Rise dans sa barbe

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NDA: In questa one-shot sono presenti piccoli spoiler della quarta stagione, oltre che una teoria che... dal mio punto di vista, è spaventosa e spero con tutto il cuore che rimanga tale.
Detto questo, buona lettura.

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In tutta la sua vita, l’ultima cosa che non avrebbe mai pensato di affrontare era proprio quella che, alla fine, si era rivelata vera e questo l’aveva distrutta. Aveva visto tutto con i suoi stessi occhi, eppure faticava ancora ad accettarlo.

“Fai il sentimentale per un sentimostro?”

Quelle parole, quelle dannate parole che Papillon aveva osato formulare. Questo subito dopo che Mayura aveva fatto scomparire, in letteralmente uno schiocco di dita, quella che, per quel lasso di tempo così breve, si era rivelata solo un’anima innocente che non aveva nemmeno idea di cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Parole che, adesso, non facevano altro se non risuonare nella mente di Marinette, ora che aveva di fronte a sé la realtà dei fatti: Chat Noir era un sentimostro, Adrien era un sentimostro.

Il suo viso era allagato dalle lacrime e la sua espressione mostrava chiaramente quanto venirlo a sapere l’aveva sconvolta, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Nemmeno lo scoprire l’identità di Gabriel, poco prima, l’aveva ridotta così.

«Sto ancora aspettando una risposta… ragazzina.»

Quella voce non provocò alcuna reazione da parte sua. Il suo sguardo era fisso sulla figura di Adrien: immobile come una statua di fronte al genitore, quest’ultimo con la mano pronta a schioccare le dita. Quel singolo gesto e… lui sarebbe…

«Ho una pazienza limitata, Ladybug. Consegnami il tuo miraculous e lo lascerò andare!» tuonò l’uomo con quel sorriso maligno, che si rigirò l’attimo dopo, al non ricevere la benché minima reazione: «Rispondimi!»

Lei aveva le orecchie tappate, non riusciva a sentire nulla, nemmeno quelle minacce urlate a squarciagola da quell’uomo ormai privo di ragione. Il suo corpo tremava e non riusciva a stare in piedi. Lo yo-yo le era caduto da un pezzo e ancora si era piegata a raccoglierlo. Non le usciva un filo di voce dalla bocca e stava provando dolore alla mascella per quanto stava stringendo forte i denti. Temeva di poter svenire da un momento all’altro: la testa le doleva in una maniera insopportabile. Il venire a conoscenza di così tante informazioni in nemmeno mezz’ora l’aveva letteralmente uccisa, tutti i suoi sensi avevano finito per svanire all’improvviso, lasciandola sola in quel limbo di incoscienza.

«La-Lady-Ladybug…» cercò di chiamarla Adrien, tendendo anche una mano nella sua direzione, ma crollando a terra in ginocchio quando Papillombre mosse appena il medio sul pollice.

«Non intrometterti! Il suo miraculous deve essere mio…» lo avvertì l’uomo con veemenza, sorridendo al vederlo stringersi il petto con la mano sinistra: «Non sei neanche mio figlio… non ho motivo di preoccuparmi per te…»

Quella frase colpì il ragazzo dritto al cuore e cominciò a piangere anche lui, in silenzio, mentre la giovane supereroina non si era ancora mossa, nemmeno di un millimetro.

«… Si sente solo il piccoletto qui.» parlò ancora l’uomo, facendo riferimento al kwami del gatto nero che, controvoglia più che mai, svolazzava al suo fianco con la bocca cucita, senza la minima possibilità di ribattere in qualsiasi modo: «Fagli rivedere la sua amichetta!»
«N-No! Ladyb- AH!»
«Zitto tu!» lo avvertì nuovamente il nemico, ritrovandosi a ridere con il capo leggermente abbassato: «Cosa mi hai costretto a fare, ragazzina…» disse prima di rialzare la testa, sgranando gli occhi al non incrociare nuovamente la figura a pois della supereroina: «Dov’è andata?!»
«… Non ti hanno detto che non si gioca con i miraculous… Gabriel?» domandò a sua volta la ragazza, riapparsa esattamente nello stesso punto, con il capo chino e una mano chiusa a pugno.

Tu Sei La Mia Luna... - Miraculous Ladybug [One Shots Collection]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora