Capitolo 4

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Il complesso degli Avengers è più che mai operativo; i nuovi membri del gruppo si stanno allenando nell'arena interna. 

Steve li osserva dall'alto della piattaforma, pieno di dubbi. Far diventare quelle persone una squadra capace di proteggere il mondo è un compito più che arduo. 

Sente di essere lontano anni luce dal riuscire a comprenderli: Wanda è poco più che una ragazzina, e Visione... non sa neanche da dove cominciare. 

Entrare in sintonia con loro abbastanza da poterli aiutare a trovare loro stessi, guidarli affinché diventino ciò di cui il mondo ha bisogno... Steve non sa se sia la persona giusta per farlo.

Tutti i suoi vecchi compagni hanno preso la loro strada, alcuni perfino in altri mondi. 

Per Steve non c'è mai stato altro posto dove andare, un'altra strada da percorrere. 

Gli Avengers, si dice, sono l'essenza stessa di ciò che ha sempre voluto essere. Quella è casa sua. 

Il tarlo che lo assilla, però - da sempre, da molto prima che la Guerra avesse inizio - continua a sembrare inestinguibile: da solo, forse, non è abbastanza.

«Mi stai davvero chiedendo se Steve Rogers sia in grado di tirar fuori degli eroi dalle persone?»
Rivolgersi a Natasha gli viene più che naturale: è come se ormai sapesse che può sempre contare su di lei.

«Ti sto chiedendo se vuoi aiutarmi a farlo.»

Steve non sa perché l'abbia fatto, perché lei abbia deciso di restare quando là fuori è pieno di possibilità che stanno solo aspettando.

 Immagina che Nat sia un po' come lui.

Lei lo guarda un momento, quasi fosse indecisa su cosa dire o su come dirlo. L'attimo dopo, sta già camminando al suo fianco verso l'arena di allenamento.

«Perché credi che sia qui?»

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