Capitolo 11

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Assieme a Ron, Draco si diresse subito al San Mungo per potersi accertare delle vere condizioni di salute del compagno. Cosa era successo contro i Mangiamorte? Perchè era rimasto ferito solo Harry? Non riusciva a spiegarselo, eppure era così. Tutti gli altri erano illesi mentre il suo amato compagno lottava tra la vita e la morte. Una volta arrivato in ospedale, videro Nott Senior entrare nella stanza dove presumibilmente c'era Harry ma, prima ancora di raggiungerlo, vennero bloccati da Theodore.

D:"Facci passare Theodore. Voglio vedere come sta"

T:"Non adesso Draco! Mio padre sta finendo di curarlo. Appena avrà finito potrai entrare, promesso"

R:"Si sa qualcosa comunque?" Intervenne Ron che era anche lui visibilmente preoccupato per il corvino. Theodore sospirò appena e girò la testa verso la stanza come indeciso se parlare o meno ma poi, quando tornò a guardare i due ragazzi, parve trovare la forza di dire tutta la verità.

T:"E' messo molto male. Sembra essere stato schiantato parecchie volte oltre che aver subito vari cruciatus. Ma la cosa peggiore è che gli hanno lanciato una maledizione che non sappiamo come rompere. E' magia antica, raramente se ne trova traccia anche sui libri"

Draco cercò di metabolizzare tutte quelle parole. Vari schiantesimi... tanti cruciatus... come era possibile che Harry avesse preso tutte quelle maledizioni e i colleghi nemmeno una? C'era qualcosa che non andava. Fece per aprire bocca ma lo sguardo freddo e serio di Ron lo bloccarono. Non aveva mai visto quello sguardo sul rosso. Lo osservò attentamente e capì che anche lui era arrivato alla sua stessa conclusione. Theodore dopo poco si congedò e ci lasciò aspettare in sala d'attesa che il padre finisse di visitare Harry.

R:"Non farne parola con nessuno. Ne parliamo a casa"

Disse semplicemente Ron e Draco annuì capendo perfettamente cosa volesse dire con quelle parole. Anche lui aveva capito che c'era qualcosa che non quadrava, ma aveva ragione. Non aveva senso fare un polverone in ospedale anche perchè, se davvero il loro peggior timore era reale, cioè che ci fosse una spia tra gli Auror, dovevano andarci cauti per poterla smascherare senza rischiare di rimetterci l'osso del collo.

Dopo un'oretta il padre di Theodore uscì dalla stanza e si avvicinò ai due per dargli un po' di aggiornamenti sulla situazione del corvino.

N:"Per adesso è stabile. Esternamente non ci sono ferite visibili e questo almeno è confortante. Ho sentito che mio figlio vi ha brevemente spiegato la situazione... Faremo tutto il possibile per trovare un contro incantesimo, ma per adesso possiamo solo limitarci a tenere sotto controllo le crisi"

D:"Crisi?"

N:"Si vedi ragazzo, questa maledizione gli provoca dolori pari se non superiori al cruciatus ma non sono continuativi. Intervalla infatti a momenti di dolore interno a momenti di pace apparente. Parlo proprio di pace apparente perchè quando non è il suo corpo ad essere sollecitato dal dolore, lo è la sua mente. Una tortura a 360 gradi, nulla di più e nulla di meno"

Prima di essersi congedato, diede il permesso ad entrambi di entrare in stanza così che potessero stare vicino al Grifondoro. Draco, appena varcò la soglia, si avvicinò subito al capezzale del compagno e si sedette a bordo del letto prendendogli dolcemente una mano e stringendola nella propria.

D:"Amore mio..."

Sussurrò mentre sentiva gli occhi inumidirsi. Ron era rimasto un po' indietro ed aveva nel frattempo evocato il proprio Patronus per mandare un messaggio ad Hermione dicendogli come stava Harry e di raggiungerlo il prima possibile assieme a Kingsley. Draco non aveva bisogno di chiedergli spiegazioni per quella richiesta, sapeva già cosa frullava nella testa del rosso.

Sono una bambola rotta che solo tu puoi aggiustare o distruggereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora