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Avevano lasciato il ristorante camminando fino alla macchina praticamente appiccicati, nessuno dei due aveva provato a prendere la mano dell'altro, accontendandosi del contatto tra le loro braccia durante i pochi metri che servivano per raggiungere l'auto. Non si erano detti neanche una parola ma soltanto scambiati qualche piccola timida occhiata.

Ripartirono lentamente sul sentiero sterrato, proprio come erano arrivati, e mentre l'auto percorreva quella stradina dissestata, Jungkook fece partire della musica. Scelse una canzone tra quelle a disposizione nel cd e una dolce melodia riempí il silenzio complice che regnava tra i due giovani.
Le parole d'amore struggenti di 'I've been loving you too long' e la voce unica di Otis Redding li accompagnó per i minuti successivi fino all'arrivo in una piccola radura protesa verso il mare, che regalava uno scorcio unico e particolare.
Scesero dall'auto e Jungkook gli confessó che quello era il suo posto del cuore, ci andava spesso quando aveva bisogno di stare da solo, di riflettere, o semplicemente di testare una nuova macchina fotografica: quello era il panorama tipico amato dai vacanzieri, e lui stesso l'aveva scoperto appena arrivato a Donghae proprio in veste di turista.

Di nuovo spalla a spalla e con gli occhi rivolti all'oceano pretendevano di poter lasciare i pensieri negativi fuori dalla piccola bolla in cui si sarebbero chiusi volentieri.
Ma non tutti i desideri sono fatti per essere esauditi e Jungkook non seppe resistere alla tentazione di sapere, anche a costo di pentirsi per il resto della sua vita..

"Tae, perché sei venuto fin qui?" Gli chiese, con tono serio, voltandosi verso il giovane, giusto in tempo per vedere le sue labbra schiudersi per dire qualcosa per poi richiudersi subito, non prima di aver sospirato profondamente.
Lo vide abbassare un po' il viso e stringere gli occhi avendo la sensazione che stesse cercando di rimandare indietro le lacrime. "Io... Io sono stato un egoista, lo so, ti chiedo scusa, perdonami ti prego". Gli rispose mentre continuava a fissarsi le mani intente a stritolare la transenna in legno che delimitava lo spiazzo in cui si trovavano, la voce stava per rompersi in singhiozzi e si maledisse per l'impulsiva decisione che lo aveva portato fin lí quel giorno. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, sapeva che quella domanda sarebbe inevitabilmente arrivata, e lui avrebbe preferito sparire dalla faccia della terra pur di non dare una risposta.

"Tae..." Il suo nome appena sussurrato gli fece comunque girare il viso verso Jungkook, che se ne stava lì a fissarlo con gli occhi piú belli avesse mai visto.
Il tempo si fermó quando una mano del giovane si intrufoló tra i suoi riccioli neri scompigliati dal leggero vento che si era alzato.
Con lentezza quasi disarmante avvicinó il suo volto a quello di Taehyung, fino a far incontrare finalmente le loro bocche. Fu un bacio casto, di pochi secondi, in cui le loro labbra si erano sfiorate, inseguite, assaporate.
Si erano poi separati di poco, quel tanto che bastava ai loro occhi per incastrarsi gli uni negli altri e mostrare ciò che nessuna parola aveva il potere di spiegare in quel frangente.

Entrambe le mani di Jungkook presero a coppa il volto di Taehyung, che intanto gli si era posizionato di fronte, appoggiato a lui e con le mani sui suoi fianchi. Respiravano la stessa aria tanto era la loro vicinanza che, esaudendo il desiderio irrevocabile di entrambi, fu finalmente azzerata.
Questa volta il bacio fu da subito più intenso, più passionale, umido e rumoroso, un bacio che li portó presto a respirare affannosamente e a desiderare di più, a pretendere di più, anche pezzi dell'anima dell'altro...
Le loro lingue vorticavano, si inseguivano e si legavano in una danza sensuale che coinvolgeva tutti i sensi, i loro corpi ardevano di un fuoco che non riduceva in cenere ma che bruciava più della lava di un vulcano. Si staccarono ancora un attimo per dar tregua ai polmoni che bruciavano per la carenza di ossigeno, senza peró perdere il contatto tra i loro corpi, avvinghiati fino a farsi male.

"Tae, resta qui, resta con me, resta..." Gli sussurrò mentre stava per riprendere possesso delle labbra del giovane che stringeva a sé, e che invece gli mise una mano sulla bocca impedendogli ogni altra parola.

"Non farlo. Ti prego non farlo, non chiedermi nulla... Io non posso... Non posso... Sto per trasferirmi in Europa con Mark... Lascerò Seoul per sempre e tu non meriti tutto questo. Ti scongiuro perdonami, io non dovevo venire qui, non dovevo, ma volevo vederti almeno un ultima volta... Perdonami".

Proferì quelle parole mentre copiose lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi. Più guardava Jungkook e la sua reazione esterrefatta alle sue parole, più il pianto si faceva intenso, fino a che, non più in grado di sostenere i suoi grandi occhi color della pece, si lasciò andare accasciandosi al suolo senza forze. I singulti provocati dal suo pianto erano gli unici suoni che riempivano l'aria intorno a loro. Sullo sfondo le onde dell'oceano invece continuavano a sferzare la costa con la loro solita potenza, ignare del dolore che i due giovani amanti stavano sopportando.

Due braccia forti lo afferrarono e lo aiutarono a sollevarsi da terra, a rimettersi in piedi, e quando furono di nuovo l'uno di fronte l'altro, le stesse braccia forti lo strinsero in un abbraccio, di quelli che ti sembra possano proteggerti da tutti i mali del mondo, di quelli che non sapevi di aver bisogno fino a quando non li hai perduti per sempre.

"Non devo perdonarti nulla, e se questa è davvero l'ultima volta che ti vedrò non voglio ricordarmi di te in questo stato, non voglio pensare ai tuoi stupendi occhi e ricordarli distrutti dalle lacrime. Quindi ti prego, smettila di piangere e regalami ancora quel magnifico sorriso che mi ha rapito dal primo momento in cui l'ho visto. Fammi ricordare del tuo volto sereno e felice come quando ammiravi il mare dalla terrazza un paio di ore fa, lasciami almeno questo di te."

Gli asciugava le lacrime, gli tamponava il viso, con la speranza di cancellare dal volto di Taehyung quella disperazione, quel dolore che intanto era diventato anche suo; ma fu forte, non cedette alle lacrime che insistenti spingevano per essere liberate. Fu forte per entrambi.

Si strinsero ancora per un tempo lunghissimo, poi la ragione prese il sopravvento e risaliti in macchina fecero il viaggio di ritorno in completo silenzio, tenendosi però per mano, tanto stretti da farsi diventare le nocche bianche. Arrivarono alla stazione degli autobus che mancava soltanto mezz'ora alla partenza del mezzo che li avrebbe separati per sempre: nessuno dei due era pronto a quell'addio, ma provarono lo stesso a dare un senso a quegli ultimi minuti insieme.

"Promettimi che sarai felice, che cercherai di realizzare tutti i tuoi sogni e che, ogni tanto, mi dedicherai un minuto dei tuoi pensieri. Sei stato la sorpresa più meravigliosa che la vita mi abbia mai riservato, e lasciarti andare via mi sta lacerando dentro. Per cui devi giurarmi che questo sacrificio non sarà nullo, che riderai, amerai e sognerai come avresti fatto con me. Giuramelo ora e poi baciami un ultima volta..." E prima che Taehyung potesse proferire anche solo una parola, Jungkook portò le sue labbra a scontrarsi con quelle del giovane, che aveva ricominciato sommessamente a piangere.

"Promettimi anche tu che cercherai sempre di essere felice, cerca una persona che ti meriti e che ti ami tanto quanto avrei fatto io. Pensa a me ogni tanto, magari le volte che berrai un goccio di rum, sarà sempre quello il modo per avermi lì con te." E come due calamite, le loro labbra si unirono ancora, e ancora, e ancora.

La voce dell'autista del bus arrivò come una frustata sulla schiena dei due giovani. Mancavano pochi minuti, e dovevano affrettarsi ad avvicinarsi al terminal. Taehyung prese le poche cose che aveva portato con sé e le ripose nello zainetto, che costituiva il suo unico bagaglio. Preparò i documenti di viaggio ed il biglietto e si incamminò, seguito da Jungkook, verso la fine del marciapiede, dove c'era già l'autobus in attesa di partire.

A metà del percorso, però, si voltò, andando ad abbracciare il ragazzo che, con le mani in tasca e la testa china, era a due passi di distanza. "Fermati, non accompagnarmi fin lì, non riuscirei a farlo. Salutiamoci adesso e poi vai subito via, ti scongiuro".
E aggrappandosi alla sua camicia lo avvicinò a sé, mise la testa tra il collo e la spalla del ragazzo e inspirò il profumo della pelle di Jungkook, nella vana speranza di portarlo per sempre dentro di sé. Poi si allontanò di poco, quanto bastava per dargli ancora un delicato bacio per poi voltarsi un'ultima volta e sparire tra la folla dei viaggiatori in attesa di partire.

Jungkook rimase per un minuto ancora fermo lì, nella vana speranza di avvistarlo un'ultima volta, con l'illusione di vederlo ripiombare tra le sue braccia, col sogno di poter fuggire con lui.
Poi prese tutto il poco coraggio che gli era rimasto e in pochi secondi cercò di mettere più distanza possibile tra lui e quella stazione, sfrecciando via con la sua decappottabile rossa.

*revisione a cura di BlueMeri 😘
 

Rum ⟪Kookv- Taekook⟫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora