Capitolo 1

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"Degli studiosi sostengono che, per stare bene, un individuo dovrebbe dormire almeno otto ore a notte, di cui due profonde, e fare cinque pasti al giorno" diceva il titolo di un articolo della rivista preferita di sua sorella.
Leggendolo, Arthur si chiese allora come facesse lui, che a volte dormiva per solo cinque ore scarse e saltava spesso il pranzo se stava lavorando o la cena per pura pigrizia, a sentirsi comunque in forma e avere un ottimo fisico. Anche se si allenava ogni giorno in palestra, andava a correre ogni mattina all'alba e quando mangiava stava attento a cosa mangiava, con i suoi ritmi avrebbe dovuto essere uno zombie.
Invece poteva vantarsi di avere una pelle perfetta, muscoli ben definiti, capelli luminosi come il sole ed energia da vendere ("e tanta modestia" aggiunse una voce sospettosamente simile a quella di Morgana nella sua testa).
"Dunque" pensò tra sé e sé "quello stupido giornale di gossip semplicemente si sbaglia."
Non che ne fosse sorpreso.
Morgana invece era di tutt'altro avviso.
<< Hai bisogno di prenderti qualche giorno di riposo! O perlomeno di rallentare un po' il ritmo. Non puoi continuare così Arthur! >>
<< Io non ho bisogno di riposo! Ed il mio stile di vita è perfetto così! >> sbottò lui in risposta, stiracchiandosi sul divano come un grosso gatto.
<< Allora rispondi alle mie domande: Quando è stata l'ultima volta che hai dormito per sette ore di seguito? Non ti chiedo otto perché so che sarebbe inutile! >>
Lui ci ragionò su attentamente, ma non riusciva assolutamente a ricordarselo. Morgana sorrise vittoriosa.
<< E l'ultimo pasto decente che hai fatto? >> insistette lei.
Scena muta.
<< Visto? Neanche te lo ricordi! E poi la domanda delle domande... >>
<< Non osare chiedermi... >> cercò di fermarla lui (inutilmente).
<< ... quando è stata l'ultima volta che sei uscito con qualcuno? >> chiese con un ghigno lei.
<< Ma perché me lo devi chiedere sempre? Ogni mese fai la stessa domanda! Quando uscirò con qualcuno te lo dirò! >>
<< Sempre se sarò ancora viva! Hai 27 anni e la tua ultima relazione risale a 7 anni fa! >>
<< Morgana! Il fatto che tu cambi ragazzo ogni tre mesi non comporta che debba farlo anche io! >>
<< Non è ogni tre mesi! E poi, se trovassi un ragazzo decente non lo lascerei andare via! Finora ho solo trovato persone non adatte a me! Erano tutti una mandria di.... >>
La sveglia sul telefono di Arthur suonò, interrompendola.
<< Resterei a blaterare con te per ore e ore sorella cara, ma il mio turno sta per iniziare per cui a malincuore devo andare! >> disse lui dandole un bacio sulla fronte.
<< Sappi che continueremo il nostro discorso! >> gli urlò lei mentre stava uscendo dalla porta.

Da casa Pendragon alla centrale dei vigili del fuoco c'erano solo venti minuti di viaggio in macchina, affinché a qualunque ora del giorno e della notte per il biondo fosse facile raggiungere i compagni, cambiarsi rapidamente ed essere operativo.
Diametralmente opposta a casa Pendragon, c'era casa Jefferson, dove abitava il migliore amico e collega di Arthur, Gwaine, con cui gareggiava ogni giorno per battere il record d'arrivo.
Quel giorno vinse Gwaine, arrivando in postazione in appena diciotto minuti.
Tutto sembrava indicare che quella sarebbe stata una giornata come tante, i due amici che battibeccavano come al loro solito negli spogliatoi mentre il vecchio comandante Gaius minacciava di fargli fare il turno notturno se non la smettevano, Percival ridacchiava e Lancelot scuoteva la testa ormai abituato alla loro stupidità, quando arrivò una chiamata al centralino: la signora Travis aveva (di nuovo) chiuso il suo adorato gatto Astolfo giù in cantina e non riusciva ad aprire la porta. Succedeva più o meno una volta a settimana, ma la vecchina non ne voleva sapere di cambiare la porta, o per lo meno di metterci un fermo per non farla sbattere al minimo spostamento d'aria, e a pagarne le spese era principalmente il micio.
Come da abitudine, arrivarono dalla signora Travis in cinque minuti, sfondarono la porta della cantina, liberarono il gatto, e accettarono il caffè che la vecchina gli offriva. Mentre Arthur sorseggiava il suo caffè amaro suonarono alla porta e la signora andò ad aprire.

Ma il cielo se ne frega di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora