Il bagliore del sole trapelava furtivo tra le nuvole che, il quel pomeriggio di fine luglio, attenuavano l'azzurro del cielo. I comignoli sui tetti delle particolari casupole soffiavano sporadicamente fumi dalle sfumature più varie. Nel mondo magico i caminetti venivano accesi anche d'estate. A volte la brace veniva incendiata per permettere ai liquidi pastosi nei calderoni di bollire. A volte il fuoco verdastro della Metropolvere riempiva le canne fumarie. Altre volte venivano accesi per il puro piacere casalingo che il focolare acceso regalava, ovviamente con l'aggiunta di uno speciale incantesimo che non gli permetteva di emanare calore.
Il suono lieve e fugace di una smaterializzazione passò del tutto inosservato nel longilineo vicolo accanto ad Ollivander, nel lato sud della rustica cittadina di Diagon Alley. le suole pesanti delle DrMartens di Rae traballarono sui ciottoli che formavano la strada e la sua mano destra, repentina, andò a stringere il davanzale di una finestrella al suo fianco, rischiando quasi di far frantumare un vaso di fiori sui grandi ciottoli che formavano la stradina. Nonostante fossero passati ormai quattro anni dal suo esame di smaterializzazione, non aveva ancora compreso a pieno come evitare di rompersi le caviglie ad ogni atterraggio.
Il chiassoso brusio che avvolgeva le strade invase le sue orecchie non appena realizzò a pieno di essere arrivata. Centinaia e centinaia di maghi erano riversati nelle scostanti e disordinate strade del villaggio. Tra le numerose teste spiccavano gli alti cappelli a punta dai colori sgargianti. Il suono ticchettante delle scarpe de passanti si mescolò ai versi degli animali che alcuni tenevano in un trasportino sottobraccio. Le lunghe gonne e gli ampi mantelli ciondolavano gli uni contro gli altri, creando un ipnotico movimento ondulatorio tra i numerosi corpi.
Rae scosse la testa e tornò in posizione eretta, abbandonando la sicurezza che il muro le stava fornendo. Sollevò lo sguardo e individuò il suo riflesso nella vetrina di fronte, il suo completo per fortuna non si era sgualcito molto. Quella mattina, data la temperatura incerta aveva optato per un paio di pantaloni in lino che scendevano larghi sulle sue gambe dato il comodo taglio ''a carota'', per la parte superiore aveva optato per una semplice canotta nera dalle bretelle sottili che le arrivava fin sotto il seno. Pronta per ogni imprevisto, aveva anche infilato una felpa a casaccio nella sua borsetta a tracolla. Lasciò scivolare le mani, decorate da numerosi anelli, nelle ampie tasche del pantalone e, dopo aver sospirato si immerse tra i numerosi corpi ammassati che riempivano la strada principale.
Pochi giorni prima si era posato sul davanzale della finestra in cucina, con indiscussa grazia, il Gufo Reale di Blaise Zabini. Una pergamena arrotolata era stata legata ad una delle sue zampe. Rae posò qualche biscottino davanti all'animale e raccolse la lettera. Il suo amico l'aveva invitata a prendere un gelato da Florean. Rae era rimasta estremamente gaia a quell'invito, non vedeva i suoi amici dal giorno del suo compleanno e l'idea di poter passare un intero pomeriggio con loro la riempì di gioia. Si sarebbero dovuti incontrare tutti quanti alle quindici in punto ma, come sempre, la mora era qualche minuto in ritardo. Probabilmente il suo errore principale fu quello di smaterializzarsi nel Lato Sud del villaggio, dato che la Gelateria Florean si trovava nel lato Nord.
Cercò di stringersi ancora di più nelle spalle, rimpicciolendo il suo corpo così da poter passare ancor più furtivamente tra la massa magica. Sospirò e sollevò lo sguardo, il cielo si era aperto dalle nuvole e sottili raggi di luce iniziarono a scorrere tra le persone come Occhi di Bue in teatro. L'aver indossato gli occhiali da sole, quella mattina, le permise di poter continuare a scrutare l'orizzonte con tranquillità, non rischiando di rimanere accecata. Sbatté alcune volte le palpebre e un ampio sorriso si diffuse sul suo volto non appena, in fondo alla strada, vide l'enorme struttura i marmo bianco, dominata dalla statua di un possente drago. La Gringott, banca di maghi. La sua meta si trovava prima della mastodontica struttura. La sua testa iniziò a muoversi velocemente a destra e a sinistra, alla ricerca dell'inconfondibile gelateria. Saltò sul posto allegramente quando individuò il grazioso tetto spiovente con le tegole di colori alternati, rosa e azzurro. Puntò le braccia avanti al suo corpo e si fece spazio nella calca fino ad arrivare al cancelletto bianco.
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Cherry Boy - Fred Weasley
ФанфикCorreva l'estate del 1998, la tana pullulava di farfalle e piccoli gnomi che, insistenti, creavano scompiglio nel grande giardino, il sole bruciava sul tetto della irruente e disordinata dimora e rumori di padelle e risate riempivano l'aria. Questa...