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LUCREZIA MANCINI
-lu svegliati è ora- la voce stridula di mio padre mi sveglia dai miei sogni -ma è presto sono solo le 6- commento cercando di trovare una scusa per restare ancora un po' nel letto -alzati e basta- mi continua a dire sghignazzando.
-ma ti sembra normale che neanche in estate posso svegliarmi tardi- dico con tono di voce alto per farmi sentire da mio padre
-come mai parli da sola- mi dice ridendo -sei davvero spiritoso- gli dico nervosa mentre scendo le scale per andare in salone.
-lu visto che tua madre starà fuori per lavoro questo mese vieni con me e la squadra in trasferta- sgrano gli occhi -no ti prego, preferisco andare all'inferno- dico io sicura del fatto che mio padre stesse scherzando, al che lo vedo improvvisamente serio -ah non stai scherzando?- dico io preoccupata -non sto scherzando e sei obbligata a venire- mi comunica mio padre -ma io- non faccio in tempo a finire la frase che interviene mio padre -niente scuse ormai è deciso- mi dice impassibile.
-ah e vatti a preparare che alle 7 fai allenamento con i ragazzi- mi dice lui ridendo -lo sai che ti odio vero?- dico mentre salgo le scale per andarmi a cambiare -sbrigati eh-
Torno in camera e mi preparo. Dall'armadio estraggo una paio di leggings ed una maglia nera corta. Allaccio le mie Air Force one bianche, mi faccio un coda alta e sono pronta.
-finalmente sei pronta ci hai messo un secolo- mi rimprovera mio padre giocando -ti giuro che questa te la faccio pagare- dico cercando di sembrare il più minacciosa possibile.
Stacco il telefono dal caricabatterie e mi dirigo in macchina insieme a mio padre.
-a proposito devi farti la valigia, perché si parte domani mattina- mi ribadisce lui ancora un'altra volta -si ho capito, non me lo devi dire trenta volte- dico io abbastanza acida -magari davanti alla squadra cerca di essere simpatica- mi dice lui scherzando
Alzo gli occhi al cielo ridacchiando -guarda che sei tu che mi fai diventare nervosa, con gli altri sono alquanto simpatica- mi butto sulla difensiva ridendo -sono sicuro che dopo l'allenamento, non avrai neanche tempo di respirare- mi dice lui in tono di sfida.
-mi stai per caso sfidando?- chiedo io girando la testa verso di lui -va bene sfida accettata- dico senza esitare.
Dopo pochi minuti siamo arrivati al campo e la squadra è già completa ed in riga.
-allora ragazzi, iniziamo subito con l'allenamento 7 giri di campo- inizia a dire mio padre alla squadra che lo guarda curiosa
-mister chi è lei- dice indicandomi un ragazzo con la maglia numero 18 -ah si, lei è mia figlia Lucrezia e farà l'allenamento con voi- dice mio padre guardandomi, al che gli mostro uno dei miei migliori sorrisi falsi -mister posso confessarle che non le somiglia per niente- dice Chiellini ridacchiando -grazie per il bel complimento non dovevi- dico io ironica provocando una risata a tutta la squadra -nel senso è che insomma lei è molto più bellina- aggiunge Immobile pensando di migliorare la situazione -barella e Chiellini un giro di campo in più e niente scuse- dice mio padre sghignazzando -ma come come mister- dicono sbarrando gli occhi -un'altra parola e starerete entrambi in panchina per tutti gli europei- al che loro si azzittiscono.
-allora vi muovete, su dovete correre- ribadisce il mister al che tutti compresa io iniziano a correre.
La resistenza e la velocità sono i miei cavalli di battaglia, quindi 7 giri di campo non mi pesano molto, in più devo vincere.
dopo aver finito gli otto giri mi toccano gli addominali la cosa che odio di più insieme alle flessioni.
-allora ragazzi formate le coppie, che facciamo una gara su chi resiste di più negli addominali- dice mio padre guardandomi male -allora immobile ed insigne, barella e verratti, Berardi e florenzi, spinazzola e Bernardeschi, pessina e Jorginho, Chiellini e bonucci, Lucrezia vai con chiesa- il ragazzo a quelle parole si avvicina a me -piacere Federico- mi tende la mano sorridendo -Lucrezia- gliela stringo ricambiando il sorriso -chiesa fai gli addominali o vai dritto in panchina- si gratta la nuca imbarazzato -ma come fate a sopportarlo- dico io rivolgendomi ai ragazzi, al che tutti scoppiano a ridere.
-allora poche chiacchiere, iniziate a fare gli addominali- dice il mister  sghignazzando.
-allora- mi dice il ragazzo continuando a fare gli addominali -quanti anni hai?- mi chiede curioso -come mai tanta curiosità chiesa?- dice immobile immischiandosi nella discussione -infatti chiesa come mai ti interessa tanto- aggiunge insigne.
Federico diventa improvvisamente rosso in viso si vede da lontano un miglio che è imbarazzato, al che decido di rompere il silenzio imbarazzante -Mado ma tutti a origliare state, continuate a fare gli addominali- dico ridendo -si capo- mi dicono loro scherzosi -comunque ho 21 anni- gli dico continuando a fare gli addominali.
-ok può bastare avete qualche minuto pausa- dice mio padre mentre io mi butto a terra stanca.
-allora lu, sei stanca- mi chiede mio padre avvicinandosi a me -per niente, ah e ho vinto- mi alzo in piedi cercando di nascondere la fatica -va bene hai vinto un round, ma ora ti toccano tutti gli altri- dice lui ridendo -ma come- dico io buttandomi nuovamente a terra -non pensavo che la figlia del capo si arrendesse così facilmente- dice Locatelli -io non ho mai detto di essermi arresa- mi alzo nuovamente da terra.
Passano altre ore e finalmente abbiamo finito l'allenamento.
Prendo il telefono e vado in spogliatoio a cambiarmi. Sono l'unica ragazza quindi ho lo spogliatoio tutto per me.
Mi faccio una doccia veloce e mi vado a cambiare. Mi metto un paio di pantaloncini corti in jeans strappati, un top corto bianco, e come scarpe metto le mie amate Alexander McQueen. L'outfit è abbastanza semplice, ma è molto carino. Mi metto un filo di mascara e sono pronta.
Mi pettino i capelli ed esco dallo spogliatoio. -stavo iniziando a pensare che fossi morta- mi continua a rimproverare mio padre, con la sua voce stridula -ma ci ho messo meno di mezz'ora tempo record- mi giustifico io.
-vabbè ragazzi ci vediamo domani, mi raccomando non tardate altrimenti- non gli faccio finire la frase che intervengo -state in panchina per tutti gli europei e bla bla bla, lo hai detto cento volte, penso che lo abbiano capito- il gruppo scoppia in una risata che coinvolge anche mio padre.
-va bene allora vi lascio liberi a domani- dice mio padre prendendo le chiavi della macchina. Un coro di saluti si sussegue.
Ricambio ed entro in macchina. Nel viaggio in macchina, mi perdo nei miei pensieri e dalla stanchezza non mi accorgo di essere arrivata a casa.
Appena entrati mi dirigo senza guardare nessuno verso la mia camera -cosa vuoi per cena- mi chiede mio padre stranamente con voce tranquilla -guarda sono così stanca che non ho la forza neanche di cenare, in più devo fare la valigia- dico stremata -va bene allora buonanotte- mi dice dandomi un bacio sulla fronte -notte- mi dirigo definitivamente in camera a fare la valigia.

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SPAZIO AUTRICE
Allora il capitolo è un po' lungo, ma visto che è il primo volevo un po' far capire la situazione.
Per ora come vi è sembrata?
lasciate la votazione ily💗

un cuore in due <3/ Federico Chiesa💗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora