capitolo 5

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La rana si accese la sigaretta, tossì mugugnante e riprese a riguardare Satana, che la osservava con occhi smielati.
Il profumo di barbecue e quello del tabacco si stavano mischiando in quella stanza piena di scartoffie e moduli.
Satana ne prese uno e lo appoggiò sulla scrivania con una biro.
L'anfibio, tremante, si prese un minuto per leggerlo, poi disse:
《Quindicimila》
Satana ribattè:《Dieci》
E ancora:《Dodici》
《Andata》
La valigettà nerà scivolò sulla scrivania, e un granello di cenere ne ne sporcò un angolo.
Firmarono il modulo.
S《Perchè lo fai?》
R《Non lo so》
S 《pistacchio》
R 《Non sono più quello di una volta》
S 《No, non lo sei》
   《Quando abbiamo rotto due anni fa     non mi aspettavo ti saresti ridotto così》
R 《Non potevi saperlo》
S 《Ho qui tra poco una ragazza,  molto carina, testa sulle spalle, occhi grigi, cemento catramato, sportello rotto, la conosci?》
R 《no, giraffe》
S 《Si occuperà lei del seminterrato da ora in poi, nel caso ti interessasse》
R 《Tu ora hai l'attico》
Rimasero due secondi fermi, satana si guardò le unghie e poi si mise a ordinare il giapponese.
La rana tornò sull'ascensore, schiacciò per il piano terra.
Ramen affumicato contorto,
Picasso e figurine del Benevento
L'ascensore si aprì.

La rana sborrata a mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora