CAPITOLO 1

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DOMENICA

POV ALYCIA

È l'inizio dell'estate ed eccomi in Italia. Finalmente dopo aver girato mezza Europa sono arrivata alla mia meta. In ogni città europea che ho visitato, appena capivo che qualcuno era italiano, cercavo di farci amicizia. In molti mi hanno aiutato ad imparare meglio la lingua, almeno le cose base. A Vienna ho incontrato una coppia di italiani provenienti dall'Alto Adige. Essendo insegnanti mi hanno fatto qualche lezione in più di italiano, oltre a raccontarmi delle loro montagne, dei loro pascoli, delle loro leggende. Grazie a loro, nonostante il poco tempo insieme, ho fatto dei notevoli miglioramenti nel parlare.

Mi hanno talmente colpito con i loro racconti che ho deciso di visitare subito quei monti. La scelta dell'hotel è avvenuta come sempre casualmente; la prassi è questa: quando conosco qualcuno mi faccio dare indicazioni sommarie, poi guardo su internet e scelgo a caso un hotel o un appartamento in affitto, seguendo l'istinto. Ho fatto così anche questa volta. Ho cercato gli hotel di Bolzano e dintorni. Volevo qualcosa che fosse abbastanza isolato ma comunque non troppo lontano da una stazione ferroviaria o autostrada. Il mio sguardo è caduto sul sito di un Gasthof a tre stelle, dalle foto e dalla mappa sembrava quello che faceva al caso mio. Chiamai per prenotare una settimana, se non mi fosse piaciuto me ne sarei andata.

Dalla città di Bolzano ho preso una funivia che mi ha portata su questo altipiano.

Lo spettacolo che mi si presenta dinanzi è una cosa da togliere il fiato, nonostante le nuvole celino il panorama completo. La funivia può portare 30 passeggeri ma fortunatamente c'erano poche persone ad attendere oltre a me, così mi ritrovo in una cabina semivuota. Ne approfitto per scattare un po' di foto per il mio album sul viaggio. Non voglio dimenticare nulla di questa vacanza. I miei compagni di viaggio sono: una famigliola tedesca composta da 4 persone, una coppia di anziani con cui scambio qualche parola, una ragazza bionda, e sicuramente degli operai del posto che tornano a casa.

Nel fare le foto al panorama mi avvicino a quella ragazza che sta cantando una melodia molto dolce; è molto brava e mi viene spontaneo sorriderle. Sembra imbarazzata, ma continua a cantare.

Una volta arrivata in cima prendo un tipico trenino in legno. Prossima fermata "tana del lupo", traduzione dal tedesco del paese dove dovrei alloggiare. Arrivata a destinazione, mi accolgono il proprietario dell'hotel con la moglie e suo padre, un simpatico e sorridente signore anziano di nome Peter.

La mia camera è la numero 18. Una singola con un piccolo bagnetto moderno ma totalmente in linea con lo stile tirolese e un piccolo balcone, che permette la vista delle montagne. Il letto è spazioso, molto più di un singolo normale. Il piumone bianco è piegato sul letto. Vi starete chiedendo il perché del piumone in piena estate, me lo sono chiesta anche io: beh, credetemi alla sera si sta bene, le temperature si aggirano attorno ai 15 – 18 gradi, ma di notte scendono ancora e una volta a letto si sta benissimo sotto le piume.

Mi sto preparando per la cena quando sento una musica e qualcuno che canta. Sembrava provenire dalla camera vicino. Mi avvicino un poco al muro che divide le due stanze, e riesco a distinguere qualche parola, e ne rimango incantata.

È così triste e malinconica. Chiunque stia cantando ha una voce bellissima.

"..Lost in the darkness,

(Persa nell'oscurità)
Try to find your way home

(Provo a trovare la via di casa tua)
I want to embrace you and never let you go

(Voglio abbracciarti e non lasciarti mai andare)
Almost hope you're in heaven so no one can hurt your soul

(Spero almeno che tu sia in paradiso così che nessuno possa fare male alla tua anima)
Living in agony 'cause I just do not know

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