò non appena fossimo entrati. Poi si rivolse a me in napoletano: 《Ruby che te si combinata?》
《Oh, nu' piccirillu incidente per a' mia sbadataggine!》 esclamai. Infine aggiunsi ritornando a dialogare in americano. 《Non si preoccupi prof non è niente di grave.》
《Ma non potrai svolgere comunque nessun movimento!》 Puntualizzò Aaron aiutandomi a sedere sulla panchina.
Secondo lui ero diventata incapace di fare tale azione?
Nella mia mente avevo già assunto la posizione braccia incrociate, naso arricciato e bocca imbronciata all'insù al lato destro.
Gli altri studenti ci deliziarono del loro arrivo. Non si accorsero manco della nostra presenza.
Fortunatamente affermerei.
Soprattutto speravo nella beata ignoranza di Misty e Funny, visto che - apriti cielo! - impazzivano se una delle loro crush si trovava in compagnia di una qualsiasi ragazza. In più era risaputo che la ragazza in questione non doveva essere la sottoscritta. Perché appunto mi detestavano.
Iniziarono la lezione ed Aaron mi scombinò i capelli prima di radunarsi in cerchio a fianco tra Gina Trusman e Patrick Dermot.
Durante l'arco del tempo mi lamentavo fra me e me non spiaccicando parola.
Beh... tranne nel caso in cui Kyle si sedette vicino a me verso quasi fine lezione.
Innanzitutto restai in silenzio a fissare ogni suo movimento.
《Come mai sei rimasta seduta in panchina?》
Sbadigliai per il sonno, stranamente mi sentivo stanca, bensì risposi alla domanda.
《Mi sono fatta male al fianco. Niente di grave.》
Sbarrò gli occhi preoccupato. 《Cosa? E come è successo? Almeno sei andata a farti visitare da Judith?》
Avvolsi fra le mie mani il suo viso per infondergli tranquillità in modo che si calmasse e non continuasse a dare quasi di matto. Feci cenno col capo di sì per l'ultimo quesito e non aggiunsi altro.
Abbassai il capo per pensare ad una cosa. Poi mi buttai a capofitto su di lui, abbracciandolo.
Chiacchierammo giusto il tempo di completare il giro del cambio dei giocatori in campo.
Stette per alzarsi ad entrare a battere. Il professore aveva deciso di fare una partita a pallavolo.
《Conosci la ragione per cui si stavano picchiando Colin ed Aaron?》
Si fermò.《Aaron non lo ha proprio sfiorato. È partito tutto da Colin. Non ho sentito nulla, ero lontano per sapere cosa si stessero dicendo. Però ho visto Colin tirargli un pugno in faccia ben due volte e Aaron per bloccarlo e calmarlo lo ha sollevato da terra dal colletto della maglia.》
《Ah! Capisco... grazie Kyle.》Sibilai a bassa voce.
Fece un cenno con due dita appoggiate alla fronte che staccò verso l'aria in gesto dei soldati, che mi strappò un sorriso.
Ad ora terminata aiutai l'insegnante a togliere la rete e portarla assieme al pallone al loro posto.
Peccato che mentre stavo per uscire dalla palestra la porta era chiusa.
Sentii qualcuno schiarirsi la gola, mi voltai e mi accorsi della presenza di Aaron.
《Non apri la porta?》
《Vedi... fosse aperta, magari uscirei. Non lo è per cui prevedo una serata rinchiusa in queste quattro mura da sola con te》confessai rassegnata.
Scivolai giù sul pavimento a trovare una soluzione.
Ormai avranno chiuso la scuola.
Aaron si sdraiò accanto a me poggiando il braccio sulla sua fronte del tutto sulle nuvole, supposi.
Non fiatò finché non mi squillò il cellulare.
"Mh?"
"Ruby dove sei? Perché non sei tornata insieme a Leah?"
Oh no la zia!
"Sono da Kyle. Mi ha invitata a passare il pomeriggio con lui e a fermarmi a dormire qui. A te va bene zietta?"
"Ruby guai a te se state insieme e non me lo hai mai confessato. Perché appena varchi la porta di casa giuro su tuo nonno che ti tiro le orecchie. Patti chiari? Siete troppo giovani per cose stupide."
Mordicchiai le pellicine sul dito indice nervosa.
Aaron stava per aprire bocca ed io gliela attappai con il dito mangiucchiato.
Formò una piccola smorfia.
"Chiarissimo e non devi nemmeno pensarlo io lo considero un fratello. Zia ma non è la prima volta che mi dai il permesso di fermarmi da Kyle. Quindi perché mi stai iniziando a fare questo discorso?"
Sospirò. "Beh, mi preoccupo è naturale. Sei una seconda figlia per me e non voglio che ti accada nulla di male. Sei la mia responsabilità.
Comunque ci sentiamo domani, tesoro. Salutami Kyle."
Le accennai un certo sarà fatto e promisi che l'avrei vista e sentita domani carico di lacrime.
Interruppi la chiamata asciugando le guance bagnate e Aaron mi fece appoggiare il capo sul suo petto.
Piansi per tutte le bugie inventate alla persona che amavo alla follia, che se non fosse stato per lei e il nonno non sapevo che fine avrei fatto.

Buona lettura! 🌻

Misty Curlile

Funny Williams

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Colin Wesley

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Kyle Fisher

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 23 ⏰

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