Harry era terrorizzato. Cosa aveva combinato Draco? Possibile che si fosse davvero suicidato? Non voleva crederci eppure quella lettera sembrava dirgli proprio questo. Si passò una mano tra i capelli cercando di riordinare i pensieri senza cadere nel panico. Chiamò subito Kreacher e gli chiese di cercare un po' in giro Draco utilizzando tutti i metodi che conosceva, non gli importava come l'importante era che lo trovasse. Nel frattempo lui decise di inviare il suo Patronus ad Hermione per spiegargli la situazione avvisandola anche di chiamare subito Theodore Nott, il medimago al servizio degli Auror, e di farlo venire a casa sua il prima possibile. Il suo intento infatti era di trovare Draco e portarlo a casa e non al San Mungo perchè non voleva esporlo ulteriormente alle calunie dei media.
Percorse a falciate la stanza in attesa del ritorno del suo elfo. Più di una volta avrebbe voluto uscire lui stesso per cercare Draco, ma ogni volta si fermava sull'uscio di casa sapendo che, se fosse uscito, avrebbe fatto perdere ulteriore tempo all'elfo per cercarlo e recapitargli il messaggio. Dopo aver rotto l'ennesimo bicchiere contro il muro della cucina, sentì il pop che annunciava l'arrivo di Kreacher. Si diresse velocemente verso la sorgente del rumore e, appena lo vide, capì che qualcosa non andava.
K:"Kreacher ha trovato padron Draco, signore... Ma a Kreacher padron Draco non sembrava... ecco... vivo"
Quell'ultima parola fece gelare il sangue nelle vene del corvino. Draco era morto? Era davvero morto?! Non era possibile! Doveva vedere con i suoi occhi.
H:"Dimmi dove l'hai trovato e poi aspetta qui l'arrivo di Nott ed Hermione"
Dopo che gli diede l'indirizzo, si smaterializzò comparendo davanti a quella che un tempo era villa Malfoy. Entrò trafelato senza badare alla discrezione ed iniziò ad urlare a gran voce il nome dell'uomo che amava. Appena poi entrò nel salone, tutto attorno a lui sembrò fermarsi. Il suo bellissimo angelo biondo era steso a terra in una pozza di sangue e accanto a lui una lunga lama. Si avvicinò con passo malfermo e si abbassò sul suo corpo accarezzandogli il viso. Non era freddo, ma nemmeno così caldo! Spostò due dita appena sotto la mandibola, a lato della trachea per sentire il battito cardiaco. Debole, molto debole, ma almeno c'era. Solo dopo essersi accertato che l'altro fosse ancora vivo, spostò lo sguardo sul braccio per capire con precisione l'entità della ferita. Draco si era tagliato in verticale il braccio dove ancora era presente il marchio nero percorrendolo per tutta la sua lunghezza dal polso all'incavo del gomito. Per fortuna non sembrava aver preso l'arteria dato che il sangue non zampillava, ma non ne poteva essere così certo considerando quanto ne aveva già perso.
H:"Scordati di morire stupida serpe! Prima dovrai dirmi che mi ami a voce"
Borbottò prima di prenderlo in braccio e smaterializzarsi a casa propria dove Hermione e Nott erano già arrivati.
T:"Oddio Draco! Harry cosa è successo?"
H:"Ha tentato il suicidio. Ti prego Theo salvalo"
Il ragazzo si limitò ad annuire e, anche se con Draco steso a terra non era così comodo a lavorare, non preferì spostarlo proprio perchè le sue condizioni erano decisamente precarie. Rimase su di lui per più di un'ora controllando i parametri vitali, fermando l'emorragia e somministrandogli varie pozioni di cui Harry non conosceva nemmeno il nome ma che Hermione continuava a "presentargli". Nonostante il continuo parlare dell'amica un po' lo irritasse in quel preciso momento, la lasciò comunque fare perchè sapeva che era l'unico modo che la donna conoscesse per rimanere calma.
Passata l'ora, Theodore diede il consenso ad Harry di portare Draco in camera per lasciarlo riposare. Per fortuna adesso le sue condizioni erano stabili e dopo una buona dormita sarebbe ritornato come nuovo. Certo ci sarebbe voluto un po' più di tempo per curare questo suo "desiderio di morte", ma Harry aveva già una mezza idea sul come fare.
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Sono una bambola rotta che solo tu puoi aggiustare o distruggere
FanficDraco é sempre stato manovrato dagli altri come fosse una bambola e, al termine della guerra, iniziò a pensare che per redimersi l'unico modo fosse quello di continuare a farsi trattare come un giocattolo dagli altri. E se l'unica persona disposta a...